La preoccupazione per la pandemia lascia gradualmente il passo all’ottimismo. Sul fronte dei progetti si continua comunque a risparmiare soprattutto per le emergenze. Anche perché le famiglie italiane percepiscono l’inflazione. Resta stabile la propensione ad investire e si riscontra un ritorno di interesse per gli immobili.
Fabrizio Fornezza, Partner di Research Dogma, spiega alcune evidenze dell’edizione di autunno dell’Osservatorio ANIMA, focalizzandosi specialmente su alcuni concetti di attualità e sulla percezione che ne hanno gli italiani.
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Il ritorno ad un generalizzato ottimismo. Questo il leit motiv che emerge dall’ultima edizione (ottobre 2021) del consueto Osservatorio semestrale, realizzato da ANIMA Sgr, in collaborazione con la società di ricerche di mercato Eumetra. Ma, pur in un contesto più roseo, il “progetto” in vetta alle preferenze degli italiani resta comunque l’esigenza di risparmiare per affrontare nuove ed eventuali emergenze, non necessariamente di tipo sanitario.
L’indagine, attraverso questionari erogati online*, si propone un obiettivo ben preciso: analizzare i comportamenti finanziari, le abitudini di risparmio e i progetti delle famiglie italiane. La rilevazione è stata condotta nel mese di ottobre su un campione di 1.013 adulti “bancarizzati” (cioè titolari di un conto corrente bancario o libretto bancario/postale), con accesso al web, rappresentativo di circa 35 milioni di persone. All’interno di questo bacino, il 50%, oltre ad essere “bancarizzato” risulta anche investitore.
Diversi fattori supportano una visione più fiduciosa sulla situazione finanziaria attuale e futura del nostro Paese. Il successo della campagna vaccinale, insieme all’attuazione degli investimenti importanti che saranno introdotti a partire dai prossimi mesi con l’avvento del PNRR, dovrebbero infattifornire un ulteriore slancio alla crescita economica domestica (che potrebbe attestarsi nell’intorno del 6% nel 2021 e del 4% nel 2022).
La situazione economica del nostro Paese, rispetto ad un anno fa, è migliorata secondo il 44% dei “bancarizzati” e il 52% degli “investitori”, contro il 9% e il 14% rispettivamente della rilevazione di marzo 2021. Stesso discorso per quanto riguarda la situazione economica dell’Italia tra un anno: il fronte dei bancarizzati ottimisti passa dal 33% di marzo al 48%, mentre nel segmento degli investitori dal 40% si sale al 54%.
Dopo tanti mesi di incertezza, i timori per la pandemia stanno rientrando. Alla domanda su quali rischi, tra quelli che gli esperti ritengono in grado di peggiorare nel medio termine la vita delle persone, si considerino più gravi, scende dal 68% al 47% la percentuale di bancarizzati che ha risposto le “pandemie/malattie infettive”; dal 59% al 52% chi ha risposto “disoccupazione/recessione”. Al contrario, si riscontra un balzo per quanto riguarda la percezione dei rischi legati al “cambiamento climatico”, in quanto la percentuale nel segmento dei bancarizzati sale dal 29% al 37%. Anche nel segmento degli investitori si riscontra la stessa tendenza: le pandemie/malattie infettive passano dal 67% al 49%, la disoccupazione/recessione dal 54% al 48% e per quanto riguarda il cambiamento climatico dal 27% al 38%.
Inoltre, alla domanda se la pandemia avrà ancora un impatto negativo sulla situazione economica italiana (ovvero maggiore disoccupazione, recessione economica…), si riduce al 34% dal 52% la quota di bancarizzati che ritiene che “gli effetti ci saranno anche nel lungo termine” e dal 44% addirittura al 25% la quota nel segmento degli investitori.
Mettendo a confronto le prospettive sulla situazione del nostro Paese e quelle relative alla situazione
finanziaria personale, si riscontra un po’ più di ottimismo se si guarda al futuro. Rispetto ad un anno fa, il 23% dei bancarizzati e il 28% degli investitori ritiene migliorata la propria situazione; ragionando, invece, su come si starà fra un anno, si sale, rispettivamente, al 33% e al 36%.
Tuttavia, l’inflazione si fa sentire. Il 76% dei bancarizzati e il 73% degli investitori, infatti, ha dichiarato di aver rilevato un aumento dei prezzi dei suoi acquisti abituali rispetto al periodo pre-Covid. E i prezzi saliranno anche il prossimo anno, per il 61% del campione (57% degli investitori).
In vetta alle preferenze delle famiglie italiane resta l’esigenza di risparmiare per eventuali, nuove emergenze: a marzo si parlava del 52% dei bancarizzati oggi salgono di poco al 54%, mentre fronte investitori, dal 55% si sale al 58%. In seconda posizione il progetto di andare in vacanza, importante per il 35% dei bancarizzati e il 39% degli investitori (prima si parlava rispettivamente del 38% e del 39%).
Fra gli altri progetti, arretra l’attenzione ad “aiutare i familiari”: i dati di ottobre 2021 sono piuttosto distanti da quelli della primavera ma vicini a quelli del periodo pre-Covid (16-18% dei bancarizzati e 18-24% degli investitori nelle rilevazioni di primavera e autunno 2019).
L’indagine conferma anche questa volta la resilienza della propensione ad investire, ma al contempo va evidenziato il recupero di terreno da parte degli immobili. In particolare, il 62% dei bancarizzati e l’82% degli investitori, se oggi avesse dei soldi da investire, punterebbe su prodotti finanziari e, rispettivamente, passano dal 29% al 36%, e dal 28% al 32% fronte investitori, coloro che punterebbero sugli investimenti immobiliari.
In linea con una maggiore sensibilità da parte dei singoli e delle società verso comportamenti più virtuosi in tema di sostenibilità e quindi ad essere sempre più propensi ad attuare i criteri ESG, l’indagine ha evidenziato come si riduca ulteriormente la quota dei risparmiatori che dichiarano di non aver mai sentito parlare di investimenti ESG. Nello specifico, la quota dei bancarizzati “inconsapevoli” si riduce al 40% dal 45% di marzo 2021 (mentre un anno fa si parlava del 47%) e nel segmento degli investitori, si passa al 26% dal 31% di marzo 2021.
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