In Italia c’è la crisi! Eh si! E’ ormai un decennio che siamo abituati a sentire quotidianamente che c’è la crisi. Ma cosa significa “la crisi”? E come mai l’Italia è ancora in crisi mentre altri paesi europei sembrano aver superato il periodo di difficoltà economica partita del 2008/2009?
Carlo Cottarelli ha spiegato molto chiaramente i punti principali del libro in più occasioni. Ecco qui un recap delle cose più importanti.
Cottarelli è un economista che ha lavorato per il Fondo Monetario Internazionale; dal 2013 è stato Commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica, e dalla fine del 2017 è direttore dell’osservatorio sui conti pubblici dell’università Cattolica di Milano.
Il primo peccato capitale è l’evasione fiscale. In Italia l’evasione dell’IVA si aggira tra il 26 e 27%, in Svezia per capirsi è zero. Va beh ma quelli sono svedesi… ok, ma la media europea è 11-12%. Cottarelli riporta un dato sconvolgente: se dal 1980 l’Italia avesse ridotto di ⅛ l’evasione fiscale oggi avremmo un debito pubblico più basso di quello della Germania.
Il secondo peccato capitale è la corruzione. Nella classifica di Transparency International che monitora il fenomeno della corruzione siamo in area 60esima posizione al mondo, tra le ultime posizioni dei paesi sviluppati.
Il terzo peccato capitale dell’economia italiana secondo Cottarelli è la burocrazia. L’italia si posiziona al 50esimo posto nel mondo del doing business index. Il costo di compilare moduli su moduli e della burocrazia in generale per le piccole e medie imprese è di circa 31 miliardi. Cottarelli fa un esempio eclatante. Per aprire la gelateria Grom a Tokyo c’è voluto 1 anno. Per aprirla a Roma 7.
Il quarto peccato capitale dell’economia italiana secondo cottarelli è la lentezza della giustizia italiana. In Italia un processo civile dura in media 7 anni e 8 mesi per i 3 gradi di giudizio. E gli altri paesi europei? In Germania 2 anni e 5 mesi, Francia 3 anni e mezzo, in Polonia 1 anno e 4 mesi.
Il quinto peccato capitale dell’economia italiana è la scarsa natalità, da cui deriva il calo demografico che lento e inesorabile prosegue da 50 anni. Il tasso di fertilità negli anni 60 era 2.5 figli per donna. Adesso 1.3/1.4 figli per donna. Il problema della scarsa natalità quindi è un problema culturale può essere risolto con politiche sociali dando incentivi alle famiglie. Il problema è che queste politiche costano un mucchio di soldi. Questo drastico cambiamento della demografia italiana ha un profondo impatto anche sulle pensioni.
Il sesto peccato capitale italiano è il divario tra nord e sud del paese. Cottarelli riporta come al momento dell’unità d’Italia il reddito pro capite del nord e del sud fosse circa uguale. Il problema si è creato dopo. Nel 1951 il reddito del sud era già la metà di quello del nord. Negli anni 70 c’è stata una leggera ripresa, ma adesso siamo tornati ad un divario tra il 30 e il 40%.
L’ultimo peccato capitale dell’economia italiana è relativo all’Euro. Il rallentamento della crescita Italiana infatti arriva proprio in concomitanza con l’introduzione dell’euro. Ma la tesi di Cottarelli è che questo rallentamento non sia il risultato dell’introduzione dell’euro come moneta, ma dell’incapacità italiana di interpretare il cambiamento del sistema economico italiano in un sistema europeo.
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