PFEXPO Roma ’17 – Intervista a Eugenio De Vito, Ceo & Partner 4Timing Sim. La focalizzazione è sulla consulenza e sull’alpha, cioè il valore aggiunto, del consulente. Il tutto, naturalmente, alla luce della nuova direttiva MIFID 2, in entrata a gennaio 2018. Lo farà grazie all’entrata in vigore del DL 129.
Esplicitare ulteriormente i costi, garantendo al cliente una maggiore qualità e trasparenza del servizio. In questo modo il cliente può perseguire gli obiettivi finanziari legati al ciclo di vita, e raggiungerli, cosa non scontata.
Nei costi eccessivi del risparmio gestito e negli errori comportamentali dell’investitore si individuano i fattori critici che allontanano la performance dei clienti da quella dei mercati. Così facendo non solo si crea un gap, ma si tende a farlo continuare. Il rendimento di medio-lungo periodo dei mercati finanziari spesso si discosta in maniera evidente da quello del cliente, infatti.
Per quanto concerne i costi, ormai tutto alla luce del sole. E’ ormai evidente come il sistema del risparmio gestito costi troppo, e la cosa è più che certificata, oltretutto. Da queste analisi si evidenzia come il 70% del rendimento del risparmio gestito negli ultimi 32 anni se ne sia andati in costi e commissioni varie.
Per quanto riguarda gli errori comportamentali, il bias del “senno del poi” è quello che compromette il raggiungimento degli obiettivi finanziari dei clienti. Che cos’è questo bias? Nient’altro che l’umana propensione a spiegarsi e giustificarsi col senno del poi qualunque avvenimento, proprio perché è successo. E’ la tendenza di ritenere di poter prevedere il verificarsi di un evento proprio perché questo si è verificato. L’esempio classico è il “…te l’avevo detto che sarebbe capitato” della nonna.
Questa cosa è confermata, per esempio, dal comportamento dell’investitore medio nel corso dell’anno. Moltissimi soldi si sono riversati sui dollari convinti che questo sarebbe continuato ad essere forte contro l’euro. Ovviamente è stato il contrario. E questa cosa ha inficiato i risultati di qualunque gestione basata sul mercato USA.
L’obiettivo della MIFID 2 dovrebbe essere proprio quello di consentire al consulente di fare la differenza nella relazione col cliente. Come? Agendo sull’alpha a sua disposizione, cioè sulle variabili che lui può controllare. La MIFID 2 deve essere vissuta come un’opportunità di emancipazione e di crescita professionale.
Tutto ciò è chiaramente possibile solo se gli obiettivi dell’advisor del consulente sono totalmente allineati a quelli del cliente. Ci deve quindi essere eliminazione alla fonte di qualsiasi conflitto di interesse.
L’alpha del consulente subentra quando può controllare, ad esempio, i costi. E può farlo sostituendo prodotti sedicenti attivi con strumenti low cost, ma più efficienti. E può subentrare anche in relazione alal finanza comportamentale. Il consulente, infatti, può condividere col cliente una disciplina d’investimento che gli eviti di farsi fagocitare dai bias comportamentali prima accennati.
