Business e falsi miti | Marco Montemagno

I media dipingono un’immagine degli imprenditori da invincibili Batman quando Deadpool sarebbe forse il paragone più azzeccato… Il business non è sempre successo, anzi. Marco Montemagno spiega perché.

In un’intervista con Floyd Mayweather si è molto divertito per due motivi: il primo è che ha detto che l’investimento migliore che ha fatto nella sua vita sono 8-9 grattacieli che mi sono comprato a New York.

La seconda cosa, che lo ha invece incuriosito in modo più interessante, è come si preparava in genere per gli incontri. La cosa faceva notare è che mentre tutti i pugili si alzano prestissimo la mattina ed arrivano, secondo lui, esausti poi la sera, lui invece dichiara di avere un approccio molto più smart, di essere molto più attento, di gestirsi meglio soprattutto con gli anni. Insisteva sul fatto sì di lavorare duramente, chiaramente, di allenarsi duramente, ma farlo in modo intelligente.

Il primo mito

Questo è il primo mito da sfatare, quando si parla degli imprenditori di successo. Non è vero che se lavori 22 ore di fila è meglio che se lavori 12 ore; l’importante è che lavori bene, lavori al tuo massimo, ma non ti devi neanche bruciare. Se vai avanti così, quanto puoi reggere? Reggi per un certo periodo di, e la stessa cosa vale per gli atleti.

Si vuole durare nel lungo periodo? Bisogna trovare il ritmo giusto, ma non è che più quantità determina più qualità. C’è un limite, eccome, che è ovviamente molto personale e alcuni sono delle bestie pazzesche, hanno un fisico spaziale e vanno avanti a lavorare a oltranza; però c’è un limite per tutti.

Il secondo mito

Diverso, ma mito numero 2 da sfatare di questi grandi nomi che vediamo in giro, di casi di successo che leggiamo sui giornali, è che uno vinca sempre. Nessuno vince sempre. Djokovic non vince sempre; non vince sempre Richard Branson; non vince sempre nessuno.

Se si va ad analizzare la storia di chiunque, si vede che ci sono stati mille casini, mille fallimenti, mille bordelli, e che magari quello che si vede poi arrivare sui giornali è quella roba che c’ha azzeccato una volta nella vita, non per il resto. Non è vero che l’imprenditore di successo sia uno che deve per forza sempre azzeccarci; Mai, anzi il contrario. Ovviamente importante che ogni tanto ci pigli.

Il terzo

Numero 3, si vede sempre il nome singolo, e la tentazione quella di dire ”ecco, questo tizio, Bill Gates…”. Non è così; è sempre un lavoro di squadra. Anzi, fateci caso: spesso l’imprenditore, il fondatore dell’azienda che funziona, è quello che ne sa meno di tutti. Ne sa meno di tutti quelli del settore tecnico, di quelli del marketing, della vendita… magari ha una competenza molto forte, ma la competenza che ha senz’altro è quella di individuare persone giuste e di dargli la direzione. Ma non è affatto vero che si accende la lampada. Poi ci sono dei casi in cui ci sono i geni delle lampada, però spesso non è così.

Le ultime due caratteristiche

Altre due caratteristiche, un po’ più contabili finanziarie.
L’imprenditore è successo non è detto che sia uno che sa fare di conto, e che sia un genio matematico. Spesso non è così. Fattura in cloud mi conferma questa statistica, che in italia nel 70 per cento dei casi un’azienda fa flop perché semplicemente non c’è più il contante, hanno sbagliato a fare la loro valutazione economica, i conti non tornano vengono a mancare i soldi. In Inghilterra si dice “cash is king”; invece in questo caso “cashflow is king”. Il fatto di avere continuamente revenues che entrano, ed avere un occhio sui conti chiaramente è importante. Perché succede questo? Perché spesso l’imprenditore, quello che lancia l’iniziativa, è l’animale da battaglia quello che vende, quello che va, porta a casa il business, ma poi magari non è uno che sta attento più di tanto ai conti. Dipende dalla tipologia.

Ultima caratteristica sono gli strumenti. Nel libro di Ray Dalio, principles, dove si vede che uno degli investitori più famosi al mondo di fatto nelle sue aziende ha messo giù dei sistemi che gli permettono di tener d’occhio tutto quello che succede in tempo reale e avere anche tutta una parte di algoritmi predittivi. Ognuno nel proprio piccolo può vederlo; c’è tutta una serie di parametri che si hanno davanti in tempo reale. Se non ci sono, si sta navigando al buio.

Conclusioni

Quando si apre il giornale, sembrano tutti Nembo Kid, ma non è così. Si chiude con Benjamin Franklin, quando diceva “Se vuoi avere successo nel tuo lavoro, se vuoi fare una roba che ti funziona nella tua vita lavorativa, salta così velocemente sulle nuove opportunità così come salti velocemente alle conclusioni”.

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