Il ministro dell’ Economia promette il rispetto degli impegni presi sulla riduzione del debito e del deficit: “Possibile deviazione, ma piccola”. Reddito di cittadinanza entro l’anno? “Bisogna vedere i provvedimenti e tenere conto dei saldi”.
Prima volta all’Ecofin per Tria. Ha visto un clima anche positivo, con volontà di andare avanti nella costruzione europea. Ovviamente, come sempre accade, ci sono state anche opinioni diverse sul come costruire l’Europa.
Visita molto fruttuosa; proficuo scambio di idee con i commissari Moscovici e Dombrovskis. Clima aperto e di collaborazione. All’Eurogruppo si usa presentare le linee guida di programmazione economica, cosa che è stata fatta da lui e dal collega spagnolo.
Importante risultato in merito alla chiusura del programma di appoggio alla Grecia, dopo molti anni. Ne devono essere lieti tutti i paesi europei.
Punto centrale è stato un documento preparato dalla Francia e dalla Germania, una roadmap che ha trovato un riscontro positivo. Per la prima volta si sono affrontati apertamente temi come la costruzione di un budget europeo, della fiscal capacity, le assicurazioni sui depositi. Il lavoro, ovviamente, continuerà. Ci sono stati anche dettagli su cui c’è disaccordo. Quindi, chiaramente, si è deciso di andare avanti su dove c’è un accordo comune; per le restanti parti le differenze permangono.
Tria ha rassicurato i partner europei e ed ha tenuto il punto sulla necessità di salvaguardare i conti pubblici dell’Italia. La riduzione del deficit strutturale e il contenimento del debito “non rispondono solo al problema discussione con l’Ue ma a percorsi che l’Italia deve seguire nel proprio interesse, considerando che è un’economia aperta che si muove su mercati finanziari globali. Il vero vincolo al nostro operare è dettato da questo, non da regole della Commissione Ue. Ovviamente rispettarle è un segnale positivo che rafforza la fiducia che dobbiamo avere sui mercati“.
L’intenzione del governo “è cercare di rispettare l’impegno dello 0,3%” di riduzione del deficit strutturale. Se piccole deviazioni ci saranno “deriverebbero dal fatto che lo 0,3% dipende da un quadro macroeconomico favorevole; naturalmente ora c’è un rallentamento in tutta la Ue, ci possono essere piccole deviazioni“, ma “nella sostanza delle linee economiche non cambiano“. Con i commissari Ue “non si è entrati nella discussione sui margini perché l’intenzione del Governo è portare avanti il programma nel percorso di riduzione del debito e di coerenza del consolidamento fiscale, quindi prima di parlare di margini dobbiamo far stime e vedere se abbiamo bisogno di margini“.
Per il 2018 “i giochi sono fatti“, ha continuato; “ci muoveremo su interventi strutturali che non hanno costi, ma sono importantissimi come far decollare gli investimenti pubblici“. Tria ha risposto poi anche a una domanda sulla possibilità di avviare il reddito di cittadinanza già quest’anno, precisando che fino ad ora “nelle discussioni col ministro Di Maio non sono mai entrato in questo dettaglio, e non mi è stata mai espressa questa idea; non posso esprimermi né a favore né contro“.
“Bisogna vedere quali saranno i provvedimenti proposti dal ministro competente, come verranno articolati, e come verrà distribuito nel tempo, perché uno può anche decidere delle misure oggi, ma che quando entreranno in vigore sarà già 2019», ha detto Tria. “Quando si dice “quest’anno verranno presi dei provvedimenti”, dal mio punto di vista di ministro dell’Economia dobbiamo vedere qual è l’effetto di spesa o di maggiori entrart, speriamo, quando quest’effetto si realizzerà. Non è che oggi si decide una cosa e c’è l’impatto di spesa o di entrata immediata“, quindi è corretto “rivendicare gli obiettivi di Governo, ma non è che c’è un diretto impatto sui flussi di entrata o di uscita e quindi sui saldi“.
Il ministro è intervenuto anche sulla proposta franco-tedesca di riforma dell’Eurozona che, tra le altre cose, intende dare all’ESM poteri di sorveglianza dei bilanci. “L’Italia è contraria al cambiamento della governance del fondo salva-Stati ESM perché non vogliamo che ci siano duplicazioni rispetto ai compiti di sorveglianza della Commissione. Creerebbe una situazione di inefficienza e sovrapposizione“, ha detto. Il disaccordo, non solo italiano, “è su quei punti e dettagli delle riforme dell’ESM che potrebbero creare problemi di fiducia sui mercati e turbolenze finanziarie“, come l’ulteriore tetto quantitativo alla riduzione degli NPL. C’è poi un gruppo di Paesi “da sempre contrari a qualunque ruolo europeo nel sostenere la crescita“, che si oppongono ad aumentare il budget UE, e a creare un bilancio dell’Eurozona. L’Italia, invece, è “a favore di far decollare la parte di integrazione che riguarda l’appoggio alla crescita e tutti gli strumenti di risk sharing”.
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