Fintech = Finanza + Tecnologia | La7

La rivoluzione digitale ha cambiato anche i servizi finanziari. Il co-fondatore di Moneyfarm, Paolo Galvani, discute di fintech con Cosimo Pastore.

La rivoluzione digitale ha profondamente cambiato il modo in cui facciamo la spesa, oppure come prenotiamo le vacanze. Ma anche come ci informiamo o, pensando ai social, come ci relazioniamo con gli altri. Siamo abituati ad agire in maniera veloce, ma allo stesso tempo semplice ed efficace. Le tecnologia sta cambiando anche le nostre abitudini finanziarie, ovviamente.

Definire cosa sia il fintech non è certo semplice. Si può dire che si tratta di un settore composto da aziende che utilizzano la tecnologia per rendere i processi finanziari più efficienti per il cliente finale. Nel concreto, che cosa significa?

Il fintech non è tanto una trasformazione tecnologica dei servizi finanziaria, quanto un’evoluzione dei processi e dei modelli. Questi ultimi, di fatto, poi portano ad avere prodotti più semplici, più trasparenti e di immediato utilizzo. L’esempio tipico è il bonifico fatto online anziché andare in banca.

Aveva ragione Bill Gates quando diceva che avremo ancora bisogno di fare le operazioni bancarie, ma non della banca?

E’ soprattutto un tema di evoluzione del modello. Alla fine, attraverso la tecnologia, riusciamo ad offrire ai clienti soluzioni che sono molto più dirette, molto più semplici, a costi più bassi e trasparenti.

I clienti sono davvero pronti? Per loro significherebbe abbandonare un sistema con cui hanno avuto a che fare da decenni…

Il tema della fiducia del cliente è aperto e valido per chiunque si occupi di gestione dei risparmi e di investimenti. Prima di tutto ci vuole competenza su quello che si fa e ciò che si offre. Poi, la tecnologia permette di offrire sempre maggiore informazione ai clienti indipendentemente dagli ammontare di investimento. Questo è un suo vantaggio.

Questo vuol dire una maggiore consapevolezza da parte dei risparmiatori…

Assolutamente sì. Ci sono due elementi importanti dietro a questo. Il primo è una democratizzazione dell’offerta di consulenza. In buona sostanza, poter offrire a chiunque, a prescindere da quanti soldi investa, consulenza finanziaria. Il secondo è il tema dell’educazione finanziaria. Importantissimo, imprescindibile e non legato a quanto soldi si debbano investire.

Anche perché investire ogni mese una piccola quota in banca non ammortizza certo i costi dell’investimento…

E’ proprio così. E qui la tecnologia viene in supporto. Proprio la tecnologia permette di offrire anche a clienti con piccole cifre soluzioni di investimento una volta riservate ai grandi patrimoni.

Investire, però, non vuol dire semplicemente risparmiare…

Verissimo. Ed è fondamentale come avere un orizzonte temporale di medio-lungo termine. Ed utilizzare strumenti tecnologici all’avanguardia, come quelli di Moneyfarm, che sono di fatto delle gestioni patrimoniali digitalizzate.

Gli italiani, però, prediligono il rapporto diretto, soprattutto quando si parla di soldi

Vero. Per questo il modello di Moneyfarm è ibrido. Accanto alla componente tecnologica c’è un gruppo di consulenti finanziari che aiutano, al telefono o di persona, il cliente ad affrontare il percorso di investimento e la gestione dei risparmi.

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