Francia, Italia, Spagna, guardano alla fase 2 dell’epidemia da coronavirus, ma temono un ritorno del contagio. Il governo francese frena sulla riapertura subito di tutte le scuole, in Italia attesa per le proposte della task force…
***************
A Parigi vedere una strada affollata ormai è frequente. Dopo settimane di confinamento i cittadini scalpitano per uscire di casa. Stretti tra la necessità e la paura di ripartire i governi di Francia, Spagna, Italia lavorano al come, sapendo che ogni sbaglio è fatale.
Il primo ministro francese Edouard Phillippe questa domenica ha avvertito: “Guardate che non torneremo alla vita di prima per molto tempo”. Non ha annunciato task force ma un dibattito parlamentare, a giorni, per decidere come proseguire. Ha aggiunto che nella fase due forse sarà obbligatoria una mascherina sui mezzi pubblici.
Le protezioni sono un tema cruciale anche in Gran Bretagna, Paese che invece è ancora nel tunnel più nero: “Dobbiamo essere fiduciosi che la capacità di test e l’approvvigionamento di protezioni siano garantiti, con forniture che coprano non solo la domanda giornaliera ma quella futura”, ha cercato di rassicurare il ministro dell’educazione ma la situazione è seria: In Gran Bretagna i pronto soccorso sono al collasso, i medici con le protezioni che scarseggiano minacciano di abbandonare il servizio e il Paese ancora conta troppi morti: 596 nelle ultime 24 ore, le scuole non riapriranno per tutta l’estate.
Anche in Italia ci sono ancora 433 vittime in 24 ore, ma l’aumento dei nuovi contagi è in stabile ribasso. Per il governo, che cerca di frenare spinte centrifughe nelle riaperture, ora, oltre alla salute dei cittadini, la principale preoccupazione è il sostegno europeo al debito. Nel giorno in cui la barra dei morti nel vecchio continente supera 100mila il primo ministro Giuseppe Conte afferma al Sueddeutsche Zeitung: “Il Mes ha una brutta fama, non dimentichiamo la Grecia”.