Alessandro Fugnoli, Strategist di Kairos, spiega il ciclo di espansione dell’ economia iniziato nel 2009, che il prossimo giugno compirà 10 anni.
Il prossimo giugno, quindi fra poche settimane, il ciclo di espansione economica iniziato nel 2009 compirà 10 anni, e diventerà il più lungo, il più longevo nella storia dei cicli economici dai tempi della grande depressione degli anni trenta del secolo scorso. Le ragioni di questa longevità sono essenzialmente tre.
Una è il fatto che si è proceduto con una velocità ridotta, quindi la crescita è stata relativamente bassa, più bassa rispetto alle espansioni precedenti. La seconda ragione è che l’inflazione salariale, che è stata molto contenuta. Ancora oggi negli Stati Uniti le aziende preferiscono fatturare meno, produrre meno, piuttosto che concedere aumenti salariali, e la terza ragione è stata l’assenza di gravi fenomeni di bolle speculative sui mercati finanziari. Il rialzo delle borse è giustificato dal rialzo degli utili. Non c’è stata una bolla immobiliare come era accaduto nell’espansione precedente.
Tutti questi tre fattori, quindi, hanno contribuito a mantenere un relativo equilibrio nelle condizioni generali del sistema.
la lunga durata di questa espansione ha fatto pensare a molti, negli ultimi mesi, all’imminente fine di questo ciclo, e quindi anche del ciclo di rialzo delle borse. Tuttavia, se noi andiamo a vedere le cause che storicamente provocano la fine dei cicli economici, vediamo che sono collegabili a due fattori. Lo scontro con vincoli reali oppure con vincoli monetari.
L’espansione degli anni sessanta fini nei primi anni ’70 per vincoli reali, cioè per il fatto che ci fu uno shock petrolifero e l’economia dell’occidente si fermò a causa di questo shock esogeno. Shock monetari o finanziari sono per esempio crisi di bilancio dei pagamenti, oppure politiche di bilancio pubblico di austerità, che frenano la crescita e provocano recessione. In questa fase, tuttavia, l’orientamento generale, soprattutto negli Stati Uniti e in Cina, è quello di non curarsi più di tanto dei vincoli di bilancio, dei vincoli monetari, e quindi di accettare di prendere qualche rischio in termini di inflazione, rischi moderati, e di aumentare il disavanzo pubblico, e quindi lo stock di debito, per poter prolungare questo ciclo di crescita, anche perché i pericoli di una recessione, in un contesto globale di debito molto elevato, sono maggiori che in passato, e quindi la recessione si cerca di evitarla in tutti i modi possibili.
Questo fa pensare che l’espansione in corso potrà avere ancora un certo tempo di vita, non sappiamo ancora quanto, ma il fatto che l’orientamento non sia quello di frenare in anticipo e preventivamente il ciclo economico per evitare l’inflazione, ma sia invece di spingere sull’acceleratore, fa pensare che la crescita potrà durare ancora come minimo altri trimestri e forse anni.
L’europa è il punto debole, il punto più fragile del quadro globale. E’ a rischio di recessione. Già negli ultimi mesi ha sfiorato la recessione; in alcuni paesi come
l’Italia è andata leggermente sotto zero, e non è attrezzata per politiche espansive E’ tutta orientata verso le esportazioni, e quindi dipende dall’espansione degli altri, e rifiuta il fatto di alimentare la domanda interna, e impone vincoli di bilancio severi a tutti i paesi.
Ciò nonostante, il fatto che gli altri paesi, come abbiamo visto, Cina, Stati Uniti, stiano attuando politiche espansive nonostante siamo al decimo anno di ripresa, fa sì che l’economia globale nel complesso possa rimanere sostenuta, e che quindi l’Europa possa trarre beneficio da questo contesto complessivo.
Per quanto poi riguarda le borse europee, le basse valutazioni rispetto agli altri mercati sono un’ulteriore fonte di sostegno, per cui se gli altri mercati, come stanno facendo, continueranno a salire così farà anche l’europa
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