BCE. Conferenza stampa del 10 aprile 2019

Il presidente Mario Draghi ha illustrato le ultime decisioni di politica monetaria del Consiglio direttivo della BCE, e ha risposto alle domande dei giornalisti in una conferenza stampa il 10 aprile 2019.

Introduzione

Signore, Signori, è con grande piacere che insieme al Vicepresidente vi porgo il benvenuto alla conferenza stampa. Vi esponiamo ora gli esiti della riunione odierna del Consiglio direttivo.

Sulla base della consueta analisi economica e monetaria abbiamo deciso di lasciare invariati i tassi di interesse di riferimento della BCE. Continuiamo ad attenderci che si mantengano su livelli pari a quelli attuali almeno fino alla fine del 2019 e in ogni caso finché sarà necessario per assicurare che l’inflazione continui stabilmente a convergere su livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio termine.

Intendiamo continuare a reinvestire, integralmente, il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del programma di acquisto di attività per un prolungato periodo di tempo successivamente alla data in cui inizieremo a innalzare i tassi di interesse di riferimento della BCE, e in ogni caso finché sarà necessario per mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accomodamento monetario.

Il Consiglio direttivo è pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti, ove opportuno, per assicurare che l’inflazione continui ad avvicinarsi stabilmente al livello da noi perseguito.

Informazioni precise sui termini della nuova serie di operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (OMRLT III) saranno comunicate nel corso di una delle nostre prossime riunioni. In particolare, il tasso applicabile alle OMRLT III terrà conto di una valutazione approfondita del canale bancario di trasmissione della politica monetaria, nonché dell’evoluzione futura delle prospettive economiche. Nel contesto delle nostre regolari valutazioni, considereremo anche se per preservare le implicazioni favorevoli dei tassi di interesse negativi per l’economia occorra attenuarne eventuali effetti collaterali sull’intermediazione bancaria.

Le informazioni che si sono rese disponibili dopo l’ultima riunione del Consiglio direttivo, tenutasi agli inizi di marzo, confermano che la perdita di slancio della crescita si prolungherà nell’anno in corso. Malgrado segnali di affievolimento di alcuni dei fattori idiosincratici interni che frenano la crescita, circostanze sfavorevoli a livello mondiale continuano a pesare sull’evoluzione dell’espansione economica dell’area dell’euro. Il perdurare di incertezze connesse a fattori geopolitici, alla minaccia del protezionismo e alle vulnerabilità nei mercati emergenti lascia un segno sul clima di fiducia. Al tempo stesso ulteriori incrementi dell’occupazione e un aumento delle retribuzioni continuano a sostenere la capacità di tenuta dell’economia interna e il graduale intensificarsi di spinte inflazionistiche. Un ampio grado di accomodamento monetario resta tuttavia necessario per salvaguardare condizioni di finanziamento favorevoli e sostenere l’espansione economica, assicurando quindi che prosegua uno stabile percorso dell’inflazione verso livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio termine. La politica monetaria imprime uno stimolo significativo attraverso le indicazioni prospettiche da noi fornite sui tassi di interesse di riferimento della BCE, corroborate dai reinvestimenti delle notevoli consistenze di attività acquistate e dalla nuova serie di OMRLT.

Analisi economica

Passo ora a illustrare la nostra valutazione in maggior dettaglio, a iniziare dall’analisi economica. Nel quarto trimestre del 2018 il PIL in termini reali dell’area dell’euro è aumentato dello 0,2% sul periodo precedente, dopo lo 0,1% del terzo trimestre. I dati più recenti continuano a indicare un’evoluzione debole, specie per il comparto manifatturiero, soprattutto per via del rallentamento della domanda estera, a cui si aggiungono alcuni fattori specifici a livello di paese e settore. Poiché l’impatto di questi fattori risulta in qualche modo più persistente, la perdita di slancio della crescita dovrebbe prolungarsi nell’anno in corso. Ci si attende che in futuro l’effetto di questi fattori avversi venga meno. L’espansione dell’area dell’euro seguiterà a essere sostenuta da condizioni di finanziamento favorevoli, ulteriori incrementi dell’occupazione e un aumento delle retribuzioni, nonché dal perdurare della crescita dell’attività mondiale, seppure a un ritmo lievemente inferiore.

I rischi per le prospettive di crescita nell’area dell’euro restano orientati al ribasso per via delle persistenti incertezze connesse a fattori geopolitici, alla minaccia del protezionismo e alle vulnerabilità nei mercati emergenti.

Secondo la stima rapida dell’Eurostat, nell’area dell’euro l’inflazione sui dodici mesi misurata sullo IAPC si è portata all’1,4% a marzo, dall’1,5% di febbraio, rispecchiando in prevalenza l’andamento più contenuto della componente degli alimentari, dei servizi e dei beni industriali non energetici. Sulla base dei prezzi correnti dei contratti future sul petrolio, è probabile che l’inflazione complessiva si riduca nei prossimi mesi. Le misure dell’inflazione di fondo restano in generale contenute, ma le pressioni sul costo del lavoro sono diventate più forti e generalizzate a fronte dell’elevato grado di utilizzo della capacità produttiva e di condizioni più tese nei mercati del lavoro. In prospettiva, ci si attende che l’inflazione di fondo aumenti nel medio periodo, sostenuta dalle nostre misure di politica monetaria, dal perdurare dell’espansione economica e dalla più vigorosa dinamica salariale.

Analisi monetaria

Passando all’analisi monetaria, la crescita dell’aggregato monetario ampio (M3) è aumentata al 4,3% lo scorso febbraio, dopo il 3,8% di gennaio. Al di là di una certa variabilità dei flussi mensili, l’espansione di M3 continua a essere sostenuta dall’erogazione del credito bancario, malgrado la recente moderazione della dinamica del credito. L’aggregato monetario ristretto (M1) ha ancora fornito il contributo principale all’incremento dell’aggregato monetario ampio.

Il tasso di crescita sui dodici mesi dei prestiti alle società non finanziarie è salito al 3,7% a febbraio dal 3,4% di gennaio, soprattutto di riflesso a un effetto base; guardando oltre la volatilità di breve termine, ha registrato una moderazione negli ultimi mesi, rispecchiando la tipica reazione ritardata al rallentamento dell’economia. Allo stesso tempo, il tasso di incremento sui dodici mesi dei prestiti alle famiglie è rimasto sostanzialmente invariato al 3,3% a febbraio. L’indagine sul credito bancario nell’area dell’euro per il primo trimestre del 2019 suggerisce che le condizioni complessive di prestito applicate dalle banche sono rimaste favorevoli.

Le nostre misure di politica monetaria, compresa la nuova serie di OMRLT che abbiamo annunciato a marzo, contribuiranno a salvaguardare condizioni favorevoli del credito bancario e continueranno a sostenere l’accesso al finanziamento, soprattutto per le piccole e medie imprese.

Conclusioni

In sintesi, la verifica incrociata degli esiti dell’analisi economica con le indicazioni derivanti dall’analisi monetaria ha confermato che un ampio grado di accomodamento monetario è ancora necessario affinché l’inflazione continui stabilmente a convergere su livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio termine.

Per poter fruire appieno dei benefici derivanti dalle nostre misure di politica monetaria, le altre politiche devono contribuire in modo più decisivo a incrementare il potenziale di crescita a più lungo termine e a ridurre le vulnerabilità. L’attuazione delle riforme strutturali nei paesi dell’area dell’euro va considerevolmente accelerata per consolidare la capacità di tenuta, ridurre la disoccupazione strutturale e rafforzare la produttività e il potenziale di crescita dell’area. Quanto alle politiche di bilancio, l’orientamento lievemente espansivo nell’area dell’euro e il funzionamento degli stabilizzatori automatici sostengono l’attività economica. Allo stesso tempo, i paesi che presentano un debito pubblico elevato devono procedere nella ricostituzione di margini di manovra nei conti pubblici. Tutti i paesi dovrebbero intensificare gli sforzi per conseguire una composizione delle finanze pubbliche più favorevole alla crescita. Analogamente, la trasparente e coerente applicazione del quadro di riferimento dell’Unione europea per la governance economica e fiscale, nel tempo e nei vari paesi, resta essenziale per consolidare la capacità di tenuta dell’economia dell’area dell’euro. Migliorare il funzionamento dell’Unione economica e monetaria rimane una priorità. Il Consiglio direttivo apprezza i lavori in atto ed esorta ad adottare ulteriori misure specifiche e incisive per il completamento dell’unione bancaria e dell’unione dei mercati dei capitali.

Altri post che potrebbero interessarti