Fintech. Tutti ne parlano… ma cos’è, di preciso? | CNBC International

È un’industria multimiliardaria che sta cambiando tutto, da come facciamo acquisti a come otteniamo prestiti. Di che cosa si parla quando si parla di fintech? Lo spiega Elizabeth Schulze della CNBC.

Introduzione

Se si è mai pagato per qualcosa con il telefono, trasferito denaro usando un’app, o controllato il conto corrente online, si è già parte di un’industria multimiliardaria. Si chiama fintech, e sta cambiando le economie in tutto il mondo.

Di cosa si tratta

Fintech è l’abbraviazione di “financial technology“, ossia “tecnologia finanziaria“. Sembra semplice, vero? Il termine invece include un ampio spettro di prodotti, tecnologie e modelli di business che stanno cambiando l’industria sei servizi finanziari.

Si riferisce a qualsiasi cosa, dai pagamenti senza contante alle piattaforme di crowdfunding, dai robo-advisor alle criptovalute. Quindi, per esempio, ogni volta che si fa una donazione ad una campagna su Kickstarter, quello è fintech. Oppure, se si trasferiscono soldi a qualcuno utilizzando Venmo, è ancora fintech. Ed è solo l’inizio.

Il fintech all’opera

Centinaia di società stanno cercando di disgregare e cambiare l’industria bancaria e quella finanziaria; per farlo, vogliono cambiare il modo in cui si paga e si prende a prestito il denaro. E gli investitori gli stanno credendo. Gli investitori nel settore vi hanno riversato circa 100 miliardi di dollari fino all’anno scorso. Nel solo 2017, gli investimenti in questo settore sono cresciuti del 18%. Le startup che si focalizzano sulle tecnologie per pagare e prestare soldi hanno ricevuto la maggioranza di questi fondi. Ma non sono solo le startup che si stanno buttando nel fintech. Anche alcune delle più grandi società del mondo, come apple o Alibaba, lo stanno facendo, ed in grande; basta pensare ad Apple Pay o Alipay, i sistemi di pagamento controllati da queste conglomerate.

Una ragione per cui il fintech sta esplodendo? Semplice. I consumatori lo stanno adottando, ed in fretta. Una su tre persone, nelle 20 economie più sviluppate, ha detto che ha utilizzato almeno 2 servizi fintech negli ultimi sei mesi. La Cina e l’India sono all’avanguardia in questo settore, con più della metà dei consumatori mondiali. E questi ultimi utilizzano in massa servizi di trasferimento di denaro, pianificazione finanziaria, prestiti ed assicurazioni.

La tecnologia finanziari ha colmato un vuoto per molte persone nel mondo che non hanno accesso a servizi bancari tradizionali. Si stima, infatti, che circa 2 miliardi di persone nel mondo non abbiano un c/c bancario. Adesso, grazie al fintech, basta lo smartphone per un prestito od un’assicurazione.

L’esempio del Kenya

La nazione africana è stata un pioniere in questo campo, grazie al servizio bancario chiamato M-Pesa. I kenioti accedono al servizio direttamente sui loro telefonini per trasferire denaro, pagare le bollette, od ottenere prestiti. Oggigiorno il 96% delle famiglie keniote usa M-Pesa. Ed uno studio ha accertato che ha aiutato il 2% delle famiglie ad uscire dalla povertà.

Gli altri

Il sorgere del fintech ha costretto i player tradizionali del settore prestiti, assicurazione e gli asset manager ad abbracciare le nuove tecnologie digitali. I wealth manager, per esempio, adesso devono competere con i robo-advisor, che sono sistemi di pianificazione finanziaria automatici. L’alba dell’era dei robot è quindi sorta, no? Grazie al algoritmi ad alta tecnologia, questi servizi sono disponibili 24/7, e costano meno dei tradizionali wealth manager. Ciò aiuta a capire come mai i robo-advisor abbiano già miliardi di dollari da gestire come investimenti.

Rischi

Come qualunque industria, il fintech non è senza rischi. E diversi legislatori stanno facendo fatica a tenersi al passo dell’innovazione. Si pensi alle piattaforme P2P che consentono di prestare denaro tra persone, dove gli individui prestano ed ottengono denaro senza bisogno di una banca. A differenza di quest’ultima, questi servizi possono non aver bisogno di mettere da parte del denaro come garanzia nei confronti di quei clienti che non ripaghino i loro debiti. Ciò può, chiaramente, essere rischioso per le società e per i consumatori.

Anche la privacy dei dati è una preoccupazione di non poco conto. Con sempre più servizi finanziari che diventano digitali, gli attacchi informatici diventano un rischio sempre maggiore.

Conclusioni

Le sfide che la tecnologia finanziaria si troverà di fronte probabilmente cresceranno ancora man mano che molti servizi si trasferiscono su piattaforme digitali. Ma, per molte società e moltissimi consumatori, fintech è più di una semplice parola di moda.

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