Intervista a Pio Benetti, CIO discretionary portfolio management di Kairos. L’asset management come fattore di forza del risparmio italiano.
Molta alte. L’attività di investimento è il cardine di Kairos, e la gestione attiva in particolare. In un mondo che va sempre di più verso il passivo e l’indicizzazione, la gestione attiva rappresenta un plus.
L’utilizzo dei fondi all’interno delle gestioni patrimoniali è importante. C’è già lo scorporo dei costi di gestione in questi fondi, quindi sono toccati molto poco dalla cosa. Non c’è una questione di repricing.
La trasparenza è sicuramente un bene per tutti, perché si livella il piano di gioco tra i competitor. Lo svantaggio è l’aumento di burocratizzazione. Non si pensa che sia la direzione giusta per tutelare il risparmiatore.
E’ il veicolo più tradizionale nell’ambito della gestione degli attivi. Si rivolge ad una clientela di fascia alta, gli UHNWI, quindi a patrimoni di dimensioni rilevanti. Di solito questi hanno una salta sofisticazione, e non vogliono finire nel calderone dei semplici fondi comuni.
Normalmente sono gestioni che investono in maniera diversificata a livello globale. Sono sempre gestioni bilanciate, con strumenti dipendenti dalla particolare contingenza di mercato e dalla scelta d’investimento specifica.
Sono prodotti personalizzati sul singolo cliente. Come il sarto pensa che il vestito corretto sia uno solo, in questo caso si tratta di ritagliare l’abito di investimento sulle forme del cliente. Ed essendo i clienti uno diverso dall’altro, ed esigenti, ecco che la personalizzazione è indispensabile.
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