Sara Walker spiega i fattori chiave che determinano il prezzo dell’argento, tra cui l’importanza dell’offerta e della domanda, l’inflazione e la deflazione e il valore del dollaro USA.
E’ molto tempo che l’argento viene ricercato e considerato un metallo prezioso. Il suo prezzo, spesso, segue ciò che fa l’oro, infatti. Ma, come ogni tipo di asset, il suo prezzo dipende da domanda ed offerta. Supponendo che tutti gli altri fattori rimangano uguali, se l’offerta di una merce aumenta, il suo prezzo diminuirà, ed ovviamente viceversa.
Incominciamo dall’offerta. A disposizione c’è molto più argento di quanto non ci sia oro; e questa è una delle ragioni per cui esso costa molto meno. Ma la sua disponibilità è comunque limitata, ed esso è comunque estratto insieme ad altri minerali, piuttosto che esserlo direttamente. Quindi, ogni cambiamento nella disponibilità di questi metalli potrebbe influire sul prezzo dell’argento.
E riguardo alla domanda? A differenza dell’oro, l’argento ha parecchi usi industriali. E’ utilizzato nelle pellicole fotografiche; nei pannelli solari; nelle luci LED e nelle batterie. Infatti, l’industria consuma il 50% dell’offerta annuale di argento. Quando questa domanda industriale sale e scende, lo stesso fa il prezzo del bene.
Ma anche incertezze geopolitiche o finanziarie possono influire sulla domanda di questo metallo. Proprio come l’oro, l’argento è visto come una commodity rifugio in caso di crisi. Quindi, la gente lo compra quando le tensioni globali, o sui mercati, aumentano. In questi momenti, l’argento spesso sovraperforma altri investimenti.
Per esempio, una inflazione elevata può portare investitori su questo bene. E’ ben nota la correlazione tra la salita dei prezzi e la salita del prezzo del metallo. In questo caso, esso funge da prezioso contraltare contro le valute che si indeboliscono.
Ma l’argento è molto valido come rifugio anche in tempi di deflazione, cioè quando i prezzi scendono, gli affari rallentano e l’economia accumula più debiti.
Il valore della valuta americana è un altro importante fattore. Quando il dollaro scende di valore nei confronti delle valute più importanti, le persone spesso comprano argento. Se gli altri fattori rimangono costanti, questa maggiore chiesta farà salire il prezzo del bene. Quando il dollaro è forte, al contrario, la richiesta del metallo diminuisce, e lo stesso farà, presumibilmente, il suo prezzo. Per queste ragioni il rezzo dell’argento può essere molto più volatile di quello dell’oro.
I traders sono sempre alla ricerca di opportunità speculative, e queste discrepanze possono essere ritenute, a volte, buone opportunità.
Una buona misura di confronto, a cui guardano molti investitori, infatti, è il rapporto diretto tra oro ed argento. Dagli anni 70 ad oggi ci sono state enormi fluttuazioni di questo rapporto. Allora ci volevano 20 once del metallo meno importante per compare quello più prezioso. Nel 1991 si è arrivati a quasi 100; negli ultimi anni questo valore ha ondeggiato tra 40 e 80.
Qualche investitore vede i valori sopra 80 adatti per comprare più argento; allo sesso modo, sotto 40, si compra più oro.
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