3 domande al gestore. Equity Italia/Pir | Arca Fondi SGR

Piazza Affari riparte dopo un anno molto positivo. Secondo Giorgio Bortolozzo, responsabile investimenti azionari, il mercato è ancora appetibile, con valori molto interessanti. In questo contesto, la grande novità è costituita dal ritorno dei PIR, i Piani Individuali di Risparmio.

Buongiorno, benvenuti al consueto appuntamento con “3 domande al gestore”. Oggi parliamo di mercato azionario italiano, e ovviamente di Piani Individuali Risparmio. Lo facciamo con Giorgio Bortolozzo, Responsabile Investimenti Azionari di Arca Fondi SGR. Buongiorno Giorgio.

Buongiorno.

Dunque, i mercati azionari italiani hanno chiuso il 2019 in maniera sicuramente positiva, forse anche un po’ inaspettatamente visto l’andamento dell’anno precedente. La domanda che ti faccio è: con quale spirito affrontiamo l’inizio di questo nuovo decennio?

Citiamo spesso il fatto che il mercato italiano, in particolare il listino principale della Borsa di Milano, sia a sconto. Cioè abbia un prezzo rispetto agli utili generati dalle aziende basso rispetto alla propria storia media di lungo periodo e agli altri mercati europei e globali. Le ottime performance del mercato lo scorso anno hanno effettivamente riportato le valutazioni vicino alle medie di lungo periodo, ma siamo ancora lontani dal resto del mercato, dagli altri mercati. Per il 2020, in assenza di shock esogeni che per loro natura non sono prevedibili, le prospettive per l’Asset Class azionaria, per il mercato italiano in particolare, rimangono costruttive. Ricorderei come sempre l’opportunità e la necessità di affrontare degli investimenti, in particolare quelli di natura azionaria, con un orizzonte di investimento adeguato pluriennale.

Una discussione sul mercato azionario italiano evidentemente non può prescindere da un approfondimento sui PIR, i Piani Individuali di Risparmio. Che, ricordiamo, da pochi giorni sono tornati ad essere disponibili per le nuove sottoscrizioni. Consentiteci un piccolo riassunto. I PIR sono uno strumento di investimento di medio periodo sui quali è possibile investire 30 mila euro l’anno per cinque anni per un totale di 150 mila euro. Focalizzati sulle piccole e medie imprese italiane dove ci sono, in alcuni casi, dei veri e propri gioielli del sistema industriale italiano. In determinate condizioni, quindi mantenendo l’investimento per cinque anni, i PIR consentono una completa esenzione della tassazione sui rendimenti. Giorgio, la domanda che ti faccio è: innanzitutto ti chiederei di illustrarci quali sono le possibilità consentite dalla gamma PIR di Arca Fondi, e quali sono le differenze di questi nuovi PIR, se possiamo chiamarli così, rispetto a quelli precedentemente offerti.

Vorrei iniziare ricordando che Arca era già presente da diversi anni su questo segmento delle piccole e medie imprese italiane, con buoni risultati. In particolare grazie al Fondo Arca Economia Reale Equity Italia, proprio perché abbiamo creduto fin da tempi non sospetti nella bontà di questa componente dell’economia italiana. La gamma PIR di Arca si compone di cinque fondi. Tre fondi bilanciati, che offrono diversi gradi di esposizione ai mercati azionari: 15%, 30% e 55% rispettivamente. Poi abbiamo a disposizione due fondi azionari puri. Il primo, Arca Azioni Italia, è un fondo storico di Arca che permette di avere un’esposizione al listino principale di Milano e alle Mid Cap italiane con una selezione attiva. Il secondo è Arca Economia Reale Equity Italia, che si concentra nel segmento delle piccole e medie imprese italiane, dando un esposizione e una selezione attiva verso le eccellenze che compongono il tessuto produttivo del nostro Paese. Venendo alle differenze della nuova normativa, da un punto di vista gestionale direi che per i Fondi Arca saranno minime. Dal momento che abbiamo già oggi un interesse e un’esposizione verso il segmento dell’economia reale del nostro Paese.

Bene passerei all’ultima domanda. Abbiamo detto che i PIR investono sulle piccole e medie imprese, settore sicuramente interessante, però caratterizzato da una liquidità, cioè una facilità di scambi dei titoli sul mercato, che mediamente è considerata mediamente più bassa rispetto a quella che caratterizza il listino principale. Che tipo di considerazione possiamo fare in merito?

È senz’altro vero che questo segmento del mercato deve ancora svilupparsi. Però non vedo al momento delle difficoltà a implementare delle scelte di investimento attive su questo segmento di mercato, almeno nella misura richiesta. Inoltre possiamo, a mio avviso, individuare due possibili effetti positivi della ripartenza dei PIR nella nuova versione. Sulla liquidità e sulla qualità di questo segmento di mercato. Il primo è quello di riportare l’attenzione degli operatori e degli investitori su questo segmento di mercato, potenzialmente aumentandone liquidità e trasparenza. Il secondo, conseguente, potrebbe essere quello di attirare aziende che al momento sono private ad aprirsi al mercato di capitali più strutturato e più attento per raccogliere le risorse di cui hanno bisogno per sostenere crescita e effettuare nuovi investimenti. Una sorta di circolo virtuoso. Già gli ultimi tre anni sono andati in questa direzione, con l’effetto di allargare la dimensione del mercato e di aumentare il numero di Asset a disposizione degli investitori.

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