Il turismo è una delle industrie più grandi del mondo e sta cambiando rapidamente. I viaggiatori cinesi hanno superato gli americani come coloro che spendono di più, e quasi tutte le regioni accolgono più turisti. Tranne che in America. The Economist indaga.
Il turismo aumenta…
Dal 1950, il numero di persone che vanno in vacanza è aumentato. L’industria globale del turismo sta andando alla grande. Nel 2017, ha generato 8 trilioni di dollari per l’economia, ed impiega il 10% della forza lavoro globale.
Gli americani erano quelli che, storicamente, si muovevano di più, ma adesso sono i cinesi (che sono circa 6 volte tanti, come popolazione, ndr.). L’anno scorso i cinesi si sono mossi più di qualunque altra poplazione al mondo, ed hanno speso più di chiunque altro.
Mentre la classe media diventa sempre più abbiente, nelle economie emergenti (come la Cina, appunto), la stessa cosa fanno le loro disponibilità monetarie per viaggiare.
Anche il numero di viaggiatori indiani è in salita, con nazioni come la Giordania, l’Australia ed Israele che hanno reso più facile ottenere i visti agli indiani.
Sebbene solo il 7% dei cittadini cinesi abbia un passaporto, entro il 2030 i viaggiatori cinesi saranno un quarto di tutti i viaggiatori mondiali. La loro destinazione preferita è la Thailandia., mentre il Messico lo è per gli americani. Gli europei, invece, preferiscono muoversi all’interno del continente; il 90% dei pernottamenti sul Vecchio Continente è fatto proprio da altri europei.
L’Europa è il continente più visitato, e la nazione più visitata al mondo è la Francia, con 89 milioni di turisti l’anno scorso. Tuvalu, la piccola isola-nazione nel Pacifico, è invece quella meno visitata, con solo 2000 turisti nel 2016. La motivazione, probabilmente, è che è davvero fuori mano, sparsa nel mezzo del più grande oceano del mondo.
…quasi ovunque
Il turismo si sta espandendo in molte area del pianeta, eccetto una: gli States. Le ragioni sono il divieto di ingresso da diverse nazioni musulmane, più controlli sui visti, ed un dollaro più forte. la perdita è stata nell’ordine del 4% delle presenze.
