Economia circolare. Un imperativo categorico | Adnkronos

Cobat “…così facciamo economia circolare“. Dalla responsabilità di chi produce a quella politica, il tema affrontato al Forum QualEnergia. I percorsi virtuosi sono ricchi di elementi positivi che si generano e si moltiplicano nel tempo. L’economia circolare non è mai scissa dal risparmio energetico che spesso si lega alle fonti di energia rinnovabile che, oltre a far risparmiare i cittadini, rispettano l’ambiente limitando le emissioni inquinanti. Questi i temi che hanno caratterizzato la seconda giornata del Forum QualEnergia, organizzato a Roma da Legambiente, La Nuova Ecologia e Kyoto Club in partenariato con Cobat.

Dobbiamo implementare l’economia circolare, la direttiva europea deve ancora essere recepita dal nostro Paese. Ma è un imperativo obbligatorio se vogliamo curare l’ambiente e avere uno sviluppo dell’economia”. Lo dice Giancarlo Morandi, presidente Cobat, intervenuto al convegno “Economia circolare ed uso efficiente delle risorse: verso la transizione energetica e la riconversione ecologica” promosso dalla Fondazione UniVerde, in partnership con IPR Marketing e Cobat, e in collaborazione con L’Università degli Studi Link Campus University Link Campus University.

Per implementare questo modo di pensare- prosegue Morandi- dobbiamo fare una grande opera di formazione informazione per tutti i cittadini, avviare tutte le ricerche scientifiche e tecnologiche necessarie per avviare i processi di riciclo che oggi ancora non immaginiamo”. Operazione che Cobat ha fatto “con le batterie al litio. Se tutti facessero il loro dovere, e mi riferisco specialmente ai produttori che ora hanno la responsabilità dei prodotti fino al loro riciclo, allora forse- sostiene Morandi- riusciremo a salvare il nostro mondo”. Col nuovo ministero dell’Ambiente “abbiamo un dialogo aperto, costruttivo, fattivo e per noi pieno di speranze positive. L’impegno che deve avere il governo è costruire meccanismi fiscali e procedurali tali che i produttori si facciano carico delle direttive che hanno disegnato”.

Secondo Salvatore Micillo, sottosegretario al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, “parlare oggi di rinnovabili non è più procrastinabile, il riciclo della materie è un tema all’ordine del giorno del governo. Il primo passo è stato mettere da parte gli inceneritori, quindi abbiamo rimesso al centro l’economia circolare: incentivare vuol dire dare impulso ai territori che vogliono energia rinnovabile”.

L’economia circolare, afferma il presidente di Cobat Giancarlo Morandi, “è una questione di responsabilità: quella di chi produce o importa determinati beni in Italia e che per legge è obbligato a coprirne i costi di raccolta e avvio al riciclo, quando i consumatori se ne dovranno disfare. Ma non c’è solo questo: i produttori si devono impegnare a fabbricare manufatti che siano durevoli, riparabili e riciclabili: è il cosiddetto Ecodesign, conditio sine qua non dell’economia circolare“.

Una volta fatto tutto ciò, secondo Morandi, “è fondamentale comunicarlo ai consumatori, perché comprendano il valore di prodotti che rientrano in un’ottica di economia circolare. Questo è quanto può fare l’industria. Poi ci sono i governi, che se davvero vogliono scommettere sull’economia del futuro devono investire in ricerca per mettere a punto processi di riciclo che stiano al passo con l’incessante innovazione tecnologica di quanto viene immesso sul mercato. Quello che fa Cobat ogni giorno da 30 anni è trasformare questi beni in nuove risorse, diventando un fondamentale punto di riferimento tra il mondo della produzione e la tutela dei cittadini e dell’ambiente”.

 

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