L’open banking sta cambiando il settore bancario e finanziario. Anche in Italia, dove si stanno facendo passi avanti nella diffusione dei pagamenti digitali.
Nel sistema bancario e finanziario è in corso una rivoluzione: l’open banking, la condivisione dei dati fra i diversi attori dell’ecosistema bancario, che sta cambiando i rapporti di forza nel settore, facendo emergere nuovi protagonisti, ed è anche un’iniezione di trasparenza soprattutto a beneficio del cliente finale, come emerso nel corso del Salone dei Pagamenti di Milano.
“Il sistema sta cambiando radicalmente. Noi crediamo che sia uno dei cambiamen
ti più importanti dell’ultimo decennio. Quello che cambia in particolare è che il sistema finanziario europeo sarà in grado di distribuire i propri prodotti in un modo nuovo, innovativo, utilizzando delle terze parti non bancarie, e spesso delle fintech molto innovative, veloci, mentre prima, diciamo, i prodotti finanziari erano relegati alle agenzie bancarie o all’online banking, quindi alle properties digitali della banca. Questo farà sì che ci sarà un vero vincitore in tutto questo, che è il cliente finale. L’utente avrà un offerta molto più ampia, in grado di soddisfare molte più esigenze, e potenzialmente a prezzi sempre più bassi”.
Un fattore positivo per accelerare la diffusione dei pagamenti digitali in italia, molto indietro rispetto al resto d’Europa. I negozianti, da parte loro, si stanno rendendo conto che alcuni servizi, come i pagamenti elettronici, ormai sono un servizio da offrire obbligatoriamente al cliente. Ma negli esercizi commerciali in futuro non si pagherà solo con la carta.
“Il negozio del futuro sarà un negozio che permetterà al nuovo consumatore, oggi consumatore decisamente più evoluto, a poter innanzitutto accettare qualsiasi pagamento elettronico, con tutti gli altri, i pagamenti alternativi. Però si stanno diffondendo molte soluzioni digitali di mobile app, che permettono di effettuare un acquisto sul punto vendita fisico e di pagare l’acquisto direttamente con un device che può essere uno smartphone, uno smartwatch, oppure anche, a questo punto, con la tradizionale carta di credito”.
Ma c’è del lavoro da fare, anche dal punto di vista culturale. Gli italiani, anche quelli che hanno meno di 30 anni, nei pagamenti sono ancora molto affezionati all’utilizzo del contante. Per innescare un circolo virtuoso, i genitori potrebbero, ad esempio, iniziare a digitalizzare la paghetta dei figli.
“Tra gli under 30, diciamo dai 12 ai 30 anni, cambia tutto. Inizialmente sei assolutamente non autonomo, dipendi dai genitori. Crescendo, magari i primi lavoretti, diventi più autonomo. Noi stiamo vedendo una forte correlazione tra l’uso del digitale e l’autonomia. Oggi cosa succede? Che la maggioranza dei genitori tende a pagare, a dare la paghetta in contanti. Il merchant, il bar, tende a preferire il pagamento di piccoli importi in contanti, e non si crea il circolo virtuoso che invece può aiutare entrambi, sia i genitori, i figli, ma anche poi alla fine il commerciante, che evita di fare piccoli resti e monete da tutte le parti. Quindi questa è un po’, come dire, la fotografia, oggi poco digitale, perché c’è poca autonomia; probabilmente un grande futuro nel momento in cui si crea una liason tra il genitore e il figlio nel mondo digitale.
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