Videointervista a Isabelle Bourcier, Global Head of Quantitative & Index di Bnp Paribas Asset Management, sul mercato degli ETF.
Cosa succederà nel mercato degli ETF nel corso del 2019?
Il 2018 dei mercati è stato abbastanza complicato, con molta volatilità e dispersione di valore. Abbiamo assistito ad un utilizzo molto tattico degli etf da parte degli asset manager. Abbiamo visto le case di gestione modificare velocemente il posizionamento sull’obbligazionario e anche sul comparto azionario.
Se consideriamo gli etf, il quadro è simile. Se il 2017 è stato contrassegnato da una crescita significativa dei mercati e bassa volatilità, con la crescita delle masse investite in etf del 40 per cento, in quest’anno il mercato europeo degli strumenti passivi ha visto una diminuzione degli asset vicina al meno 3 per cento alla fine di ottobre.
La fotografia è differente per BNP Paribas, che dopo un 2017 estremamente positivo, ha visto un incremento delle masse pari al più 13 per cento, anche per quanto riguarda l’anno in corso.
Quali sono i settori su cui si stanno concentrando gli investitori?
Nel 2018 abbiamo visto un grande interesse per l’azionario americano. Uno dei nostri prodotti di maggiore successo, in termini di attrazione di investimenti, è stato l’ETF sull’S&P 500, che si è dimostrato anche lo strumento con la migliore tracking difference in Europa. Un’altra area di grande interesse è rappresentata dagli strumenti ESG e SRI. Questo è un comparto in cui la domanda sta crescendo in modo esponenziale in tutta Europa. Abbiamo celebrato il decimo anniversario del primo etf; si offre esposizione all’azionario europeo con focus sulla riduzione del 50 per cento di carbon footprint. Anche l’interesse degli istituzionali su questo tema è in continua crescita.
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