Il direttore finanziario statunitense del FT, Robert Armstrong, analizza l’S&P 500 per mostrare come i titoli della sanità, dei servizi pubblici e delle banche, nonché i rendimenti obbligazionari, si muovano tutti in modo diverso. Soprattutto adesso, col problema del coronavirus.
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Benvenuti a “Grafici che Contano”. Dopo un’orrenda settimana finale di febbraio, in cui la paura del coronavirus ha attanagliato i mercati globali, il mercato azionario statunitense si è ripreso negli ultimi quattro giorni, suggerendo, almeno provvisoriamente, che gli investitori potrebbero essere tornati in modalità di rischio. Ma decomprimiamo il rally. Schematicamente, la linea rossa qui è il percorso dell’S&P 500, che mostra l’andamento dell’ampio mercato. È salito del 5 per cento negli ultimi quattro giorni. Ancora una volta, un progresso piuttosto furioso in un breve periodo di tempo.
Tuttavia, guardate le componenti dell’indice che stanno guidando il rally. Questo è un titolo gestito con cura. Si tratta dei titoli sanitari privati che il senatore Bernie Sanders aveva promesso di privatizzare. L’eccezionale dimostrazione di Joe Biden nei sondaggi primari del Super Tuesday ha fatto sì che questi titoli ruggissero del 15 per cento. Il prossimo grande leader del rally del mercato – i servizi pubblici. Queste azioni sono aumentate del 7 per cento. Ancora una volta, più velocemente del mercato più ampio. Cosa sono le utility per gli investitori? L’ultimo rifugio sicuro – alti rendimenti, stabilità, un porto in una tempesta.
Ora, cosa sta sottoperformando? Cominciamo dalle banche. Le azioni delle banche non sono aumentate affatto negli ultimi quattro giorni, mentre il resto del mercato si è ripreso in modo così furioso, poiché il settore ha subito una sorta di doppio whammy. Il taglio di 50 punti base della Fed ai tassi d’interesse minaccia di comprimere i loro margini di profitto. E, allo stesso tempo, sono sensibili dal punto di vista economico. Così, gli investitori preoccupati per la crescita futura dell’economia le svenderanno.
Infine, la linea rossa è rappresentata dai rendimenti obbligazionari a 10 anni, che hanno continuato a scendere, mentre le azioni sono salite, e anche dopo un piccolo rally nell’ultimo giorno, rimangono ancora vicini ai minimi storici di un paio di giorni fa. Cosa significa questo? Forse diverse cose, ma nessuna buona. Certamente, rendimenti obbligazionari così bassi suggeriscono che gli investitori sono preoccupati che la Federal Reserve, a fronte di un ulteriore indebolimento dell’economia, possa dover tagliare ancora una volta i tassi.
Non suggeriscono inoltre che gli investitori non temano che la crescita possa spingere l’inflazione verso l’alto. Cosa abbiamo visto in questo periodo? Un rally nel mercato azionario, ma che è stato guidato dal sollievo politico e dagli investitori in cerca di sicurezza nella scelta dei settori. I titoli sensibili dal punto di vista economico, invece, hanno fatto pochissimi progressi, e i rendimenti obbligazionari indicano fortemente che gli investitori non vedono prospettive di crescita. Quello che abbiamo, in sintesi, è un rally del rischio.