Prendiamolo come esercizio per sondare competenze e capacità, per imparare qualcosa in più in modo pratico. E’ possibile costruire un sistema elettorale su blockchain? Avrebbe dei vantaggi? Delle garanzie democratiche in più? Siamo capaci di motivare le decisioni progettuale e i vari “NO” a cui andremo incontro? BlockChain Caffè indaga.
Cambiare le cose è sempre difficile. Ma se nessuno cambiasse mai niente, tutto resterebbe sempre com’è. Invece, per fortuna, il cambiamento accade. Sembra la stessa cosa stia accadendo nel mondo blockchain, dove si sta discutendo animatamente di applicazioni pratiche della tecnologia… che però stanno riscontrando forte scetticismo, quello scetticismo tipico di chi non ha la visione dell’innovazione, ed è troppo legato agli stilemi del passato. Spesso, infatti, che ha risposte troppo facili, tipo “…se non si è fatto mai in passato, ci sarà una ragione, no?”, spesso non ha neanche risposte motivate da dare.
Anche Satoshi Nakamoto, l’inventore del bitcoin e della blockchain, se le sarà sicuramente sentite dire. Oggi sappiamo come stanno le cose.
Cercare applicazioni nuove da far girare sulla blockchain deve essere accompagnato da un pensiero “alla Satoshi”, ovvero “provo a pensare ad una cosa nuova, rivoluzionaria, ma magari esiste DAVVERO il modo di farla funzionare”. Il tutto, chiaramente, fermo restando che ci sono cose, in questo campo, chiaramente non sensate, e dove il termine blockchain viene usato solo per fare marketing. Ma i “no”, anche qui, dovrebbero essere SEMPRE motivati, e purtroppo spesso non lo sono.
Il top, chiaramente, sarebbe esaminare un progetto, vedere che non va bene per un motivo, dire dove non vada bene e perché, e lavorarci insieme per sistemarlo, perché magari l’idea e l’architettura del medesimo sono buone. Pensarci, provarci, crederci, essere possibilisti, sfidarsi. Queste sono le chiavi per migliorare ed evolvere.
Giustamente, questo argomento è un grossissimo problema. L’idea del voto elettronico su blockchain non è nuova, chiaramente; è però un vero ginepraio l’attuarla. Però… se si riuscisse a trovare un modo, non sarebbe un figata? Sarebbe realmente un cambiamento epocale, di quelli che cambiano il mondo. Si eliminerebbero i problemi sui voti dubbi, sui voti di scambio, su schede annullate o meno, e valide o meno.
Magari non si può fare… ma la posta in gioco è talmente alta, che bisogna provarci. Molte delle obiezioni sul voto elettronico pre-blockchain sembrano pretestuose, come quelle che circolavano prima della creazione del bitcoin (poi avvenuta, e con successo).
I problemi ci sono, e sono molti, ma c’erano anche prima della creazione del bitcoin. Ma il bitcoin esiste, appunto, quindi, lavorandoci, ci sono reali possibilità che la soluzione venga trovata.
Non abbiamo niente da perdere, assolutamente niente. Delle due l’una: o ci si riesce, o comunque si impara qualcosa. Quindi, ne vale chiaramente la pena. Quindi, i “compiti per le vacanze” devono essere questi, altro che sudoku e parole crociate!
Cosa bisogna garantire? Che solo le persone che hanno diritto di voto lo facciano; un solo voto per persona; il votante deve poter verificare che il proprio voto sia andato dove doveva andare; il votante non deve poter far vedere il suo voto a terzi. Le regole devono garantire a tutti la più totale imparzialità e veridicità. C’è della tecnologia già disponibile, nel mondo blockchain, per fare questo?
Conclusioni
L’importante è cimentarsi, buttare lì idee, confrontarsi; anche trovare una scusa per fare qualcosa insieme. E se alla fine saltasse fuori un Satoshi Nakmoto con un white paper di 8 pagine che risolvesse il problema? magari è un’utopia esagerata… o magari no. La Storia è piena di chi ha osato ed è riuscito,e sono quelli che ce la fanno. Quelli che hanno detto sempre e solo no non se li ricorda nessuno.
