Flat tax al 15 per cento e reddito di cittadinanza sono i cardini del fisco targato Lega-M5s. Ma non sono misure che si autofinanziano, neanche nelle loro versioni ridotte. Ci sono altri modi per migliorare gli incentivi indotti dal sistema fiscale.
Punti nodali
Flat tax in uso in alcuni paradisi fiscali, ed in molte nazioni dell’Est Europa;
Non sono Paesi molto confrontabili con l’Italia;
E’ introdotta in nazioni dove, sostanzialmente, il welfare non c’è o ce n’è molto poco;
E’ presente in nazioni ex socialiste reali o comuniste, con moltissima evasione fiscale;
Anche in Italia l’evasione, purtroppo, è molto presente;
In Russia c’è la flat tax, al 13%;
Funziona perché Putin ha minacciato, in maniera molto credibile, gli oligarchi di andare in galera;
Da noi sembra funzionare diversamente: da un lato si promette fiscalità base al 15%, molto favorevole per chi vuole aderire, dall’altro il governo, più volte, ha schiacciato l’occhio sia a piccoli che grandi evasori, e questo non va bene;
Solo di IRPEF il sommerso sarebbe (al 2017) di 119 miliardi;
Con l’IVA evasa si sale facilmente a più di 200 miliardi;
Bisogna trovare decine di miliardi per finanziare questa riduzione fiscale;
Non è una cosa facile; non si tratta di accorpare voci di spesa in spending review o di ridurre le spese di illuminazione pubblica nei piccoli comuni…
Trovare queste somme significa introdurre riforme sostanziali e durevoli nel tessuto sociale;
Riforme comporteranno cambiamento nel funzionamento dello stato sociale,nelle assunzioni del pubblico impiego, negli acquisti della pubblica amministrazione e nel sistema pensionistico;
Per quanto concerne l’autonomia delle tre regioni del nord, si tratta di una richiesta di “federalismo fiscale” a saldo zero, quindi assomiglia molto ad un “siamo più ricchi di voi, e vogliamo continuare ad esserlo ancora di più trattenendo una parte rilevante delle entrate fiscali”;
Questo ancora di più se si consente alle regioni del Nord di appropriarsi di prerogative che oggi sono dello stato nazionale;