L’idrogeno pronto a scendere in mare con i traghetti nelle Orcadi scozzesi. La sfida del progetto europeo “Bighit.eu” per soddisfare le richieste di energia in zone isolate e remote.
Un gruppo di ricercatori, del progetto europeo “Bighit.eu“, ci sta lavorando da tempo nelle isole Orcadi, nel Regno Unito. A Shapinsay vivono 300 persone, ed è una delle 20 isole più popolate di questo arcipelago scozzese. Questa è la sua principale centrale elettrica.
La turbina alimenta l’elettrolizzatore, dove viene incanalata l’acqua per ottenere idrogeno. Una struttura progettata per produrre fino a 400 chili di idrogeno al giorno. Catherine McDougall, Project Manager presso la “ITM Power” ci spiega “che prendono l’idrogeno a una pressione di 20 bar per poi immagazzinarlo in un serbatoio di accumulo. Quindi il gas viene compresso fino a 200 bar per diversi usi e applicazioni nelle vicinanze delle Orcadi. L’idrogeno viene impiegato per vari usi, durante l’inverno per il riscaldamento di una scuola locale, frequentata da 25 studenti. “Si tratta essenzialmente di avere una tubatura sotterranea che dal magazzino scorre sottoterra fino nella caldaia dove termina. In pratica si usa l’idrogeno per creare calore, che poi viene utilizzato nelle stufe della scuola. Avere tre riscaldamenti nelle aule permette ai bambini di essere sempre al caldo“, prosegue Catherine McDougall.
Una parte del gas viene trasportata nell’isola principale dell’arcipelago anche per altri scopi. 5 auto del consiglio locale sono state dotate di celle a combustibile a idrogeno. Il rifornimento richiede tra 3 e 5 minuti. L’intero sistema funziona ad altissima pressione, quindi è necessario fornire un’infrastruttura sicura e resiliente. Per Adele Lidderdale, Project Officer presso il Consiglio delle Isole Orcadi, l’idrogeno ha proprietà diverse rispetto alla benzina o al diesel che si usa per fare il pieno all’auto. “Questo gas tende a salire invece che scendere. Abbiamo dovuto prendere misure antistatiche, perché l’idrogeno non è compatibile con temperatura d’ignizione. Qui siamo fortunati. C’è quello che serve veramente per la progettazione del nostro sistema per l’idrogeno. Il cemento sui cui ci troviamo adesso è antistatico, se dovesse esserci un incendio anche i muri sono a prova di fuoco attorno allo stoccaggio dell’idrogeno.”
Il passo successivo è utilizzare l’idrogeno per alimentare i traghetti che collegano le isole dell’arcipelago. Il gas viene immagazzinato in 59 contenitori di alluminio. Questi possono alimentare un sistema di celle a combustibile in grado di produrre fino a 75 kilowatt di potenza per il trasporto di traghetti. Il sistema a celle a combustibile converte l’idrogeno con l’aria per produrre elettricità; di conseguenza qui abbiamo 40 batterie, che producono elettricità che poi viene fornita ai traghetti. Queste infrastrutture fanno parte di un progetto di ricerca europeo. Obiettivo utilizzare l’idrogeno al posto dei combustibili fossili che si trovano in posti isolati. “Usando questo potenziale locale, nel lungo termine sarà più economico che importare energia o combustibili da molto lontano. Dal punto di vista sociale poi è importante perchè si riduce l’uso di carbonio, anche per le industrie, a livello locale e anche nazionale“, fa notare Steve Bews, Presidente dello “Shapinsay Development Trust“. Meno inquinamento. Gli scienziati prevedono che tra dieci anni gli abitanti delle isole Orcadi potranno contare quasi esclusivamente su forme di energia green, tra cui l’idrogeno.
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