In studio a Mercati Che Fare, Fabrizio Crespi, Ricercatore di Economia degli intermediari finanziari presso l’Università di Cagliari, parla con Leopoldo Gasbarro di MiFID II.
Si parla di MiFID II in riferimento a MiFID I, tuttora in vigore dal 2007. Si tratta di una normativa a livello europeo che riguarda il funzionamento dei mercati e dei servizi di investimento che offrono le banche. Non solo, essa riguarda soprattutto il rapporto tra banca e clienti in termini di tutela dei risparmiatori e della protezione degli investitori. La MiFID II introduce degli aggiornamenti e dei miglioramenti di queste tematiche presenti nella normativa MiFID I già applicata dalle banche.
Le banche stanno verificando che tutti gli addetti sono in linea con l’esperienza e la formazione richieste dalla normativa. Nel caso di mancanza dei prerequisiti gli operatori dovranno correre ai ripari con corsi di formazione per acquisire le conoscenze specificate dalla Mifid II. I consulenti finanziari invece, in quanto iscritti a un albo riconosciuto da tempo, hanno per diritto i requisiti di conoscenza e competenza. Nel caso di giovani che hanno appena iniziato la professione, dovranno fare un periodo di tirocinio con un promotore più esperto.
Costo o qualità? È la domanda con la quale il mondo del risparmio si confronterà nel prossimo anno. Due elementi estremamente connessi in quanto fare luce sui costi significa fare luce sul livello di servizio. MiFID II propone un servizio di “alta sartoria finanziaria”, ciò significa che la qualità non può essere a costo zero, ma sulla lunga distanza conviene sempre. La non qualità infatti ha un elevato costo: misurazioni oggettive dicono che i costi derivanti da un errore aumentano in modo esponenziale con il passare del tempo. E se nel mondo delle imprese cresce l’attenzione ad investire tempo e denaro nel prevenire gli errori piuttosto che spendere molto di più per risanarlo, perché non dovremmo farlo anche noi con i nostri risparmi?
Innanzitutto è bene dire che non è vero che oggi non esistono costi dei servizi finanziari, semplicemente non sono leggibili. Con MiFID II si cercherà di avere più trasparenza, di fare sì che un investitore capisca in modo semplice in forma aggregata quanto spende. La nuova normativa segna un passaggio importante, che è la qualità: i risparmiatori dovranno iniziare a capire quanto pagano e che servizio stanno ricevendo. Sul mercato ci saranno diversi intermediari che offriranno livelli di consulenza diversa e di conseguenza ci sarà un nuovo modo di andare a prezzare i servizi. A secondo del grado di consulenza evoluta erogata e alle esigenze del risparmiatore verranno stabiliti dei prezzi.
In questo modo gli investitori potranno, con una maggiore trasparenza, raffrontare i livelli di servizi che ottengono da diversi intermediari e giudicare l’intermediario che offre la consulenza a loro più adeguata e al costo più corretto.
Non si tratta di cercare il prezzo più basso, ma avere qualcuno che segua il risparmiatore nel monitoraggio del rischio e delle esigenze per non commettere errori irrimediabili.
Un percorso interessante per migliorare le competenze finanziarie è essere affiancati nel tempo da chi ne capisce. Non è un caso che una ricerca di Natixis Global Asset Management individua nel rapporto consulente-cliente un rapporto di forte fedeltà.
Gli investitori hanno elevata fiducia nel confronti dei consulenti finanziari. Questo è ciò che emerge dal sondaggio svolto da Natixis Global Asset Management su un campione di oltre 8300 investitori di 26 paesi di cui 400 italiani con un patrimonio netto investibile di circa 100 mila dollari. La ricerca indica che il 94% dei consulenti italiani è soddisfatto del suo consulente. Tuttavia si attesta una forte richiesta a ricevere supporto per comprendere meglio i servizi offerti: il 64% degli intervistato italiani vorrebbe saperne di più sui rischi. Anche la pianificazione fiscale è un aspetto che sta a cuore degli investitori. Se in generale emerge un buon rapporto con il proprio consulente (il 59% seguirebbe il proprio nel caso in cui dovesse cambiare società), gli investitori vorrebbero conoscere meglio le società di gestione del risparmio. MiFID II cambierà lo scenario e potrebbe anche cambiare l’opinione degli intervistati.
La ricerca mostra che nel corso degli anni i consulenti finanziari hanno fatto un gran lavoro anche di educazione finanziaria. È importante educare il cliente e saperlo gestire nei momenti difficili; questo porta a fidelizzarlo. I dati confermano che la consulenza serve: chi è seguito da un consulente, a parità di rischio, ottiene nel corso del tempo delle performance più stabili. Questo richiede una struttura e degli investimenti in tecnologia per ottenere buoni livelli di efficienza.