Nell’ultima Discussion Note di marzo 2018, Prometeia analizza lo scenario macro americano: l’economia statunitense ha corso troppo? L’inflazione è realmente in salita? E la FED quante volte interverrà sui tassi nel 2018?
Dal 2009 gli Stati Uniti sono in continua espansione. Da allora il PIL è cresciuto del 20%, e la disoccupazione è più che dimezzata, al 4%; quest’ultimo è un minimo toccato solo due volte negli ultimi 50 anni.
Merito anche dell’eccezionale supporto delle politiche economiche. La FED, negli ultimi 10 anni, ha comprato asset finanziari per oltre 3000 miliardi di dollari; il debito pubblico, però, è aumentato del 40%, nel frattempo.
Dopo tanta corsa, l’economia americana è forse vicina al surriscaldamento? E la FED interverrà per raffreddarla? Domande che interessano a tutte le latitudini, visto che gli Stati uniti rappresentano 1/4 del PIL mondiale.
Di solito, il surriscaldamento di un’economia è segnalato dall’aumento di prezzi e salari; questo, in America, non sta succedendo. Non si segnalano pressioni sull’inflazione. Se il livello dei prezzi negli ultimi mesi è moderatamente cresciuto, è quasi solo per il rincaro del petrolio.
L’inflazione attesa è ancora in linea con l’obiettivo della banca centrale (al 2%), e la crescita dei salari rimane contenuta. Dobbiamo dunque aspettarci un massiccio rialzo dei tassi per quest’anno?
Escludendo un forte aumento dei prezzi del petrolio, ed un secco deprezzamento del dollaro, la risposta è no. La previsione Prometeia è di 3 aumenti nel 2018, con i tassi di riferimento,a fine anno, tra il 2 ed il 2,25%.
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