Banche e Imprese: le nuove prospettive

Banche e imprese si stanno trasformando. E così cambiano anche i nostri comportamenti. La scommessa delle aziende italiane? Staccarsi dal sistema “banco-centrico” e aprirsi al mercato di capitali. Uno scenario in cui i PIR svolgono un ruolo da protagonisti. Leopoldo Gasbarro ne discute con Paolo Garonna, Segretario Generale della FeBaF, la Federazione Banche Assicurazioni e Finanza.

L’evoluzione delle banche post-crisi finanziaria

Il bail-in ha cambiato le regole del gioco. Il presidente di Banca Mediolanum Ennio Doris ha recentemente dichiarato che “il bail-in è una follia. Se non lo aboliamo, da questa crisi non usciremo mai”.

Sicuramente questo sistema di risoluzione delle crisi bancarie ha cambiato i rapporti tra istituzioni finanziarie e risparmiatori. Ma quando è nato? Dopo la crisi globale del 2007, inizialmente solo finanziaria. In molti paesi il dissesto degli istituti di credito è stato convertito in un onere di finanziamento a carico dei contribuenti.

In Italia non abbiamo avuto seri problemi nel settore bancario e finanziario, a differenza di quanto è successo in Germania o negli Stati Uniti. Le nostre banche hanno risentito della crisi in modo meno forte rispetto agli altri settori. La situazione ha però accentuato il problema dei crediti deteriorati. Un problema che ha avuto inizio quando la crisi, da finanziaria, è diventata economico-produttiva. Innescando una perdita di un terzo della nostra produzione industriale, pari a 10 punti di PIL reale. Criticità aggravata da un’anomalia del nostro paese, cioè il fatto che le imprese sono legate a filo doppio alle banche. Il cosiddetto “bancocentrismo”, una caratteristica in realtà più ampiamente europea.

L’opportunità dei PIR

La creazione di mercati di capitali è importante, e incentivata dai PIR, presentati più volte come un ponte tra risparmio ed economia reale. Uno strumento innovativo per l’Italia, che rappresenta un passo da gigante per cambiare l’approccio del finanziatore e un elemento decisivo anche per il settore delle piccole imprese.

Molte delle nostre aziende sono ancora alle prese con gli aggiustamenti resi necessari dalla crisi. I PIR servono a dare la decisiva spinta in più che consentirà loro di sopravvivere. Secondo un’indagine di Confindustria, sono circa 20mila le imprese piccole e medie che potrebbero essere interessate dall’impatto dei Piani Individuali di Risparmio.

C’è un grande fermento nel settore finanziario, e possiamo guardare al futuro con un po’ più di ottimismo. Il mercato dei capitali si sta cominciando a sviluppare, col private equity e il venture capital. Ci sono nuovi prodotti come i mini bond e soprattutto settori interi del mondo bancario hanno fatto riforme profonde, con concentrazioni importanti.

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