Buongiorno.
Citiamo spesso il fatto che il mercato italiano, in particolare il listino principale della Borsa di Milano, sia a sconto. Cioè abbia un prezzo rispetto agli utili generati dalle aziende basso rispetto alla propria storia media di lungo periodo e agli altri mercati europei e globali. Le ottime performance del mercato lo scorso anno hanno effettivamente riportato le valutazioni vicino alle medie di lungo periodo, ma siamo ancora lontani dal resto del mercato, dagli altri mercati. Per il 2020, in assenza di shock esogeni che per loro natura non sono prevedibili, le prospettive per l’Asset Class azionaria, per il mercato italiano in particolare, rimangono costruttive. Ricorderei come sempre l’opportunità e la necessità di affrontare degli investimenti, in particolare quelli di natura azionaria, con un orizzonte di investimento adeguato pluriennale.
Vorrei iniziare ricordando che Arca era già presente da diversi anni su questo segmento delle piccole e medie imprese italiane, con buoni risultati. In particolare grazie al Fondo Arca Economia Reale Equity Italia, proprio perché abbiamo creduto fin da tempi non sospetti nella bontà di questa componente dell’economia italiana. La gamma PIR di Arca si compone di cinque fondi. Tre fondi bilanciati, che offrono diversi gradi di esposizione ai mercati azionari: 15%, 30% e 55% rispettivamente. Poi abbiamo a disposizione due fondi azionari puri. Il primo, Arca Azioni Italia, è un fondo storico di Arca che permette di avere un’esposizione al listino principale di Milano e alle Mid Cap italiane con una selezione attiva. Il secondo è Arca Economia Reale Equity Italia, che si concentra nel segmento delle piccole e medie imprese italiane, dando un esposizione e una selezione attiva verso le eccellenze che compongono il tessuto produttivo del nostro Paese. Venendo alle differenze della nuova normativa, da un punto di vista gestionale direi che per i Fondi Arca saranno minime. Dal momento che abbiamo già oggi un interesse e un’esposizione verso il segmento dell’economia reale del nostro Paese.
È senz’altro vero che questo segmento del mercato deve ancora svilupparsi. Però non vedo al momento delle difficoltà a implementare delle scelte di investimento attive su questo segmento di mercato, almeno nella misura richiesta. Inoltre possiamo, a mio avviso, individuare due possibili effetti positivi della ripartenza dei PIR nella nuova versione. Sulla liquidità e sulla qualità di questo segmento di mercato. Il primo è quello di riportare l’attenzione degli operatori e degli investitori su questo segmento di mercato, potenzialmente aumentandone liquidità e trasparenza. Il secondo, conseguente, potrebbe essere quello di attirare aziende che al momento sono private ad aprirsi al mercato di capitali più strutturato e più attento per raccogliere le risorse di cui hanno bisogno per sostenere crescita e effettuare nuovi investimenti. Una sorta di circolo virtuoso. Già gli ultimi tre anni sono andati in questa direzione, con l’effetto di allargare la dimensione del mercato e di aumentare il numero di Asset a disposizione degli investitori.