L’educazione finanziaria serve a provare a scardinare nuovi e antichi pregiudizi, ed accrescere il livello medio di alfabetizzazione in campo finanziario che al momento le statistiche internazionali vedono attestarsi tristemente in fondo alla classifica.
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Immagina di dover chiedere in prestito 100 euro. Quale sarebbe la somma più bassa da restituire? 105 euro o 100 euro più il tre per cento?
Questa è una delle domande con cui nel 2014 Annamaria Lusardi, una delle massime esperte di educazione finanziaria al mondo, ha misurato il livello di alfabetizzazione finanziaria in 144 nazioni tra cui l’Italia.
I risultati dell’indagine: nelle prime tre posizioni Norvegia, Danimarca e Svezia.
Il Regno Unito è sesto, la Germania ottava, gli Stati Uniti tredicesimi. Più giù in 58a posizione… il Togo e l’italia? 63esima
Aspetta però… in un’indagine che voleva misurare la nostra alfabetizzazione finanziaria, metà delle domande erano semplici operazioni matematiche.
(Segue, nel video, una serie di interviste a persone di tutte le età, da cui si evince facilmente come il risultato dell’analisi sulla mancata alfabetizzazione finanziaria italiana sia, purtroppo, vero)
Quindi, se non sappiamo calcolare a mente semplici percentuali, siamo considerati analfabeti finanziari.
La matematica è bella! Soprattutto quando iniziamo unire i puntini. Anche se questa non è certo la parte più affascinante. Sia chiaro, non è sufficiente saper fare le percentuali per conoscere l’economia, ma se non sappiamo calcolarle non possiamo utilizzare concetti come sconto, interesse, euribor, rendimento.
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