Possiamo dire che mentre fino a 20-30 anni fa la maggior parte del debito pubblico italiano era nelle mani delle nostre famiglie, quindi circa il 60 per cento dei nostri titoli di stato erano sui depositi delle famiglie, oggi le famiglie detengono circa il 5 per cento del debito italiano, mentre la stragrande maggioranza è in mano proprio alle banche, in particolare alle banche italiane, e quindi c’è un motivo di forte attenzione, perché chiaramente, se dovesse ridursi il prezzo dei titoli di stato, quindi in conseguenza, ad esempio, di un aumento dello spread, allora potrebbe accadere, come già successo in passato, che i bilanci delle banche vengano penalizzati, perché improvvisamente varranno meno. Di conseguenza, sicuramente un’attenzione alla sicurezza della banca è importante averla, specialmente in questo periodo.
Sì, veniamo da un periodo in cui ci sono state grosse ristrutturazioni e acquisizioni, fusioni, e dove il problema principale è stato quello di, tra virgolette, liberarsi degli npl, cioè quei prestiti di scarsa qualità, spesso deteriorati, di difficile esigibilità. Oggi entriamo in una fase nuova dove, stando anche a una recente analisi di una società indipendente, si stima che dovranno ridursi ancora pesantemente i costi che sostengono le banche, se queste vorranno mantenere più o meno inalterati gli utili attuali, che già sono decisamente più bassi rispetto a quelli di dieci anni fa. Di conseguenza, è stata stimata una riduzione di personale di oltre 70.000 persone nei prossimi anni, di oltre 7 mila filiali. Si va verso un rapporto spersonalizzato, se così si può dire, tra il risparmiatore e la banca, e probabilmente le banche. Sempre in questa analisi, si stima che dovranno continuare ad aumentare i costi, anche se le banche italiane hanno già i costi più alti in Europa. Quindi questo è un po’ il trend che vedremo nei prossimi tempi.
Mah… le banche sono delle aziende. Solitamente sono società per azioni, quotate. Oggi il domicilio di una banca, domicilio fiscale o la sede legale di una banca non ci dice granché sulla sua solidità. Abbiamo visto, ad esempio, in questo periodo la forte attenzione sulle banche tedesche, che sono oggi forse più nell’occhio del ciclone di quelle italiane, dovuto soprattutto al fatto che sono presenti ingenti quantità di derivati nei bilanci delle principali banche estere, in questo caso tedesche, e dovuto anche al fatto che i tassi continuano ad essere negativi. I tassi negativi, per capirci, significa che per la banca viene a mancare una delle principali fonti di utile, che un tempo era un utile automatico, perché la banca faceva utile anche solo con i soldi dei risparmiatori depositati sui conti correnti. Oggi questo non avviene più. Di conseguenza non ha molto significato vedere se una banca è domiciliata in Italia o in Svizzera o in altri stati. E’ molto più importante vedere il suo livello di sicurezza.
Bella domanda, nel senso che sono una miriade i parametri da valutare, da analizzare, e oltretutto sono in costante cambiamento, perché le situazioni si evolvono, specialmente anche a seguito di fusioni, di incorporazioni e operazioni societarie. Un consiglio semplice può essere quello, visto che oggi i mezzi lo permettono, Internet primo tra tutti, è valutare sicuramente il bilancio, anche solo cercare gli utili che produce, o le perdite che produce una banca, vedere come si sono evoluti nel corso degli ultimi quattro, cinque, sei anni. Già quello può essere, in prima analisi, un dato importante da valutare. Sicuramente dobbiamo iniziare a prenderci le misure con questi dati, e non trascurare più un fatto che una volta si dava per scontato, che è quello della sicurezza della propria banca, anche a seguito delle recenti leggi che iniziano a caricare i rischi di solvibilità della banca sui clienti stessi, non ultimo il bail-in. Quindi diventa un processo ormai irrinunciabile quello di interessarsi della sicurezza della propria banca.
Esatto, dobbiamo cambiare il proverbio.
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