La conferenza stampa dopo la riunione del FOMC del 21 settembre 2016
Tutto come previsto dagli analisti in questi giorni. La Federal Reserve resta attendista sul rialzo del tasso di interesse lasciandolo tra lo 0,25% e lo 0,50%. Si trova così dal Dicembre dello scorso anno.
Anche lo strumento di controllo del tasso Fed indicava meno probabile una mossa da parte della Fed. La possibilità era solo del 15% in questa giornata. A questo punto, la Banca Centrale USA potrebbe attendere le elezioni presidenziali di Novembre e valutarne i risultati. La svolta sarà in ogni caso molto cauta.
Nei giorni scorsi erano intervenuti anche due governatori quali Brainard e Tarullo che si erano detti contrari a qualunque mossa. L’ultima volta che “la Fed è intervenuta con due governatori contrari è stata nel 1993”, ha affermato l’aconomista Kocherlakota.
La scelta della Fed segue quella della Banca Centrale del Giappone, che lascia i suoi tassi in territorio negativo a -0,1%. Ha però modificato la composizione del programma di acquisto di titoli, passando da un obiettivo di stimolo a quello di controllo del curva dei rendimenti.
Secondo Société Generale, quanto deciso dal FOMC ieri implica cinque conseguenze sui portafogli degli investitori.
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