Cresce il risparmio, ma anche i timori sul futuro.
Gli italiani stanno mediamente meglio di due-tre anni fa. La ripresa appare però più contenuta delle attese, e non ha riguardato tutti. Chi sta meglio, è sempre più tranquillo. Chi è in difficoltà, non vede miglioramenti futuri. Quadro a luci ed ombre, tratteggiato da IPSOS per ACRI. La crisi è ancora parte integrante della vita quotidiana. Più di 1 italiano su 4 è costretto a farci i conti tutti i giorni. Ci si aspetta di uscire dal tunnel soltanto tra più di cinque anni.
Sfiduciati sulle prospettive italiane al 40%. Sentimento negativo allargato anche all’Europa. Chi non si fida di Bruxelles, per la prima volta, supera il 50% (54%). Gli italiani si confermano comunque formiche. Cresce la quota di chi è riuscito a risparmiare, adesso arrivata al 40%. E’ il valore più altro dal 2003. Chi mette da parte qualcosa, poi va con i piedi di piombo negli investimenti. Il 67%, infatti, mantiene i soldi sul conto corrente. Tra i risparmiatori, non si sente sufficiente mente tutelato da leggi e controlli il 74% (in salita dal 58% del 2015).
Il punto che emerge è che l’investimento ideale non esiste più, per il 32%. 30% investirebbe in immobili. 30% investirebbe in “finanziari più sicuri”. Solo 8% investirebbe in “finanziari a rischio”. 10 anni fa la casa era l’investimento migliore per il 70% delle persone. Adesso siamo al 30%.
Il risparmio rimane comunque saldo nella cultura degli italiani. E’ considerato utile anche allo sviluppo del Paese.
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