La conoscenza finanziaria degli italiani? Bassissima: soltanto il 40% riesce a spiegare che cos’è l’inflazione. Questo è uno dei risultati a cui è giunta la Consob nell’indagine «Report on financial investments of Italian households 2016» (Rapporto sugli investimenti finanziari delle famiglie italiane) che “conferma il basso livello di conoscenze finanziarie delle famiglie italiane”.
Diversificazione, regola base per ridurre il rischio
Lo sappiamo tutti: gli Italiani sono grandi risparmiatori anche se non (più) i maggiori risparmiatori tra i paesi sviluppati. È incredibile leggere nell’indagine che soltanto il 6% comprende correttamente la nozione di diversificazione del portafoglio di investimento. Questa lacuna tra l’altro ci scontra con il fatto che gli italiani si dichiarano particolarmente avversi al rischio.
Ad ogni modo qui su DaDaMoney non vogliamo dare nulla per scontato: quindi proviamo a spiegare la diversificazione.
Un risparmiatore oculato dovrebbe suddividere i propri risparmi in più prodotti finanziari diversi e non concentrarli in uno solo (o pochi). Scegliere per esempio solo le azioni di un’azienda vuol dire concentrare il rischio e legarsi alle sorti di quel titolo: se va male si perde. Cerchiamo di fare un esempio. Carlo e Matteo sono due amici e entrambi dispongono di 10.000 euro a testa da investire. Da loro home banking, lo stesso giorno:
Adesso facciamo un esempio estremo, per farci capire meglio. Dopo 2 anni Pippo srl fallisce.
Semplice no?
Consob infatti dichiara: “il concetto di diversificazione dovrebbe far parte del bagaglio conoscitivo anche degli investitori meno esperti”. Ma la scarsa conoscenza finanziaria non finisce qui: oltre il 20% dichiara di non avere familiarità con alcuno strumento finanziario
In cosa investono gli italiani?
La conoscenza finanziaria degli italiani è caratterizzata da “ridotta alfabetizzazione”, così la definisce Consob. Tanto che anche su uno strumento storicamente diffuso tra gli Italiani, i titoli di Stato, risulta comunque difficile capire i “nuovi fenomeni congiunturali”. Tanto che la stragrande maggioranza degli intervistati non sa esprimere alcuna opinione ad esempio sui rendimenti negativi dei titoli di Stato dell’eurozona.
Il risparmiatore italiano non rischia (e quindi sceglie rendimenti bassi): poche azioni e obbligazioni, più strumenti liquidi: dal 2007 a oggi, oltre la metà del portafoglio degli italiani è composto da conti deposito bancari e postali e diminuisce la quota detenuta in titoli di Borsa e titoli di Stato.
Come fare per combattere la scarsa cultura finanziaria? Sicuramente collegarsi a DaDaMoney.
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