Il vantaggio competitivo dell’approccio ESG nel mondo equity e bond | Kairos Partners SGR

L’ascesa della componente ESG nei flussi investiti è un trend che ha risvolti positivi anche sul costo del capitale. Un’opportunità che Kairos Partners SGR ha accolto come tema di investimento. Ne parliamo con Riccardo Valeri, Portfolio Manager di KIS ActivESG, e Andrea Ponti, Fixed Income Portfolio Manager di KIS Active Bond ESG di Kairos.

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Il mondo degli investimenti ESG, di carattere ambientale, sociale e di governance, è in rapida ascesa in tutto il mondo. Questo deriva da politiche comunitarie, in Europa, come il Green New Deal e il Recovery Fund, che sono appunto due strumenti atti a fare investimenti per la finanza sostenibile, così come negli Stati Uniti, dopo la vittoria di Biden, prima e poi delle elezioni in Georgia, vittoria democratica, fanno pensare che gli investimenti sostenibili avranno un’ulteriore spinta in accelerazione. E questo si vede dai flussi, dove appunto sono in rapida ascesa un po’ in tutto il mondo.

focalizzandosi però su quello che è il mio mondo, cioè dell’equity in Europa, ad esempio, siamo arrivati al 10 per cento, e negli Stati Uniti solo al tre. Questi secondo noi non sono dei target, ma sono semplicemente l’inizio di un trend, così come sul mondo obbligazionario.

Sicuramente sì, la componente ESG era considerata fino a un anno fa, due anni fa, una parte comunque minoritaria, un mercato di nicchia. Fino al 2018, 2019 gli investimenti obbligazionari, il totale delle emissioni, ammontavano a circa poco più di 100 billion a livello globale, certo miliardi di dollari, e nel 2021 si stima che saranno quasi 600 billion, quindi è evidente che è un trend in ascesa esponenziale.

Anche le banche centrali, che in qualche modo fino a mesi fa non consideravano i green bond, i susteinable bond come parte del pacchetto degli acquisti, hanno invece cominciato a considerare, ad includere nei loro programmi di acquisti di quantitative easing che son partiti in risposta alla pandemia Covid, anche i green bond, i susteinable bond negli acquisti che effettuano direttamente sul mercato primario e mercato secondario

Quindi è un trend importante, è un trend che poi ha chiaramente anche risvolti positivi e benefici sul costo del debito, ma anche sul costo del capitale più complessivo.

Sì, infatti. Secondo noi, appunto, essere sostenibili dà dei vantaggi all’azienda, perché spesso c’è questa concezione che fare investimenti sostenibili significa incrementare i costi, e quindi questo è un fattore negativo. In realtà crediamo sia un’opportunità. Infatti, citando uno studio per esempio di MSCI ESG rating, una delle principali società di rating, si vede come esiste una chiara correlazione tra sostenibilità e costo del capitale, nello specifico una correlazione inversa.

Quindi, maggiore è la sostenibilità delle aziende, quindi maggiore sarà il suo rating, minore sarà il suo costo del capitale, e questo è valido un po’ in tutti i paesi, ma è valido sia per quanto riguarda il costo equity, e quindi il mondo azionario, che quanto riguarda il costo del debito.

Assolutamente vero, Riccardo. Quello che dicevi nel mondo obbligazionario tendenzialmente il premio che si paga in più o meno, appartenere alla categoria ESG, si può evidenziare secondo tre direttrici. Il primo è intersector, ovvero all’interno  dello stesso settore, se ci sono due società che magari una è bollinata come ESG e l’altra no, perché magari ha una controversia legale, o non appartiene al mondo ESG, chiaramente quella non ESG avrà un costo del debito strutturalmente più alto.

Ci sono settori che non sono ESG ex ante, dal punto di vista ambientale, e che presentano un costo strutturale del debito più elevato, ad esempio il tabacco oppure il settore dell’oil, proprio perché hanno una base di investitori più ristretta, e quindi chiaramente presenteranno poi un costo del debito più elevato.

Inoltre, anche una stessa azienda che emetta un bond ESG e un bond non ESG, tendenzialmente il bond ESG avrà un costo di finanziamento per l’azienda inferiore, questo perché perché c’è fame di bond ESG, chiaramente più richiesta, quindi c’è un imbalance fra supply and demand, e questo chiaramente si riflette sul costo finale.

E’ evidente che questa è un’opportunità che comunque è emersa negli ultimi trimestri, negli ultimi anni, e noi in Kairos siamo stati pronti a coglierla come tema d’investimento sia sul lato bond che sul lato equity.

Sì, esatto, perché tra l’altro noi il tema della sostenibilità lo associamo al tema della competitività. Cioè, un’azienda più è sostenibile, più è competitiva nel lungo periodo, e noi appunto nel fondo che gestiamo, che gestisco, che è il KIS ActivESG, andiamo ad esasperare proprio questo tema, cioè andiamo long titoli ESG e corti titoli non ESG. Secondo noi questa divergenza andrà ampliarsi nel tempo, e fare delle performance positive per i nostri sottoscrittori.

Il fondo è comunque innovativo, è una strategia nuova e l’altro anno ha performato molto bene, siamo su cerca su del 15 per cento dal lancio. L’obiettivo secondo noi molto importante, anche per tutto quello che è successo l’altro anno, con quella crisi Covid in più, oltre che dal lato equity, è stato lanciato appunto un fondo obbligazionario che vuole, della flessibilità del mondo del green, farne la sua forza.

Aassolutamente. Infatti noi lo scorso ottobre 2020 abbiamo lanciato, come team obbligazionario, il KIS Active Bond ESG, che ha un bis long, però abbiamo voluto, un po’ come tutti i fondi kairos, dagli l’attributo della flessibilità, quindi non è un fondo direzionale, è un fondo flessibile, anche perché chiaramente le acque del mondo obbligazionario presentano momenti di volatilità, e quindi preferiamo avere un approccio comunque flessibile, in modo tale anche da sfruttare comunque volatilità, che temporaneamente si può presentare sui mercati.

E’ un fondo completamente ESG, dove tra l’altro il peso dei green bond, dei sustenaibility bond, tendenzialmente raggiunge sempre il 70, 75 per cento.

Crediamo che sia un tema di investimento molto importante, che possa dare comunque soddisfazioni agli investitori finali, proprio perché nei prossimi trimestri, nei prossimi anni, sempre più società avranno chiaramente necessità di emettere green o sustenaibility bond, e anche perché soprattutto c’è una fame da parte degli investitori globali di questo tipo di strumenti, e quindi è evidente che i ritorni probabilmente, verosimilmente, saranno più elevati rispetto agli investimenti obbligazionari tradizionali.

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