In stretta cooperazione con l’Organizzazione mondiale della sanità, l’Unione europea coordina una conferenza internazionale dei donatori per lottare contro il coronavirus.
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Una pandemia che richiede una risposta globale. In stretta cooperazione con l’Organizzazione mondiale della sanità, l’Unione europea coordina una conferenza internazionale dei donatori per lottare contro il coronavirus. Tre assi principali: diagnostica, cura e prevenzione. E la ferrea volontà che le tecnologie che nascono da tutti questi sforzi possano essere accessibili a tutti e a tutte. Come possono la ricerca, la scienza e l’innovazione europea portare il loro contributo?
Clonare i geni del coronavirus per trovare un vaccino
I ricercatori dell’Università di Copenaghen stanno cercando di sviluppare un candidato vaccino attraverso quella che è nota come “tecnologia ricombinante”. I geni del coronavirus vengono clonati per identificarne le proteine e capire come interagiscano con i recettori umani. “L’idea – spiega l’immunologo Morten Agertoug Nielsen – è di generare anticorpi che impediscono al virus di penetrare nelle cellule umane. In questo momento stiamo testando prototipi di vaccini sui topi. Il siero sarà inviato nei Paesi Bassi, dove testeremo gli anticorpi. La tempistica è molto importante in questo progetto”.
Solo uno dei tanti progetti in corso in Europa. Alla Conferenza dei donatori la Commissione ha annunciato lo stanziamento di un miliardo di euro per la ricerca contro il coronavirus nell’ambito di Horizon 2020. I fondi includono 450 milioni di euro per ricerche su terapie, diagnostica e prevenzione, 400 milioni per investimenti in ricerca e sviluppo, compreso il potenziamento degli impianti di produzione altri 150 milioni di euro per l’innovazione .
Campi d’azione: l’epidemiologia, la preparazione e la risposta alle epidemie, accanto allo sviluppo di diagnostica, terapie, vaccini e infrastrutture di ricerca.
“Abbiamo 48 progetti attivi, su test, prevenzione, cure, su cui lavorano 159 team in Europa – svela Jean-Eric Paquet della DG ricerca e innovazione della Commissione europea -. Una parte degli investimenti va ai test clinici. Stiamo finanziando test clinici sulle terapie. Allo stesso tempo, lavoriamo a stretto contatto con l’industria. Abbiamo una partnership preesistente chiamata ‘Innovative Medicines Initiative’ con l’industria farmaceutica, che ora si sta naturalmente concentrando sul Covid. Mettiamo anche a disposizione una piattaforma attraverso lo European Open Science Cloud per consentire ai ricercatori di condividere non solo i risultati ma anche i dati delle loro ricerche. Tutto questo sta prendendo sempre più piede e penso che aiuterà molto a coordinare gli sforzi degli scienziati contro il Covid-19 a livello mondiale”.
Una risposta dagli anticorpi
Troviamo un altro esempio di cooperazione europea a Rotterdam, dove i ricercatori stanno studiando come gli anticorpi possano fornire una risposta efficiente contro la pandemia. Attraverso questa ricerca gli scienziati puntano a sviluppare diverse strategie nella lotta contro il Covid-19, dice il coordinatore del progetto Franck Grosveld:
“Per prima cosa potremmo utilizzare gli anticorpi per la diagnostica. La seconda possibilità sarebbe di usarli come profilassi, somministrandoli ai soggetti a rischio di infezione, in modo che non vengano contagiati. La terza pista sarebbe di utilizzarli come terapia per curare i pazienti che sono stati infettati”.
Piste di ricerca che, grazie ai finanziamenti della Conferenza dei donatori, dovrebbero aiutare a fornire risposte rapide ed efficienti contro il coronavirus, concludono gli scienziati.
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