L’Italia che tira. La Basilicata in numeri | TrueNumbers TV

La Basilicata non ha paragoni. Abbiamo osservato come la presenza dell’oil and gas in regione si traduce in royalties, le quali producono benefici forse poco visibili, ma che si possono apprezzare appieno se comparate ai numeri delle regioni confinanti. Disoccupazione, tassazione, redditi, benessere equo e sostenibile, il tutto senza interferire con lo sviluppo di altri settori quali turismo, agricoltura, energie rinnovabili.

Tra le regioni del Sud Italia la basilicata ha il pil pro capite più alto. E’ l’unica, infatti, a superare i 20mila euro, raggiungendo quota 21.100 secondo le ultime rilevazioni. Una condizione economica sostenuta dal basso tasso di disoccupazione, pari al 12,5 per cento, di gran lunga inferiore rispetto alle altre regioni dove si toccano punte del 21 per cento.

Gli aspetti positivi delle royalties si concretizzano attraverso l’imposizione fiscale locale, la più bassa del Sud Italia, con l’1,23 per cento di addizionale irpef. Ad esempio, chi ha un reddito medio di 22 mila euro, a Viggiano paga 270 euro di addizionale comunale, mentre a Salerno cpagherebbe più del doppio.

Questi numeri dimostrano che le condizioni di vita dei lucani sono migliorate anno dopo anno, e l’indice del benessere equo e sostenibile dell’Istat conferma la Basilicata in testa alla classifica. Nel frattempo, dal 1995 il turismo è cresciuto, e nella sola Val d’Agri le presenze sono aumentate passando da 45.973 del 2006 a 68.227 del 2018, con picchi altissimi nei mesi estivi, e chi arriva in Basilicata apprezza sempre più i suoi prodotti tipici, protetti con etichette dop e igp.

E infine le energie rinnovabili. Se pensate che l’oil and gas possa aver frenato la crescita di altre fonti energetiche, guardate questi dati. La basilicata è prima con l’88,5 per cento, decisamente meglio delle altre regioni meridionali come Puglia, Calabria e Campania.

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