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arca sgr – DaDaMoney https://www.dadamoney.com Un aggregatore di contenuti finanziari in formato video rivolto a risparmiatori, banker, promotori, consulenti finanziari e curiosi di finanza. Thu, 02 Jan 2020 12:02:15 +0000 it-IT hourly 1 https://www.dadamoney.com/wp-content/uploads/cropped-dadamoney_logo-32x32.png arca sgr – DaDaMoney https://www.dadamoney.com 32 32 Mercati. Il punto a gennaio 2018 | Arca SGR https://www.dadamoney.com/?p=24698 Tue, 09 Jan 2018 23:00:00 +0000 https://www.dadamoney.com/punto-mercati-gennaio-2018/ Outlook 2018: l’anno delle scelte politiche e finanziarie. Il Punto sui mercati è a cura di Alberto Zorzi, VDG e Responsabile Direzione Investimenti di Arca Sgr.

I mercati nel 2017

Il 2017 si è chiuso positivamente per i mercati azionari con gli indici che mostrano tutti delle performance a due cifre. Questo indipendentemente dalle aree geografiche. Tra i mercati europei si distingue l’Italia che ha beneficiato non solo della ripresa dell’economia, ma anche dell’introduzione dei PIR. Il segmento di mercato più interessato da questa novità è stato ovviamente quello delle PMI, con performance annuali di oltre il 30%.

Performance modeste invece si sono verificate nell’ambito dei mercati a reddito fisso, e non è una sorpresa. Invariato l’indice dell’area euro; sale di poco più dell’1% quello globale. Sono i titoli societari e quelli emergenti, più rischiosi, ad aver fornito i rendimenti migliori.

Si verifica un forte apprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro e anche nei confronti delle altre principali valute. I portafogli con rischio di cambio aperto ne hanno chiaramente sofferto.

Prospettive per il 2018, l’inizio della fine del QE

La gestione attiva rimane importante in un contesto di tassi bassi. La zona rossa dei rendimenti negativi in Europa rimane molto estesa, con tutte le principali economie che hanno i titoli fino a due anni ancora negativi; nel caso di Germania e Francia anche fino a 5 anni. Alla fine del 2018 quest’area potrebbe ridursi, ma non scomparire. La parte a lungo termine dovrebbe vedere un graduale rialzo, destinato a pesare negativamente sulle performance.

A partire da gennaio, infatti, la BCE ridurrà il programma di acquisto di titoli, dimezzandolo a 30 miliardi/mese fino a settembre. Poi si ridurrà ancora, fino ad azzerarsi a fine 2018, o fors’anche nel 2019. In quest’ultimo anno ci sarà anche il primo, modesto rialzo dei tassi ufficiali.

Le condizioni finanziarie saranno quindi ancora molto accomodanti e non solo in Europa. Il Giappone a dicembre ha confermato la propria politica espansiva. L’obiettivo allo 0% (non è un errore) sul decennale è stato mantenuto. Gli States proseguiranno sul percorso di normalizzazione, con i tassi cresciuti un due anni dell’1%. La normalizzazione non dovrebbe cambiare neanche a seguito della riforma fiscale appena approvata.

Si può discutere se il momento di questa riforma fosse giusto o meno, con la crescita consolidata. Quest’ultima, ricordiamolo, è stata espressa in dollari (ovviamente), e spalmata su 10 anni, per enfatizzarne la portata. Si parla quindi solo di alcuni decimali, che andranno comunque a sommarsi alla crescita in corso. La crescita è ben sopra al 2% e ne beneficeranno chiaramente le aziende, e quindi i titoli azionari. Le maggiori opportunità saranno qui, magari selezionando attentamente i titoli, i dividendi e facendo attenzione alla volatilità.

La gestione attiva: la diversificazione ed i PIR

Il 2018 sarà un anno impegnativo per gli investitori che dovranno ponderare attentamente le proprie scelte. Innanzitutto ragionando su quello che è l’orizzonte temporale del proprio investimento, in secondo luogo avendo consapevolezza che in quest’arco di tempo i portafogli lavorano al meglio se diversificano i fattori di rischio rispetto ai quali sono esposti.

Ne sanno qualcosa coloro che hanno saputo cogliere la novità dei PIR. Hanno potuto investire su qualcosa che offre un vantaggio fiscale impegnando i propri denari nel medio termine, diversificando i portafogli per tipologia di strumenti.

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Mercati finanziari. L’outlook a ottobre 2017 | Arca SGR https://www.dadamoney.com/?p=24469 Tue, 03 Oct 2017 22:00:00 +0000 https://www.dadamoney.com/mercati-finanziari-outlook-ottobre/ Settembre positivo per i mercati azionari globali. Si distingue il mercato italiano con un +5% dell’indice generale e con un +6% dei segmenti maggiormente interessati dai PIR. Nel mese di settembre la BCE ha preannunciato il graduale disimpegno dai mercati; gli Stati Uniti sono più avanti dell’Europa nel processo di normalizzazione. L’outlook di Arca SGR per l’ultima parte dell’anno, e per quello a venire.

Situazione globale dei mercati

I mercati azionari globali sono saliti in media del 2,4%, ed un +13% nei primi tre trimestri dell’anno. Il mercato italiano, come già accennato, si distingue in positivo.

Performance in rosso, invece, sui mercati obbligazionari. Su questi pesano i rialzi dei rendimenti, soprattutto sulla parte lunga della curva. Scendono gli spread della periferia europea, dei corporate bond, e dei titoli dei paesi emergenti.

Le mosse delle banche centrali

A settembre la BCE ha preannunciato il graduale disimpegno dai mercati. Il tutto verrà specificato nella riunione di ottobre, e potrebbe iniziare già a gennaio 2019. Nel 2018, quindi, la BCE smetterà progressivamente di comprare titoli sul mercato. Detto altrimenti, i titoli di stato torneranno ad essere progressivamente acquistati solo da banche ed investitori.

Gli Stati Uniti sono più avanti dell’Europa con la normalizzazione. Cominceranno a sgonfiare il bilancio della FED, riducendo quindi lo stock di titoli acquistato negli anni. Riducendo lo stock di titoli, che sono all’attivo, ci sarà una corrispondente riduzione delle passività. Semplificando, ci sarà riduzione della quantità di moneta.

La FED agirà gradualmente, e non è in affanno di farlo. Non ha, cioè, motivi per essere aggressiva.

Le elezioni tedesche

Sul fronte politico, la Grosse Koalizione probabilmente finirà dopo 12 anni in Germania, post elezioni. Il cambiamento andrà seguito con grande attenzione. Al governo potrebbero arrivare formazioni politiche con istanze nuove, prima all’opposizione.

E’ presto per trarre conclusioni. E’ in gioco l’atteggiamento della più grande economia continentale rispetto all’Unione Europea.

Le scelte di portafoglio del 2018

Si potrebbero profilare dei cambiamenti all’orizzonti, che renderebbero il 2018 un anno particolarmente impegnativo.

Ha senso puntare ancora sul rischio mentre le banche centrali stanno progressivamente uscendo? E’ giusto continuare ad investire in mercati già apprezzati, e con margini ulteriori in riduzione? Sarebbe sbagliato rispondere impulsivamente a queste domande, indirizzandosi verso investimenti a breve termine. Si potrebbe correre il rischio di rimanere bloccati nella trappola dei rendimenti negativi. Tutto ciò in una fase in cui gli indicatori macro sono incoraggianti.

Un quadro macro globale favorevole permette di approcciare l’obbligazionario a spread e l’azionario, quindi l’economia reale, con un certo grado di sicurezza. Quindi è da qui che è ancora possibile estrarre valore per i propri portafogli. Bisognerebbe posizionarsi in modo tattico e non necessariamente tradizionale. Vale a dire, rivolgersi a strategie che mirino ad estrarre valore dalla correlazioni tra strumenti e/o mercati. Cioè, da variazioni dal loro livello relativo, e non assoluto.

Queste strategie mitigano il rendimento di rischio, senza penalizzarne il rendimento atteso.

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Mercati. Il punto a settembre 2017 | Arca SGR https://www.dadamoney.com/?p=24411 Sun, 03 Sep 2017 22:00:00 +0000 https://www.dadamoney.com/mercati-punto-settembre-2017/ Ad agosto i mercati azionari hanno chiuso praticamente invariati. I dati ci descrivono mercati nei quali gli operatori hanno marginalmente ridotto l’esposizione al rischio. Si tratta tuttavia di movimenti marginali e con una volatilità modesta. Gli eventi politici di agosto non modificano lo scenario che rimane quello di un lieve aumento della volatilità e rendimenti negativi sulla liquidità. Alberto Zorzi di Arca Fondi SGR fa il punto della situazione.

Andamento dei mercati ad agosto 2017

Dopo qualche saliscendi, mercati praticamente invariati. Solo i mercati emergenti hanno fatto discretamente bene, con un +2,1%. America +0,3%; Europa al palo; il mondo nel complesso un risicato +0,2%. I medesimi mercati emergenti, favoriti dalla debolezza del dollaro, sono gli unici con una doppia cifra superiore al 20% nell’anno in corso.

Positiva anche la performance degli indici obbligazionari, grazie ad una sensibile discesa dei rendimenti sulla parte a lungo termine della curva dei paesi core. Anche qui i mercati emergenti fanno la parte del leone; il guadagno annuale sfiora il 10%.

Nei mercati valutari, continua la fase di debolezza del dollaro, che da inizio anno ha perso l’11,3%. Sul biglietto verde pesano le difficoltà della nuova amministrazione nel consolidare la squadra di governo. Di conseguenza, anche nel portare avanti il proprio programma.

Gli eventi della parte finale del 2017

Questi dati mostrano un mercato in salute, ma dove gli operatori hanno ridotto marginalmente l’esposizione al rischio. Sono stati alleggeriti azionario ed obbligazionario a spread. Ne hanno beneficiato i titoli governativi dei paesi più virtuosi. Sono tuttavia movimenti marginali e con modesta volatilità.

L’attenta lettura delle minute delle riunione della BCE e della FED evidenzia alcune cose. Se ne deduce, senza che la cosa sia sorprendente, la mancanza di fretta nel normalizzare le politiche monetarie. Permane quindi un atteggiamento prudenziale, più volte rimarcato.

Lo scenario globale è di crescita non sostenuta, ma consolidante. Ciò permette di maneggiare in relativa sicurezza gli asset rischiosi. E’ comunque vero che, dopo una lunga cavalcata, il margine di apprezzamento ulteriore appare ridotto. Al tempo stesso, investire in attività non rischiose comporta una lenta ed inesorabile erosione del patrimonio.

Come esempio, prendiamo un investitore in BTP, siano essi italiani o dell’Eurozona. Chi avesse parcheggiato lì tutti o parte dei propri soldi all’inizio del 2015 avrebbe visto ridursi il proprio capitale.

Sarà lo stesso per i mesi a venire; a settembre la FED probabilmente confermerà quanto già accennato sulla normalizzazione del bilancio. Ad ottobre la BCE dovrebbe annunciare una riduzione dei propri acquisti di sostegno all’economia continentale.

Non fanno cambiare opinione le gravi questioni geopolitiche accadute in agosto. In ogni caso, un’escalation militare avrebbe effetti devastanti. A dispetto del rilievo mediatico, che ci sia una guerra tra Corea del Nord e Stati Uniti è molto poco probabile.

L’inflazione

Ciò che potrebbe impattare negativamente sui mercati è un aumento inaspettato e sostenuto dell’inflazione. Il tutto genererebbe un forte aumento dei rendimenti a lungo termine, e porterebbe ad una rivalutazione (riprezzamento) di tutte le attività rischiose, ovviamente facendone scendere il prezzo.

Tuttavia, anche questa eventualità è ben lontana. Sia i dati statistici che le previsioni sulle attività finanziarie dicono che siamo ben lontani da questa eventualità.

In Eurozona, inoltre, il rafforzamento dell’euro mitiga ulteriormente le prospettive di un aumento dei prezzi al consumo.

Lo scenario: più rischio, meno rendimento

Lo scenario, quindi, non cambia. Bisognerà accettare un po’ più di volatilità in cambio di rendimenti modesti. L’alternativa è la liquidità, cioè una perdita certamente contenuta, ma altrettanto certamente sicura.

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Macro View Globale. Primo semestre 2017 e prospettive sul secondo | Arca SGR https://www.dadamoney.com/?p=24399 Tue, 29 Aug 2017 22:00:00 +0000 https://www.dadamoney.com/macro-view-globale-2017/ World Macro Outlook è a cura di Vincenzo Pugliese, Gestore Investimenti Obbligazionari di Arca SGR. Approfondimento su alcuni indicatori macro delle principali aree; si esamineranno le dinamiche globali nel loro complesso, con approfondimento su Stati Uniti, Europa ed Italia.

Macro View. I mercati

Per quanto riguarda la dinamica della crescita dell’anno in corso, le stime sono di una sostanziale stabilità tra i vari trimestri dell’anno. Un po’ ovunque, è osservata una leggera accelerazione nel secondo trimestre del 2017. Il livello di crescita raggiunto dovrebbe essere mantenuto fino alla fine dell’anno.

La prospettiva del secondo semestre 2017 è quella di mantenere la dinamica di crescita stabile che ha caratterizzato il primo semestre dell’anno. Soffermandoci sulle prospettive macro più a medio termine, la crescita globale dovrebbe assestarsi fino al 2019 stabilmente intorno al 3.5%.

La dinamica per i paesi sviluppati è in leggera decelerazione (2,5 in America, 1,5 in Europa, 1% in Italia). L’accelerazione dei paesi emergenti contribuire a far rimanere stabile la crescita mondiale. Nel 2019 dovrebbe essere superato il 5%.

La disoccupazione è in tendenziale miglioramento in tutte le aree. In America è vicino al suo livello naturale; resta elevato, sebbene in miglioramento, in Europa ed Italia.

Inflazione stabile fino al 2019, con previsioni di crescita intorno al 3% globale. Negli States l’inflazione stenta a ripartire, ma si crede che arriverà al fatidico 2% già dall’anno prossimo. In Europa si farà più fatica, e non si riuscirà a raggiungere questo obiettivo neanche nel 2019.

Per i paesi emergenti, è all’opera uno shock inflazionistico che sarà riassorbito negli anni successivi, tornando verso la normalità.

Per quanto concerne il saldo delle partite correnti, si registra una situazione normale: Stati Uniti in negativo, resto del mondo in positivo. Gli squilibri, nel medio periodo, dovrebbero rimanere stabili.

Macro View. L’America

La politica USA è la principale fonte di incertezza per la sua politica economica, e per l’impatto che essa ha sull’economia reale. Riaccelerazione all’inizio del secondo semestre, ma le prospettive per la riforma fiscale e le difficoltà per quella sanitaria stanno facendo rientrare gli ottimismi iniziali. Anche la discesa del petrolio e del dollaro impatteranno sulle stime degli analisti.

Stessa cosa per l’inflazione. Dopo diverse sorprese negative, l’inflazione è attesa in miglioramento sul finire dell’anno e nel medio termine. Il problema principale resta il legame tra mercato del lavoro ed inflazione. Il forte miglioramento del primo, ad oggi, non si traduce in dinamiche inflazionistiche.

La politica monetaria sembra languire. Il ciclo di rialzo dei tassi, già iniziato, procede lentamente. Le aspettative dei “dots” confermano l’andamento graduale dei rialzi. E’ previsto un altro rialzo quest’anno, tre nel 2018 e nel 2019.

La normalizzazione del bilancio, già decisa, inizierà probabilmente dopo l’estate. A pieno regime, il disinvestimento, tra tutti i vari strumenti, sarà di 50 miliardi di dollari al mese.

Macro View. L’Europa

L’inizio dell’anno è stato molto positivo. Il trend di crescita è in linea con l’ultimo periodo del 2016. La crescita ha interessato quasi tutti i paesi dell’area Euro. Per fine anno, si attende la conferma di queste dinamiche.

Inutile sottolineare che la politica monetaria ultraespansiva sta stimolando la domanda interna. Queste condizioni molto favorevoli stanno spingendo anche, in parte, un ritorno ad investire.

Il trend globale prima accennato favorisce il commercio con l’estero. I rischi alla crescita sono molto più bilanciati che in passato.

Per quanto concerne l’inflazione nel suo complesso, a farla da padrone è la componente più volatile, ossia l’energia. La salita dello scorso anno, e  la lenta discesa di questo sono infatti trainati dalla componente energetica. Le aspettative di fine anno sono per una inflazione headline a questi livelli.

Il problema è l’inflazione core, quella principale. Stabile, è ancora molto contenuta all’1%, e crescerà molto lentamente nel medio periodo. Quando la crescita si trasformerà in aumento dei salari, allora l’inflazione salirà verso il target del 2%. Questo è un processo lento e vischioso, che in un periodo post crisi incontra anche impedimenti strutturali.

La BCE si muove in questo contesto economico. L’accomodamento monetario non è al massimo storico, ma resta molto elevato. In autunno, ci sarà una revisione delle politiche non convenzionali; si assisterà probabilmente ad una lenta e totale riduzione dello stimolo nel corso del 2018.

Macro View. Italia

Italia inserita nel contesto europeo appena descritto, chiaramente con le sue peculiarità. Crescita ormai al terzo anno, ma molto moderata, spinta in parte da un iniziale sforzo di riforma, ma più che altro dovuta al combinato disposto di basso prezzo delle commodities e stimolo monetario.

Ripresa attesa in continuazione, ma rischi potenziali, soprattutto al ribasso, potrebbero preoccupare. Le fragilità del sistema finanziario, anche se affrontate, non sono del tutto risolte. Con potenziale incertezza politica e normalizzazione monetaria all’orizzonte, una ripresa lenta e moderata necessiterebbe di ulteriori spinte.

Le sfide sono le solite. Prima di tutto, continuare con le riforme strutturali. Le raccomandazioni degli organismi internazionali vanno tutte nella stessa direzione. Rimodernare il settore pubblico; liberalizzare il mercato dei prodotti e dei servizi; migliorare la produttività nel suo complesso; rafforzare la stabilità del sistema finanziario.

Nonostante i vari passi avanti (mercato del lavoro, banche, NPL), altro e tanto resta da fare.

Non da ultimo, il debito pubblico. Il suo elevato livello ci rende molto vulnerabili a shock indesiderati ed improvvisi. Occorre ridurlo, attraverso politiche fiscali che siano “amiche della crescita”.

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PIR. Scopri la gamma di Arca Fondi SGR https://www.dadamoney.com/?p=24254 Sat, 01 Jul 2017 22:00:00 +0000 https://www.dadamoney.com/scopri-gamma-pir-di-arca/ Arca Economia Reale PIR: l’offerta Arca raddoppia a 4 fondi, per una visione ed un’offerta globale sui mercati.

Negli ultimi anni, le manovre espansive attuate dalle banche centrali hanno eroso i rendimenti offerti dalle obbligazioni. Per quanto riguarda le azioni, sulle plusvalenze grava una tassazione del 26%.

Il risparmio gestito offre una nuova soluzione di investimento, che consente importanti agevolazioni fiscali in un orizzonte temporale definito.

I PIR sono nuovi strumenti di investimento che godono dell’azzeramento dell’imposta sui rendimenti generati e dell’esenzione di quella di successione.

L’investimento nei PIR non è vincolato; tuttavia, per poter usufruire delle agevolazioni fiscali, è necessario che la somma disinvestita sia rimasta nel PIR almeno 5 anni.

I fondi PIR arca nel dettaglio

Oggi Arca Fondi SGR mette a disposizione dei propri clienti una gamma completa di 4 Fondi a classe PIR; due bilanciati (Arca Economia Reale Bilanciato Italia 30 e Arca Economia Reale Bilanciato Italia 55, con maggiore esposizione azionaria, anche internazionale) e due azionari (Arca Economia Reale Equity Italia e Arca Azioni Italia). Questi fondi coprono tutte le esigenze di investimento. Hanno anche un significativo track record, con pluriennale esperienza sui mercati azionari di riferimento.

Le obbligazioni

Arca Fondi vanta una solida expertise sulle obbligazioni corporate italiane. Queste ultime sono una parte sostanziale del benchmark obbligazionario, in particolare dei due fondi PIR. La componente obbligazionaria è costituita prevalentemente da grandi emittenti corporate italiani ed europei. Queste aziende, in base a fondamentali e track record, presentano maggiori potenzialità di rendimento rispetto ai soli titoli governativi. I bond governativi sono presenti solo in forma residuale, con l’obiettivo di mitigare il rischio complessivo del portafoglio.

Le azioni

Sin dal 2015, Arca è stata una delle prime società a lanciare un fondo specializzato nellle PMI italiane. Il fondo è Arca Economia Reale Equity Italia. Non si tratta solo di piccole aziende, ma di imprese a media capitalizzazione. Queste costituiscono la struttura portante del sistema produttivo italiano. In poche parole, l’eccellenza del Made in Italy. Si tratta di aziende che nella recente crisi economica, con gli investimenti contratti del 30%, ed una contrazione del PIL di 8 punti percentuali, non solo sono sopravvissute sono, ma sono cresciute in fatturato ed esportazione.

Conclusioni

Il risparmio delle famiglie è uno degli asset più importanti del nostro Paese. Gran parte di queste risorse non sono riuscite ad incanalarsi verso investimenti produttivi, finora. I PIR, invece, rispondono a questa esigenza. Sono la formula giusta per far arrivare alle piccole e medie imprese dei capitali pazienti, non più dormienti. Questi capitali saranno un nuovo supporto alla crescita economica del Paese.

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“PIR necessari per aggiornare il risparmiatore italiano”, Annalisa Galiano, Arca Sgr – #SDR17 https://www.dadamoney.com/?p=24019 Sun, 30 Apr 2017 22:00:00 +0000 https://www.dadamoney.com/pir-arca-sgr/ “Sicuramente il tema caldo di quest’anno saranno i PIR, i piani individuali di risparmio” puntualizza Annalisa Galiano, Sales Private Banking di Arca Sgr. “Una importantissima novità che aggiorna il risparmiatore italiano, facendolo concentrare su investimenti a medio, lungo raggio”, aggiunge.

“Ovviamente i PIR sono importanti anche in quanto permettono all’investitore di sostenere indirettamente anche la nostra economia” puntualizza poi. “Il mondo della finanza deve far passare un messaggio educativo, che faccia capire al cliente cosa sia meglio fare, in senso assoluto, con i suoi risparmi”, conclude infine.

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Mercati. Cosa sta succedendo in questa primavera? | Arca SGR https://www.dadamoney.com/?p=23923 Tue, 04 Apr 2017 22:00:00 +0000 https://www.dadamoney.com/sui-mercati-aprile-2017/ I PIR irrompono in un mercato ancora a “rendimenti zero”. Il primo trimestre del 2017 si chiude in positivo per tutte le piazze finanziarie azionarie. Più vario l’andamento dei mercati obbligazionari: in Europa si registra una marginale risalita dei rendimenti a lungo termine, mentre i mercati emergenti si distinguono per una performance molto positiva. In questo contesto i PIR sono un’importante occasione per l’investitore italiano.

Il Punto sui Mercati è a cura di Alberto Zorzi, VDG e Responsabile Direzione Investimenti di Arca SGR.

Le performance del primo trimestre dei mercati

Marzo ancora positivo per i mercati azionari mondiali, che chiudono il primo trimestre con una positività di oltre il 5%. Performance simili in USA ed Europa (+, 6,1% e +5,9% rispettivamente). Positive tutte le piazze. Spiccano gli emergenti con un +7,9%.

Anche nel reddito fisso, sono gli emergenti a distinguersi per la miglior performance, con un + 3,9%. Il dato riflette una discesa di 30 basis points in questa classe di attivo. Nel trimestre si nota anche la perdita dell’1,5% dell’obbligazionario europeo. Le cause sono una marginale risalita dei rendimenti a lungo termine e l’allargamento degli spread nella periferia europea.

Strategie delle banche centrali ed impatto sui portafogli

Le riunioni delle principali banche centrali non hanno portato particolari novità.

Negli USA, la FED ha aumentato di 1/4 di punto i tassi di riferimento, i fed funds. Il mercato era già posizionato per un rialzo prima dell’estate. La sequenza di dati macro positivi ha indotto gli operatori a ricalibrare le aspettative su marzo; così è stato. L’aumento è stato recepito senza problemi.

Non cambia il percorso previsto sui tassi a breve; viene confermato un rassicurante messaggio di gradualità. Ci aspettano probabilmente altri due rialzi nel corso di quest’anno. Il target di medio periodo è invariato al 3%.

È importante ricordare che la FED non ha iniziato un ciclo di rialzi per raffreddare un’economia surriscaldata; più semplicemente, vede dei dati macro che consentono una graduale uscita dalle politiche eccezionali seguite dal 2008 ad oggi.

In Europa, la BCE ha confermato tutte le misure attualmente esistenti. Tassi negativi sulle riserve bancarie, acquisto di titoli sul mercato a 60 miliardi al mese. Questi sono in discesa da 80 miliardi, e si inizierà ad aprile.

Al contempo, la BCE ha segnalato come siano svaniti i rischi di deflazione. Le economie europee stanno crescendo in modo omogeneo come non avveniva da tempo. L’operazione di rifinaziamento del 23 marzo scorso (LTRO) è stata l’ultima di questo genere. Quindi è stato un segnale di normalizzazione; quest’ultima sarà ancora lunga, è bene ricordarlo sempre. Ne è prova, appunto, il fatto che il rendimento dei titoli italiani a 2 anni è ancora negativo.

Alla luce degli ultimi dati sull’inflazione, all’interno della BCE cresce il dibattito sul “se” e “come” mantenere condizioni accomodanti. L’inflazione “core”, quella senza componenti erratiche, rimane stabile, e lo fa anche quella implicita.

La Bank of Japan ha confermato un obiettivo di rendimento sui titoli di stato allo 0%. Ciò vale a dire un rendimento nullo per investire a 10 anni.

Una nuova opportunità di investimento: i PIR

Non cambia il contesto, e non cambia quindi il messaggio. Consapevolezza di ritorni attesi sui propri risparmi contenuti; importanza di calibrare i propri investimenti in base al proprio orizzonte temporale scegliendo portafogli diversificati con componenti significativi di titoli non governativi.

E’ dunque importante saper cogliere le opportunità poste dalle novità normative. In questo senso, i PIR rappresentano una importante occasione per l’investitore italiano.

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Mercati azionari e obbligazionari. Il punto della situazione | Arca Sgr https://www.dadamoney.com/?p=23812 Wed, 01 Mar 2017 23:00:00 +0000 https://www.dadamoney.com/mercati-azionari-mondiali-situazione/ Mercati azionari e obbligazionari mondiali. Il punto della situazione | Arca Sgr

Il Punto sui mercati azionari è a cura di Alberto Zorzi, VDG e Responsabile Direzione Investimenti.

Andamento mercati febbraio 2017

Prosegue il momento positivo per i mercati azionari mondiali, che a febbraio, nonostante le numerose incognite politiche, sono saliti in media del 3%. Un movimento che ha interessato tutte le aree geografiche; in particolare i mercati sviluppati. Wall Street sale del 4%, portando al 6% il guadagno da inizio anno.Salgono anche i mercati europei, con un guadagno medio del 2,8%. Il quadro positivo si chiude con performance in salita anche per i mercati asiatici e per quelli emergenti.

Sul fronte obbligazionario, la discesa degli spread di circa 20 punti base si riflette in una performance positiva di circa il 2% sui mercati emergenti. L’obbligazionario mondiale si difende con un +0,80%; l’Europa fa ancora meglio, con un confortante 1,15%. In ambito governativo è da segnalare la marcata discesa dei rendimenti dei titoli tedeschi, di oltre 20 centesimi. La periferia europea rimane debole. Lo spread Italia-Germania ha oscillato, nel mese, di circa 20 punti, con un massimo a 200 bps.

Sul fronte valutario, segnaliamo un indebolimento dell’euro di circa il 2% nei confronti di dollaro e yen.

Andamento macreconomico  e utili delle aziende

Il miglioramento delle prospettive di crescita va consolidandosi; trova conforto sia nei dati che nella dinamica dei mercati. Tra i dati, gli indici PMI si mantengono stabilmente ben sopra il livello soglia di 50. Ciò segnala una fase positiva per l’andamento del ciclo economico. Questa cosa vale sia per il settore manifatturiero che per i servizi.

Da qualche mese la performance dei mercati azionari è più che positiva. Questo andamento riflette prevalentemente attese di utili in crescita. Nel corso degli ultimi sei mesi migliorano stabilmente le aspettative degli analisti degli utili per azione. Questa tendenza è comune a tutti i mercati. Ciò significa che la crescita dei listini azionari segue un percorso non speculativo; vale a dire che non è guidata da un incremento dei multipli.

Al temo stesso, la volatilità dei mercati è molto bassa, come se i fattori di rischio non fossero tali. La bassa volatilità riflette anche una salita, da mesi, graduale e stabile, senza particolari correzioni. La bassa volatilità va vista come l’occasione per reinvestire una parte dei profitti in strategie di mitigazione del rischio; ciò in vista di future correzioni che sono molto difficili da predire, ma il cui verificarsi si fa sempre più probabile mano a mano che i mercati, salendo, offrono occasioni per consolidare i profitti accumulati.

Conclusioni

I portafogli dovrebbero dunque essere impostati per un quadro macroeconomico favorevole, ma ricco di incognite sul piano politico. Tra queste, spiccano le lezioni ormai prossime in Olanda ed in Francia, e quelle autunnali in Germania. Non dimentichiamoci anche della situazione politica italiana, indecisa, con elezioni che un giorno sembrano essere imminenti, e quello dopo si allontanano repentinamente.

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Il punto sui mercati di gennaio 2017 per Arca SGR https://www.dadamoney.com/?p=23638 Tue, 03 Jan 2017 23:00:00 +0000 https://www.dadamoney.com/il-punto-sui-mercati-arca-sgr/ Il punto sui mercati di gennaio 2017 per Arca SGR

Il punto sui mercati di gennaio 2017 per Arca SGR.

Andamento mercati dicembre 2016 e annuale

Dicembre è stato un mese positivo per i mercati azionari globali. +2,8% in questo periodo. Su base annua siam o a +8.9%. Dato mensile che risente molto del grande rimbalzo in Europa. Il Vecchio continente ha realizzato un ottimo +6,1%, che porta il risultato annuale a +7,9%. Milano si distingue su base mensile (+13,2%). Purtroppo performance negativa su base annuale, con -6,5%. Questo dato risente pesantemente della dinamica dei titoli bancari.

Nel reddito fisso, è pressoché invariato l’indice globale mensile. Annualmente, siamo a +3,05%. Sono i titoli più rischiosi, quelli non governativi, ad avere performance migliori. Sale infatti del +9,01% l’indice dei mercati emergenti con debito in valuta forte. Sale del 4,84% l’indice delle società con HY.

Nel mondo valutario, poco da commentare mensilmente. Il dato annuale della sterlina contro l’euro, però (-13,8%), ci ricorda l’importanza dei temi politici nel guardare al 2017.

Questo il punto sui mercati.

Agenda politica 2017

Dobbiamo domandarci quali saranno i temi dominanti nel nuovo anno, e come posizionarci. A breve si insedierà la nuova amministrazione americana. Nel corso del 2017 sono in programma le importanti elezioni in Francia a maggio, e quelle tedesche a settembre/ottobre (data ancora incerta). Non possiamo escludere elezioni anche in Italia. In primavera dovrebbero cominciare le negoziazioni per l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.

Un’agenda politica molto incerta interferirà quindi con le nostre scelte d’investimento. Di questo bisogna tenere conto.

Crescita Mondiale e QE

Ciò premesso, l’anno appena iniziato dovrebbe vedere una crescita mondiale in miglioramento in termini nominali. Il tutto sarà frutto di una maggiore crescita di beni e servizi, e di una contenuta crescita del tasso di inflazione. Sono questi i fattori che denotano un maggior dinamismo delle economie. Sono frutto di politiche fiscali meno improntate all’austerità, se non addirittura allo stimolo. Sono anche frutto della politica monetaria espansiva degli ultimi otto anni.

A questo proposito, va ricordata la decisione della BCE di estendere il proprio programma di acquisti fino alla fine del 2017. In realtà, a partire da aprile gli acquisti diminuiranno da 80 a 60 miliardi mensili. La stessa cifra con cui il programma cominciò quasi 2 anni fa. A conti fatti, questo significa altri 780 miliardi di acquisti nel 2017. Nel peggiore dei casi, seguirà la metà di questa cifra nel 2018. Questo “caso peggiore” sarà il ben noto tapering, cioè la fine graduale del programma di acquisti. E’ velleitario, in questa fase, speculare sulla fine del programma. Molto dipenderà dall’andamento dell’economia. Questa, a sua volta, risentirà anche del ciclo elettorale.

Per il momento lo scelte di investimento devono privilegiare, sempre in ottica molto tattica, le attività rischiose. Si raccomandano strategie flessibili e non direzionali.

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