Il settore dei consumi di base, che include alimenti e bevande, sta attraversando una fase di profondi cambiamenti guidati dalle esigenze delle nuove generazioni (Millennial e Generazione Z). I due gruppi di persone di età compresa tra i 18 e i 34 e tra i 15 e i 20 anni si stanno infatti rivelando consumatori molto diversi dai loro genitori. In particolare, le parole d’ordine nelle scelte legate all’alimentazione sono due: “subito” e “qualità”. Trattandosi, in particolare nel caso dei Millennial, di persone con un potere d’acquisto crescente, intercettare i loro gusti è fondamentale per aziende produttrici, ristoranti e grande distribuzione.
Da nativi digitali, i Millennial non entrano in un ristorante e non acquistano prodotti alimentari senza prima informarsi online. Sempre più persone, poi, acquistano direttamente su Internet. Secondo una ricerca condotta da Nielsen sul futuro del business alimentare, i consumatori di oggi, Millennial in testa, cercano sempre più frequentemente alimenti freschi, naturali e con un livello minimo di sofisticazione. E attribuiscono un’importanza centrale alla possibilità di usufruire di un bene o un servizio nell’attimo stesso in cui lo desiderano e goderne all’interno di vere e proprie esperienze sociali, come viaggi, concerti o eventi sportivi.
Questi trend sono all’origine della trasformazione digitale dell’industria alimentare, punteggiata da un crescente numero di negozi specializzati in prodotti biologici che, attraverso il web, possono garantire un servizio di consegna espressa, in casa come in ufficio. Ma non basta avere un e-commerce per interagire con questi nuovi pubblici. Occorre puntare a una strategia digitale più articolata, che garantisca una presenza dell’azienda in ogni fase del “customer journey”: dalla ricerca online del negozio giusto all’identificazione del prodotto, dalla condivisione di recensioni all’acquisto. In sostanza, riuscire a ingaggiare emozionalmente le persone attraverso esperienze sempre più digitali. Un modus operandi che ormai guida molte aziende del settore dei beni di consumo di base verso un uso sempre più intensivo di infrastrutture tecnologiche.
L’impatto delle nuove generazioni di nativi digitali sul consumo di prodotti alimentari, la sempre maggiore ricerca di sostenibilità e l’affermazione di stili alimentari “green” sono tendenze di cui tenere conto in un investimento nel settore dei consumi di base, in particolare quello alimentare. Innanzitutto il cibo è un vero e proprio elemento portante dell’economia di tutti i paesi: i consumatori non possono fare a meno di acquistarlo, a prescindere dall’andamento dei mercati finanziari. Ecco perché i beni di consumo di base rappresentano un settore non ciclico che sta sovraperformando dal 1962 e ha battuto l’indice S&P 500 negli ultimi tre periodi di recessione. L’inserimento di titoli del settore in un portafoglio di investimento diversificato può quindi essere utile per aumentarne la stabilità.
La bassa volatilità, le interessanti prospettive di crescita legate al rapido sviluppo della domanda nei Mercati Emergenti e l’ulteriore potenzialità di rendimento legata ai dividendi generati dai titoli del settore, rappresentano fattori che, sommati, rendono interessante l’investimento in questo settore.
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