Mentre il prezzo del bitcoin continua a salire verso 5.000 dollari, Tom Chitty di CNBC International spiega se la corsa sulle montagne russe delle criptovalute potrebbe renderci ricchi.
Se qualcuno avesse comprato bitcoin per un controvalore di 1000 dollari nell’agosto del 2010, oggi avrebbe circa 50 milioni di dollari in portafoglio. Per molti investitori, e per gli squali di Wall Street, questi ritorni hanno troppo valore per ignorarli.
Ma il bitcoin è solo una di molte criptovalute oggi esistenti, e che attraggono investitori eccitati. Alcune altre sono Litecoin, Ethereum, Ripple e Dash.
Ma le criptovalute sono una scommessa facile dove investire i nostri sudati soldi? E la crescita può continuare?
La crisi finanziaria del 2008 ha esposto il sistema imperfetto su cui contano oggi le banche. Ogni volta che facciamo un pagamento online, o trasferiamo soldi da un conto all’altro, poniamo la nostra fiducia sui sistemi della grandi società e delle banche. Ed entrambe possono (e sono) soggette a frodi e bancarotte.
Le criptovalute, invece, sono scambiate su un network P2P (da persona a persona) decentralizzato. Gli analisti credono che questo nuovo sistema di pagamento, che funziona senza che dietro ci siano società che devono fare profitti, sia più rivoluzionario delle stesse valute virtuali.
Tutte le transazioni avvengono su un registro pubblico condiviso, chiamato blockchain, e quindi verificato da molti utenti e dai loro computer. Il tutto mentre l’identità di chi abbia fatto cosa rimane nascosta.
Ma mentre la blockchain viene celebrata tra gli esperti dell’industria, le stesse criptovalute continuano a dividere l’opinione pubblica.
Normalmente, i governi e le banche centrali tengono d’occhio la valuta di una nazione. Essi hanno l’abilità di poter attuare una serie di misure che possono aumentarne o diminuirne il valore. E, sebbene tutto ciò possa funzionare o meno, almeno si sa chi sono i responsabili.
Con le criptovalute, non c’è istituzione o persona che possa proteggerne il valore. Ciò significa che i prezzi sono basati solamente su quello che le persone pensano possano valere. E, se qualcosa mina questo credo, esse possono andare in caduta libera. All’inizio di quest’anno, infatti, la seconda criptovaluta per importanza, Ethereum, ha fatto proprio questo; è passata, in un solo giorno, da 317 dollari a 10 centesimi. Sebbene il bitcoin abbia guadagnato più del 100% nel solo 2016, esso è stato 5 volte più volatile dello S&P500.
Molti investitori sono spaventati da questo tipo di instabilità. Sanno che, se qualcosa andasse storto, non ci sarebbe supporto da parte di nessuno.
Le criptovalute sono anche conosciute come l’“oro degli sciocchi”, come l’arte od il vino; questo vuol dire, semplicemente, che non fornisco un reale ritorno, quantificabile in maniera esatta ed incontrovertibile, sugli investimenti. In pratica, non fanno quello che fanno l’affitto di una casa, od i dividendi di una società; fornire, cioè, un ritorno tangibile.
L’unico modo di fare denaro attraverso il trading delle valute virtuali è quello di trovare qualcuno disposto a pagare un prezzo ancora superiore di quello che l’acquirente originario abbia pagato in prima istanza.
Basandosi sui trend attuali, ci sono molte possibilità che ciò accada. Specialmente se si azzecca un vincitore come il bitcoin; il suo prezzo, infatti, è più che raddoppiato, finora, nel 2017.
Molti analisti, però, ritengono che il treno buono del bitcoin abbia lasciato la stazione, e che i veri profitti siano da trovarsi nelle criptovalute meno conosciute. Il prezzo di tutte queste, infatti, è salito parecchio nel corso dell’anno.
Le transazioni delle valute virtuali, però, devono ancora contare sull’intervento umano. Questo perché ogni transazione deve essere registrata e controllata da parecchie persone; il tutto genera rallentamenti nello svolgimento del trade. Oltretutto, coloro che fanno i controlli non sono necessariamente interessate nella transazione in sé. Se possedessero criptovalute esse stesse, inoltre, potrebbero voler artificialmente tenere i prezzi alti.
Mentre i possessori di bitcoin chiedono transazioni più veloci, questa richiesta si scontra con chi fa il mining (cioè produce “fisicamente”) dei bitcoin stessi. Ci sono discrete paure che questo fatto possa diventare un enorme problema.
Tutto ciò ha portato ad una divisione nel mondo del bitcoin ad agosto 2017. Il bitcoin originale è adesso conosciuto come “bitcoin core”. Una seconda valuta, chiamata “bitcoin cash”, è stata creata al suo fianco. Quest’ultima fornisce transazioni più veloci, ed è attualmente la quarta criptovaluta come valore, con circa 5 miliardi di dollari di giacenze. Come tutte le valute digitali, è estremamente volatile; 24 ore dopo essere stata creata, il suo valore si era dimezzato.
Ciò ha rivelato una debolezza del sistema. Le persone che hanno iniziato ad usare questo sistema, adesso, devono contare su un gruppo di persone interamente diverso per fare degli scambi ufficiali.
Per molte nazioni e per i loro cittadini, le criptovalute forniscono un’ancora di salvezza. Per esempio, il Venezuela, che è piagato da una scarsità di contante ed ha l’inflazione più alta del mondo. O la Cina, il cui governo ha ristretto il movimento del capitale al di fuori della nazione.
Le valute digitali rappresentano un’alternativa attraente alla valute ed agli investimenti tradizionali. La popolarità crescente del bitcoin in queste nazioni è una delle motivazioni della sua travolgente salita recente.
Detto tutto questo, vale la pena investire in queste valute virtuali? E’ una scelta personale.
Una cosa è comunque sicura, indipendentemente dalle salite e discese a cui assistiamo. La tecnologia che sta dietro alle criptovalute, la blockchain, è il reale valore. E non solo per le criptovalute.