Mercati. Scenario economico Maggio 2020. La view di GAM Italia

Aprile il più crudele dei mesi, ma non per i mercati, in pericolosa divergenza con l’economia reale. Outlook di maggio presentato da Carlo Benetti, Market Specialist di GAM Italia.

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Contraddizioni solo apparenti

Almeno per le borse aprile non è stato il più crudele dei mesi, per dirla con Thomas Eliot. Mentre uscivano dati disastrosi sulla crescita del primo trimestre, dati destinati a peggiorare per quanto riguarda la restante parte dell’anno, le borse mettevano a segno un mese entusiasmante. La contraddizione tra queste due grandezze è solo apparente. E’ evidente che non sono le attese degli utili quelle scontate, ma due diverse condizioni. Le misure messe in campo da governi e banche centrali a contrasto del crollo della domanda globale e, naturalmente, il fatto che nutrendosi di aspettative, guardando al futuro, i mercati scontano già la ripresa via via che i lockdown vengano allentati o sospesi. E questo ci porta un po’ alla geometria della ripresa. Si avrà una forma a V, sperata, a U, o addirittura a L, una recessione, scenario quest’ultimo poco probabile. Le misure messe in campo dai governi sono tali da renderlo poco probabile. Il fondo monetario, per il 2020, stima un crollo della ricchezza globale del 3 per cento. Appena a gennaio le stime erano di una crescita del 3.3 per cento globale. Una escursione, in pochi mesi, nella previsione di 6 punti percentuali, dà la misura delle condizioni dell’economia globale, della pesantezza della crisi, delle conseguenze della pandemia. E se la pandemia verrà contenuta, e sarà tenuta sotto controllo in tempi rapidi, se i lockdown verranno sospesi e non ci saranno ulteriori contagi, se il virus non avrà mutazioni da renderlo ancora pericoloso, e se le misure messe in atto da governi e banche centrali saranno efficaci, allora sotto tutte queste condizioni nel 2021 il fondo monetario prevede una ripresa del 5.8 per cento dell’economia globale. Questa è la ripresa a V. Il conto sarà comunque salatissimo. Una perdita di ricchezza di 9.000 miliardi tra questo e il prossimo anno
pari, anzi superiore, alla somma delle economie di Giappone e di Germania. Però ci sono ancora troppi se, troppe variabili in campo per escludere con ragionevolezza l’ipotesi di una ripartenza più lenta, più faticosa.

Covid-19 acceleratore di fenomeni

Non possiamo sapere se la pandemia avrà effetti catartici sull’umanità intera e sulle sue mirabili sorti. Quello che possiamo dire con una certa sicurezza è che il covid-19 sia un acceleratore di fenomeni che sono già presenti. Provo a individuarne 3. Acquisterà velocità e pericolosità il confronto fra gli Stati Uniti, che sono in un anno elettorale, e la Cina. Un confronto che da economico diventa una competizione tra modelli politici, e la Cina sta esercitando il proprio soft power. In condizioni meno estreme un basso prezzo del petrolio sarebbe una buona notizia, ma in queste condizioni il crollo della domanda globale e i disastri sanitari della pandemia potrebbero mettere a rischio la stabilità economica e la stabilità sociale di quei paesi esportatori di petrolio che però non dispongono di adeguate riserve valutarie. Mi riferisco a Venezuela, Messico, Nigeria, Iran. Le possibili instabilità interne in questi paesi potrebbero aumentare l’entropia del già precario equilibrio geopolitico globale. Terzo fenomeno, il debito. Dalla crisi del 2008, innescata dal troppo debito, il debito globale è cresciuto di un altro 40 per cento. Siamo a 255 trilioni di dollari, pari al 320 per cento del pil globale. Misure destinate ad aumentare ulteriormente sui debiti che vengono contratti per contrastare la pandemia. Il debito italiano è proiettato con disinvoltura oltre il 150, 155 per cento del PIL. Significa riportare l’orologio delle pubbliche finanze italiane agli anni venti, gli anni successivi alla Grande Guerra. Il debito globale proiettato oltre il 342 per cento.

Le scelte di asset allocation

Sarebbe un errore interpretare le crescenti borse in aprile come un segnale anticipatore di una ripresa dietro l’angolo. I prezzi delle obbligazioni, del petrolio, delle commodity cicliche o dall’altra parte il prezzo dell’oro, suggeriscono invece che l’appuntamento è spostato in avanti nel tempo. Dietro le performance sintetiche di un indice si nascondono forti dispersioni dei rendimenti. Alcuni settori se la caveranno meglio, altri faranno più fatica. In questo senso il covid-19 è un acceleratore anche della rotazione settoriale, che esige da parte nostra maggiore selettività. In una recensione a un bel romanzo svedese, Alessandro Baricco racconta l’episodio della regina che vuole imparare a cavalcare. Monta in sella con grande spavalderia,
dopo di che chiede se ci fossero delle regole. Solo due maestà risponde il maestro di equitazione. La prima è l’audacia, la seconda la prudenza. Ora, l’audacia ci porta a guardare con una relativa sicurezza al valore delle azioni, al premio di rendimento che danno nel lungo termine. La costante di Sieger sappiamo che premia i capitali pazienti. La prudenza, però, ci invita alla cautela per quanto riguarda il periodo imminente, il breve termine. Quindi grande selettività, torna il valore della gestione attiva e l’utilità delle strategie multi asset a bassa volatilità. Per il medio termine suggeriamo ancora di guardare agli investimenti tematici, un tasto su cui GAM batte da tempo, perché sono gli strumenti che aiutano a superare la debolezza del breve termine. Quindi candidati migliori la tecnologia, l’health care, il lusso, seguiti dai mercati emergenti. In estrema sintesi il risparmiatore dovrebbe evitare il cosiddetto situazionismo, cioè un’attenzione esacerbata al presente. Esercitare la cautela, la circospezione, incastonare cioè questo periodo in un contesto storico più lungo, più ampio. In definitiva, a rimanere fedele al proprio metodo. E, in ultimo, perché no, confrontare le proprie idee con quelle di un consulente di fiducia, con un esperto. Un esercizio mai così utile come in questo periodo.

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