Intervista a Carlo Bodo, Responsabile Team Obbligazionario Ersel, con un approfondimento su obbligazioni e mercati valutari. Come vanno le cose?
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Nel corso del mese di aprile le principali asset class hanno recuperato in parte le discese del mese di marzo, con un sostanziale ritorno alla normalità dei mercati.
La volatilità dello S&P 500 si è dimezzata, passando sull’indice VIX da 70 a 35, e abbiamo rivisto una situazione di scambi più normale.
Non tutte le asset class però hanno recuperato. Ci sono delle eccezioni, come le commodities, che sono rimaste schiacciate sui minimi, gli emergenti in local currency, con alcune divise che sono state colpite dalle vendite contro dollaro ancora nel corso del mese di marzo e, in particolare, il petrolio, che ha continuato a scendere durante tutto il corso del mese di aprile.
Se guardiamo i tassi, vediamo che sono rimasti abbastanza schiacciati sui minimi, in particolare grazie ad aspettative di inflazione evidentemente basse, visto in particolare l’andamento che descrivevamo sul prezzo del petrolio, con un decennale americano che scambia intorno a 0,60 per cento di rendimento, molto vicino allo 0,30 per cento di rendimento dove scambiava nell’apice della crisi del Covid-19 nel mese
di marzo.
L’asset class, probabilmente, che ha maggiormente beneficiato degli interventi di politica monetaria delle banche centrali è il credito. Se guardiamo all’investment grade americano, il recupero è stato quasi completo, e anche l’investment grade europeo ha recuperato buona parte del terreno perso a marzo.
Le banche centrali, sia europea che americana, sono intervenute comprando e garantendo acquisti futuri su questa asset class e, cosa abbastanza inedita, hanno garantito acquisti anche al di sotto dell’investment grade, per cui anche gli stessi indici high yield sia europei che americani hanno reagito bene a questo annuncio, e hanno recuperato buona parte delle perdite. Ad esempio nel segmento degli high yield europei abbiamo visto uno spread restringere di circa 100 basis point contro i 20 basis point di restringimento dell’investment grade.
Per quanto riguarda le divise, abbiamo un dollaro ancora molto comprato, tipico delle fasi di crisi. Tra i G10 ha fatto medio l’australian dollar, che ovviamente è una proxy nel mercato cinese, che durante il mese di aprile ha riaperto, e dove alcuni indicatori di fiducia incominciano a registrare i primi segnali di ripresa.
Come abbiamo detto, continuano invece a performare male alcune divise emergenti, come in particolare real brasiliano piuttosto che la lira turca.
