Dopo un 2019 molto positivo, come sarà il 2020 dei mercati? Nel consueto appuntamento video, Alberto Zorzi ci illustra la nostra view: un 2020 che nasce sotto buoni auspici ma con delle incognite che vanno monitorate. Grande attenzione sui temi d’investimento vecchi (il ritorno dei PIR) e nuovi (i Fondi ESG). Il punto sui mercati è a cura di Alberto Zorzi, Vice Direttore Generale Direzione Investimenti.
Sì, è stato positivo per i mercati azionari, ma il dato che sottolinerei è la performance positiva dei mercati emergenti, sia nel mondo azionario che in quello obbligazionario. Abbiamo già avuto modo in passato di far presente che, in un contesto di tassi bassi, dollaro stabile, economie che si consolidano, possiamo avvicinarsi alle attività rischiose, come appunto i mercati emergenti, con una relativa sicurezza.
Mah… su quest’ultimo punto quello che sottolinerei, a parte gli aspetti scientifici che non ci competono, chiaramente c’è un forte impulso, che viene tra l’altro da parte delle Nazioni Unite, per far sì che gli investitori e i gestori nelle proprie scelte indirizzino i capitali verso settori, ambiti, strumenti che nelle loro scelte prendono in considerazioni non solamente metriche che poi vediamo riassunte nel conto economico, nello stato patrimoniale, quindi parliamo delle rendicontazioni non finanziarie. Per fare propria questa sensibilità, i gestori possono anche decidere di aderire ai principi per gli investimenti responsabili delle Nazioni Unite.
E’ corretto, e stiamo dicendo che nel momento in cui si acquistano, ci si indirizza verso fondi, prodotti ESG, stiamo dicendo che non guardiamo solamente a quelle società di gestione che fanno propri i principi che dicevamo, ma anche a prodotti che hanno specifiche previsioni regolamentari, contrattuali, quindi tra chi li produce e chi li sottoscrive. Per fare un esempio, per capirci in ambito automobilistico noi possiamo avere i produttori che fanno proprio il concetto di produrre auto sempre meno inquinanti, l’acquirente di un veicolo può indirizzarsi verso una di queste società, ma poi può decidere nell’acquisto dello specifico prodotto, della specifica auto, di andare su quella che è a emissioni zero, o comunque le più basse possibili.
Mah… devono essere molto soddisfatti in quanto si ritorna allo spirito originario dei PIR. Viene meglio definito l’ambito delle piccole e medie imprese, ma fondamentalmente torniamo agli strumenti che hanno avuto grande popolarità tre anni fa. Con le nuove regole andiamo a identificare un comparto che ha una capitalizzazione di circa 30 miliardi con un flottante di circa 10 miliardi, quindi sufficientemente ampio da permettere a noi gestori di fare scelte discrezionali con l’obiettivo, chiaramente, di portare valore ai portafogli.
No, non c’è contraddizione in quanto, innanzi tutto, i PIR possono operare sia nell’ambito azionario, ma anche nell’ambito del reddito fisso. Quindi, strumenti di natura obbligazionaria, appunto emessi da questa particolare categoria di società. Poi dobbiamo tenere presente che c’è una parte libera che permette quindi a chi gestisce questi prodotti, a chi li intuisce, li crea, di portare diversificazione all’interno dei portafogli, e poi la cosa molto importante da tenere presente quando si guarda quest’ambito, le società che caratterizzano questa tipologia di prodotti sono sì piccole, ma sono leader nel proprio settore, piccole multinazionali tascabili il cui fatturato deriva in larga misura da l’operatività con l’estero, con tutto il mondo.
No, non è tardi. E’ vero che nelle ultime settimane sono andati particolarmente bene, però da un lato hanno anticipato un movimento una tendenza che stava appunto per arrivare, in parte hanno chiuso un ritardo che si era accumulato negli ultimi mesi proprio a causa dei problemi che avevano interessato questa tipologia di strumenti, e poi bisogna tenere presente che stiamo parlando di una tipologia di prodotti che per loro natura guardano al lungo periodo, e sui quali è utile avvicinarsi con la logica del piano d’accumulo.
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