L’unica vera vittima del Brexit finora? La sterlina. Ecco cosa è successo

Ci aspettavamo forti ribassi nei mercati azionari per la decisione dei cittadini del Regno Unito di lasciare l’Unione Europea e invece, nonostante la forte volatilità, le piazze azionarie sono riuscite al momento ad assorbire il colpo. Solo la sterlina è stata la grande vittima dopo la vittoria del “Leave”. Contro la moneta unica ha perso 10 punti percentuali, contro dollaro 12 punti percentuali.

Crediamo che la tempesta Brexit sia solo nella prima fase. Manca ancora tempo prima di osservare le conseguenze della scelta di lasciare l’UE sulle economie del Vecchio Continente. Da un punto di vista politico in UK si stanno scegliendo i candidati per sostituire a settembre David Cameron. Il nuovo primo ministro del Regno Unito dovrebbe essere uno tra Michael Gove e Theresa May.

Attenzione al settore bancario che mostrerà una forte volatilità per tutta la settimana.

In settimana i riflettori saranno puntati sulla riunione della RBA, prima banca centrale a decidere su politica monetaria dopo il referendum nel Regno Unito, sulle minute della FED (meeting FOMC pre-referendum UK), sugli indici PMI in Europa e sui dati sul mondo del lavoro statunitense (tasso di disoccupazione e non farm payrolls).

Il cambio euro-dollaro ha abbandonato il canale ascendente che aveva contenuto i prezzi da dicembre 2015 fino al 24 giugno. Il cambio di tendenza porterà ribassi nel medio periodo anche se, nel breve, è possibile un ulteriore rimbalzo verso 1,1230, ultimo dei ritracciamenti di Fibonacci dai top del 23 giugno. Conferme sopra 1,1170.

L’euro-sterlina si attesta a inizio settimana appena al di sotto di 0,84. Nonostante i violenti rialzi della scorsa settimana crediamo che il trend positivo possa continuare. L’eventuale superamento dei picchi a 0,8406 getterebbe la basi per un’ascesa verso 0,8466, top del 17 dicembre 2013. Discorso diverso in caso di cedimento dei supporti a 0,82, preludio a un possibile calo in direzione di 0,80.

Lo sterlina-yen continua a mantenersi molto debole. La rottura del supporto a 133,15 creerebbe i presupposti per una estensione della discesa verso gli obiettivi ipotizzabili a 125,65, bottom del novembre 2012. Segnali di ripresa sopra 140, in tal caso possibile il raggiungimento di 145,40.

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