Italia. Il CFA Sentiment index e le sue previsioni | Morningstar Italy

In occasione delle consuete previsioni annuali della CFA Society Italy, abbiamo discusso con Matteo Cassiani, membro ed ex-presidente della stessa CFA Society Italy, del CFA Sentiment Index Italia, un indicatore nato nel 2014 con lo scopo di catturare il “sentiment” a sei mesi degli operatori della finanza italiani. Come funziona? Come deve essere usato? E qual è il valore aggiunto?Cassiani spiega come l’indicatore dell’Associazione abbia una forte correlazione con il Markit Italy Composite PMI e con il Pil italiano, nonché con lo spred Btp-Bund.

Dunque, parliamo del CFA sentiment index. Innanzitutto, di cosa si tratta?

Nel 2014 abbiamo avuto l’idea, come associazione, di introdurre un indicatore di sentiment vero e proprio degli operatori della finanza italiani. Ci siamo chiesti: i nostri 500 soci, che hanno ottenuto le certificazioni CFA, potrebbero essere un campione effettivamente interessante? Fate conto che i nostri associati sono analisti finanziari, gestori di patrimoni, consulenti finanziari per grandi patrimoni o clientela istituzionale, per cui sono quelli che potremmo chiamare effettivamente i decision maker del settore finanziario italiano, e allora abbiamo chiesto a questi operatori di rispondere, di dare il loro parere su quello che è la situazione dell’economia italiana, nonché di fornire le loro previsioni sui prossimi sei mesi su alcune variabili macroeconomiche, di nuovo il GDP italiano, quindi la crescita economica del nostro paese, ma anche quella di area euro, degli Stati Uniti, altre variabili macroeconomiche come l’inflazione, ma anche finanziarie, come l’andamento dei tassi di interesse a breve e a lungo termine, così come, in realtà, l’andamento degli indici azionari stessi, valute, e nonché il petrolio.

Ecco, il vostro indice entra nel suo sesto anno di vita, quindi si può già fare un bilancio. Nello specifico, qual è il valore aggiunto di questo indice per gli investitori?

Allora, prendendo proprio quelle che sono le risposte sulla previsione dei prossimi sei mesi degli analisti finanziari italiani, prendendo la differenza fra chi è positivo e chi è negativo sulle prospettive dell’economia italiana, costruiamo un indicatore di sintesi, e questo è il sentiment index. Dopo cinque anni di rilevazioni possiamo fare le nostre prime stime. L’indicatore effettivamente mostra un valore previsionale piuttosto interessante. E’ un indicatore coincidente con il Markit Italy PMI Composite, con cui ha una correlazione di circa il 60 per cento. Allo stesso tempo, è un indicatore coincidente del PIL italiano, con cui in effetti ha una correlazione di ben l’80 per cento. Quindi, in effetti, pur essendo un indicatore coincidente, cioè esce nello stesso periodo in cui le altre variabili sono pubblicate, sebbene sia pubblicato con qualche giorno in anticipo rispetto alle altre variabili, soprattutto rispetto al PIL, che è in ottica trimestrale, fornisce in effetti una previsione piuttosto buona delle dinamiche che le altre variabili avranno. Da notare, tra l’altro, che ha una correlazione piuttosto elevata, dell’ottanta per cento, con l’andamento dello spread tra i titoli governativi italiani e quelli tedeschi, nonché una correlazione piuttosto elevata anche sulla variazione che questo spread ha nel mese successivo rispetto alla pubblicazione dell’indice stesso.

Ecco, per chiudere, quali sono i punti più importanti dell’ultimo aggiornamento effettuato a fine 2019?

Dunque, dopo alcuni mesi in cui gli analisti finanziari, gli operatori italiani e della finanza erano moderatamente positivi, quindi la differenza tra le risposte positive e quelle negative erano più verso la positività, avevano un saldo positivo, e questo negli ultimi tre mesi dell’anno, con l’ultima rilevazione pubblicata all’inizio di gennaio, in realtà quest’indicatore è tornato negativo. Ricordo che prima dell’ultimo trimestre, in realtà, l’indice aveva passato diversi mesi, quasi 18 mesi, in terreno negativo, questo ad indicare il fatto che la situazione economica, per i prossimi sei mesi è vista ancora in modo piuttosto incerto da parte degli operatori italiani.

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