Ieri era San Valentino. E sono stati regalati milioni di rose fisiche (non virtuali). Ma quanto costa una rosa? Come è possibile trovarle fresche a Chicago d’inverno, per esempio? Un video molto chiaro che, attraverso l’economia spicciola di una rosa, spiega come le conoscenze disperse e gli attori interessati conducano ad un mercato globale per le rose a prezzi accessibili.
Immaginiamo la scena. Fuori fa freddo; sta nevicando, siamo a Chicago, nel bel mezzo dell’inverso. Infatti è febbraio e siamo a San Valentino. E c’è un uomo affascinante, che sta per consegnare delle meravigliose rose a qualcuno su cui vuole fare colpo. Un momento… rose? A Chicago? A Febbraio? Da dove arrivano?
Non da una serra negli Stati Uniti; non ce ne sono abbastanza. A San Valentino sono consegnati milioni di rose in tutti gli Stati Uniti e nel mondo. Ma da dove vengono tutte queste rose?
La rosa è un vero prodotto globale. Esse crescono in nazioni come l’Ecuador, la Colombia, il Kenya. Dietro ogni rosa venduta a San Valentino c’è un network di persone da tutte le parti del mondo. Da colui che le coltiva, a chi le spedisce, al distributore e al retailer, tutti contribuiscono a produrre e vendere rose dal campo alla vendita in pochi giorni.
Questo processo stupefacente non è diretto in modo centralizzato. Non c’è un “signore delle rose” e nessuna produzione centralizzata. E, quel che più stupisce, è che nessuno sa come l’intero processo funzioni davvero. Questo perché ogni individuo vede solo una piccola parte del processo medesimo; ed ogni individuo agisce solo per il proprio interesse. Ma, attraverso il sistema dei prezzi, la conoscenza locale di ogni individuo e l’interesse locale sono coordinati con tutto l’insieme. Sembra quasi, come diceva Adam Smith, che siano guidati da una “mano invisibile”.
Quindi, quando regaliamo una rosa, pensiamo che non è solo un simbolo d’amore, ma anche un simbolo della cooperazione globale, coordinato da una mano invisibile
Ma cos’è questa mano invisibile? Come funziona? Nelle parole del suo creatore è quel concetto grazie al quale nel libero mercato la ricerca egoistica del proprio interesse gioverebbe tendenzialmente all’interesse dell’intera società, e mirerebbe a trasformare quelli che costituiscono “vizi privati” in “pubbliche virtù” portando all’equilibrio economico generale.
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