Puntata del 7 febbraio 2017. I conduttori, Francesca Fialdini e Franco Di Mare, intervistano il Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia sui caldi temi economici del momento.
E’ lo specchio della debolezza europea, che non riesce a rispondere alle sfide degli altri. In America c’è una politica “America First”, ed al “reshoring“. Noi rispondiamo solo con dimensioni nazionalistiche e non con una dimensione d’integrazione europea. La debolezza europea comporta quella sui mercati, e quindi uno spread che si alza ovunque. In particolare in Italia avendo noi un debito pubblico superiore a chiunque.
E’ negativo, come lo è sul debito pubblico. Con oltre 2000 miliardi di debito, ogni punto in più sono 20 miliardi di interesse che dobbiamo pagare in più. E’ un elemento che non fa bene né al Paese, né alle imprese italiane. Rispetto ai protezionismi degli altri, possiamo solo rispondere con una politica economica europea che sia all’altezza di rispondere a queste nuove sfide.
Dobbiamo ricordarci che l’Europa è il mercato più ricco del mondo. Siamo di fronte ad una sfida economica, non solo tra paesi, ma anche tra continenti. La sfida economica comporta la capacità di reazione dei sistemi economici in rapporto agli altri.
Che l’euro sia irreversibile è una giusta riflessione del Governatore Draghi. Il punto del dibattito è cosa convenga all’Italia ed all’Europa. All’Europa conviene uscire dall’euro con spread a questi livelli e nazioni con i debiti pubblici messi così? All’Europa conviene uscire dall’euro in funzione di una difesa di questioni economiche in rapporto con gli USA? Forse è il momento che dal trauma del protezionismo di Trump l’Europa dia un colpo di reni e costruisca una dimensione economica all’altezza del suo mercato. Primo nel mondo, ricordiamo,e con un debito aggregato inferiore agli USA.
Purtroppo noi subiamo shock negativi di altri, e non riusciamo a determinare shock positivi. Questo accade per la mancanza di integrazione in chiave europea. Ovviamente bancaria, ma anche una politica economica e della difesa comune. Come insegna la storia, l’Europa va avanti per traumi. Siamo in un momento così, proveniente da un effetto esterno. Dobbiamo chiaramente rispondere.
