Uno dei temi caldi della Mifid II riguarda la product governance. E in particolare il tema del target market. Una novità che determinerà un cambio negli equilibri oggi esistenti tra società di gestione del risparmio e reti di consulenti finanziari. In che termini? È quanto è stato domandato alle SGR presenti a Consulentia 2017, l’evento organizzato da Anasf a Roma il 14, 15 e 16 febbraio scorso.
Gli equilibri dovranno necessariamente rafforzarsi. In quest’ottica, i distributori saranno sempre più costretti a selezionare dei partner. Ci sarà un numero più ristretto di case con cui lavorare.
Non è discutibile che lo scambio di informazioni, oggi come oggi univoco dalle SGR al distributore, dovrà essere integrato da uno che viaggi in direzione opposta. Sarà un cambiamento significativo, anche in termini di investimenti.
Si andrà sempre di più verso un rapporto di partnership, forse più consolidato con la direzione centrale. Si studieranno, con le fabbriche-prodotto, delle soluzioni adatte a tutta la rete distributiva.
Aumenterà il rapporto tra distributore ed asset manager, sicuramente. Questo era già successo con MIFID I. Verranno targettizati di più gli strumenti finanziari, in base ai profili di clientela.
Le idee adesso sono molto più chiare. Verranno scelti, da chi già non li ha, dei partner preferenziali per selezionare i prodotti target per le diverse tipologie di mercato. Questo è un sistema che funziona bene. Consente di costruire dei prodotti che coprono esattamente le esigenze dei risparmiatori in termini di rischio-rendimento.
MIFID II offre un’opportunità. Contribuirà a cambiare il modo in cui le case prodotto si interfacciano con i distributori e con gli investitori finali. Ci sarà maggiore trasparenza, a beneficio dell’investitore finale, anche come profilo di rischio.
Indubbiamente il tema della profilazione del cliente subirà una nuova svolta. Una svolta che, a detta delle SGR, porterà verso una maggiore qualità.
Ci sarà una distinzione più importante tra clientela retail e di private banking. Una boutique specializzata sarà molto più adatta per la seconda. Sarà comunque importante anche la maggior qualità della selezione dei prodotti per la clientela retail.
Questa normativa non farà altro che portare a galla la qualità. Metterà tutti sullo stesso piano, senza conflitti all’interno di una gamma prodotti. È un beneficio soprattutto per chi si affaccia da poco sul mercato italiano.
È evidente che tutto questo comporterà un livello più alto di qualità. Ne verrà richiesta di più ai consulenti finanziari. Le società di asset management possono contribuire in maniera fattiva a questo processo di evoluzione in atto nell’industria.
L’evoluzione di cui sopra avrà come nodo centrale la competenza dei consulenti e l’educazione finanziaria dei clienti. Basta asimmetria informativa. Questa è la vera sfida della MIFID II.
Il vero focus di MIFID II sarà il concetto di competenza, che dovrà essere sviluppata e certificata. Sarà opportuno affiancare soprattuto i consulenti finanziari in questo.
Ci sarà una grandissima opportunità soprattutto nell’abito “educational”. C’è un gap culturale importante, che bisogna colmare.
Dovrebbe essere fatta più formazione, sia nel mondo della consulenza che nel dialogo con il cliente. Molto spesso la forte asimmetria informativa di oggi crea problemi nella gestione dei rapporti con i clienti.
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