Al centro della riflessione sono i Mercati Emergenti, che negli anni hanno visto una profonda trasformazione.
Nell’articolo precedente NN Investment Partners ha mostrato il primo insight, in cui ha messo in evidenza come, in situazioni di elevata instabilità, l’interesse politico di tutelare i paesi indebitati possa cambiare la prospettiva degli investitori sul Debito Emergente.
Per oltre due decenni, l’affermazione della Cina come superpotenza economica ha avuto un forte impatto positivo sullo sviluppo delle altre economie emergenti. Allo stato attuale, il tasso di crescita cinese potrebbe rallentare a causa del maturare dell’economia e dell’attuazione delle riforme necessarie. Una tale situazione potrebbe provocare un effetto a catena ben oltre i confini cinesi. Proprio per questo motivo, NN Investment Partners, in qualità di investitore attivo, tiene monitorati i progressi della Cina nel lungo periodo.
Quando un Paese è vicino al declino economico si fanno avanti retoriche o politiche protezionistiche. Nell’esperienza di NN Investment Partners le economie nazionali meglio performanti sono quelle che si sono aperte al mercato globale, beneficiando di un clima dinamico e di investimenti stranieri.
Vuoi saperne di più?
]]>La profonda trasformazione che ha coinvolto i Mercati Emergenti negli anni è il tema centrale di queste riflessioni: utili spunti per investire in quello che ancora oggi rappresenta l’universo di investimento più dinamico al mondo.
Questo è uno degli insegnamenti di cui NN Investment Partners ha fatto tesoro in 25 anni di esperienza.
In un mercato sempre più globale, i Paesi in difficoltà rischiano di contagiare anche le altre economie. L’evoluzione delle crisi di Stati come Grecia e Ucraina mostrano che la cooperazione di banche centrali, enti multilaterali e investitori privati possono evitare il rischio di contagio.
La volontà politica di tutelare Paesi troppo indebitati, infatti, può cambiare la prospettiva degli investitori sul Debito Emergente in situazioni di elevata instabilità.
Conoscere la storia dei Mercati Emergenti è molto utile. Restare curiosi è fondamentale.
Vuoi saperne di più?
]]>Per investire con successo nell’universo più dinamico e diversificato del debito a livello globale, occorrono una profonda conoscenza di questi mercati e un instancabile lavoro di analisi e ricerca. Fattori, questi, che contraddistinguono l’approccio di NN Investment Partners e del suo Team di investimento specializzato negli investimenti del debito emergente.
NN Investment Partners vanta un consolidato track record nella gestione dell’intera gamma del Debito Emergente: è stata tra le prime società a sviluppare prodotti di investimento dedicati, e gestisce portafogli costituiti da debito sovrano in valuta forte dal 1993, prodotti dei mercati monetari in valuta locale dal 1998, debito corporate in valuta forte dal 2005, obbligazioni in valuta locale dal 2007, un fondo misto EMD dal 2011 e un fondo obbligazionario dedicato ai mercati di frontiera dal 2013.
Il continuo successo delle strategie di investimento è attribuibile al team e al suo processo di investimento regolamentato, coerente e che tiene conto dei fattori ESG nella scelta dei titoli.
I sistemi di gestione del rischio e di attribuzione della performance sono totalmente integrati e in linea con le decisioni di investimento.
Al suo interno presenta un team esperto ed eterogeneo, che rappresenta 15 nazionalità ed è presente in tutto il mondo. I gestori e gli analisti del Debito Emergente sono particolarmente abili a cogliere le opportunità di investimento su questi mercati così diversi fra loro.
La metodologia tiene conto di numerosi fattori, tra cui quelli ambientali, sociali e di governance, che permettono di adottare un sistema di valutazione unico e trasparente applicato a diverse categorie, quali: influenza istituzionale, processo politico, forza finanziaria ed economica e cambiamenti strutturali.
Il grado di sviluppo del paese secondo questi criteri determina in larga misura quanto il paese sia in grado di affrontare le sfide del futuro, ma soprattutto di conseguire risultati.
Il primo motivo è legato al potenziale di crescita. Questi mercati infatti, rispetto ai Mercati Sviluppati, la cui crescita si è stabilizzata negli ultimi trent’anni, presentano una forte spinta in prospettiva futura perché legati a economie ancora in fase di espansione.
Il secondo motivo è determinato da fattori demografici favorevoli. I Mercati Emergenti presentano una crescita demografica più rapida e una forza lavoro più giovane e sempre più competente che contrasta con l’invecchiamento della popolazione in molti Paesi Sviluppati.
Il terzo motivo riguarda i benefici della diversificazione in termini di asset allocation.
Le obbligazioni dei Mercati Emergenti offrono vantaggi significativi ai portafogli obbligazionari derivanti dalla diversificazione.
In quarto luogo i Mercati Emergenti stanno diventando generalmente più stabili.
La credibilità dei politici e delle istituzioni di questi mercati ha continuato a migliorare negli ultimi 30 anni, aumentandone la stabilità e l’affidabilità creditizia complessiva.
Infine, le strategie locali di sottoesposizione e restrizioni normative hanno parzialmente indotto gli investitori istituzionali dei Paesi Sviluppati a investire volutamente in modo insufficiente nel mercato Obbligazionario Emergente. Ma ciò sta cambiando ed è probabile che gli investimenti continuino ad aumentare nel medio e lungo periodo.
Per queste ragioni NN Investment Partners crede che l’importanza dei Mercati Emergenti sia in termini economici, sia finanziari sia ormai troppo evidente per essere ignorata.
Vuoi sapere di più?
]]>I Mercati Emergenti coprono oltre il 70% della massa terrestre globale e rappresentano oltre l‘80% della popolazione mondiale. Inoltre, creano il 40% del PIL globale e producono oltre il 60% delle materie prime a livello mondiale.
Secondo NN Investment Partners, le opportunità di investimento offerte da questi mercati sono sottovalutate in gran parte dei portafogli obbligazionari. È possibile investire in queste zone anche attraverso il Debito Emergente, ovvero tramite strumenti obbligazionari. Le Obbligazioni sovrane emergenti sono emesse dagli Stati, mentre le Obbligazioni societarie emergenti sono emesse da società private.
Nei Paesi Emergenti i mercati tendono mediamente ad avere un rating creditizio più basso rispetto ai Mercati Sviluppati. Questo a causa di un rischio economico e politico più elevato. Tuttavia, a rischi più alti sono associati anche rendimenti più elevati.
La crescita di questo mercato è strettamente riconducibile al Piano Brady del 1990. L’obiettivo del Piano era di ridurre il volume del debito detenuto dalle banche di investimento ed emesso da Paesi fortemente indebitati. Il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale e i governi creditori erogarono finanziamenti su vasta scala per acquistare il Debito Emergente in valuta estera a prezzi scontati. Ciò ha alimentato la nascita di un universo di strumenti liquidi in cui investire denominati in valuta forte, insieme a un rapido sviluppo.
Questo ha portato i Mercati Emergenti a trasformarsi in una asset class diversificata ed accessibile, attualmente ancora in crescita.
Vuoi sapere di più?
]]>Dopo due anni di rallentamento, dalla fine del 2016 la crescita globale ha intrapreso un percorso al rialzo. A favorirla è stata una combinazione di fattori: l’accelerazione della crescita degli utili, la maggiore fiducia delle imprese e l’aumento della spesa in conto capitale. La buona notizia è che è improbabile che la crescita vacilli, perché è sostenuta da un numero di fattori più alto rispetto a qualsiasi altro periodo a partire dal 2008. Ciò vale per tutti i settori e le aree geografiche, con i Mercati Emergenti che vestiranno un ruolo da protagonista.
Resta però qualche perplessità sul tasso di crescita nominale: salari e inflazione procedono a passo incerto, così come la crescita della produttività. Ecco perché, per NN Investment Partners, nel 2018 questi elementi rappresenteranno l’ago della bilancia.
NN Investment Partners ha fiducia nel fatto che la crescita del PIL globale si assesti leggermente al di sopra dei livelli registrati negli ultimi sei anni, grazie anche agli accenni di miglioramento del tasso nominale di crescita dell’economia, specialmente fuori dall’Eurozona.
NN IP ritiene che si sia ancora in terreno positivo per quanto riguarda i rischi legati alla crescita negli USA. In particolare, il settore corporate ha un potenziale molto maggiore rispetto a quello dei consumi, grazie alla maggiore liquidità di cui dispone. A offuscare l’outlook sulla politica monetaria USA è però l’impatto di una probabile riforma fiscale e di tagli fiscali nella seconda metà del 2018 e nella prima metà del 2019, con effetti incerti su domanda e offerta, a cui si aggiungono le incertezze circa la misura in cui il piano fiscale aumenterà il disavanzo di bilancio e il grado di ripresa dell’inflazione.
Negli ultimi trimestri, l’economia reale dell’Eurozona ha ingranato una marcia in più: lo slancio della crescita sembra essersi assestato ad un’altezza di crociera del 2,5%, ben al di sopra del livello potenziale. Sia la spesa al consumo che quella di investimento crescono ad un ritmo piuttosto elevato, innescando un circolo virtuoso sostenuto da condizioni finanziarie positive e da una maggiore fiducia da parte dei consumatori. Inoltre, secondo NN Investment Partners, è improbabile che la politica fiscale metta il bastone fra le ruote.
C’è quindi ampio spazio per una crescita alimentata da fattori come la riduzione dei risparmi scaturita da una domanda limitata di beni durevoli, condizioni di credito più favorevoli, un basso costo del denaro, l’aumento della fiducia e la forte crescita dell’occupazione. Per quanto riguarda il tasso di crescita nominale dell’economia, NN IP si aspetta un aumento molto graduale nell’inflazione sottostante. La BCE darà avvio al tapering a gennaio, diminuendo gli acquisti di attivi da 60 a 30 miliardi di euro al mese da gennaio fino almeno a settembre 2018. Dopo quella data, probabilmente li ridurrà fino quasi ad azzerarli nell’ultimo trimestre, con un primo aumento dei tassi di deposito nella seconda metà del 2019.
Nell’universo dei Mercati Emergenti, la tendenza positiva della crescita è diffusa. I Mercati Emergenti partecipano alla svolta positiva che pervade l’economia globale. I flussi commerciali internazionali coi mercati sviluppati ma anche interni ai Mercati Emergenti sono aumentati, dato da cui trapela un importante miglioramento della domanda domestica dei paesi emergenti.
Le condizioni finanziarie sono diventate sostanzialmente più favorevoli, sostenute dal miglioramento degli afflussi di capitali, determinato dalla più accomodante politica monetaria dei mercati sviluppati, dall’indebolimento del dollaro USA e dalla diminuzione del rischio Cina.
Da marzo la crescita del credito dei mercati emergenti ha registrato un costante miglioramento, il che dovrebbe favorire la ripresa della crescita di consumi e investimenti dopo i minimi degli ultimi decenni nel periodo 2011-2016.
La Cina è riuscita a stabilizzare il rapporto debito/PIL e le riforme in corso hanno reso più resilienti le imprese pubbliche. La quota di consumi del PIL cinese è in chiaro aumento, con lo slancio nella crescita dei consumi impartito dalla diminuzione della disparità dei redditi e dal rafforzamento dell’e-commerce.
L’attuale scenario di mercato è probabilmente il migliore da diversi anni grazie ai solidi dati macroeconomici e a una crescita a doppia cifra degli utili aziendali. Al contempo, il basso livello di inflazione dovrebbe evitare una rapida stretta dal punto di vista delle politiche monetarie. Inoltre, il sentiment politico di Eurozona e USA è migliorato negli ultimi mesi.
Per le asset class più rischiose si registra una dinamica comportamentale positiva, nonostante i timori collegati alle valutazioni al limite influenzino alcuni investitori. Per NN Investment Partners, “il timore di una valutazione eccessiva del mercato è comprensibile, ma basare troppo l’approccio agli investimenti sui timori può far perdere di vista le opportunità e quindi erodere i ritorni potenziali”. Le condizioni del mercato azionario si avvicinano a quelle ideali. Oltre al buon quadro dei fondamentali, negli ultimi mesi sono migliorate in modo sostanziale le dinamiche di mercato. Perciò la SGR con sede in Olanda ritiene “sensato esporsi agli attivi rischiosi”, in particolare di Giappone, Eurozona e Mercati Emergenti.
Per quanto riguarda i settori, NN IP predilige l’esposizione ai ciclici. Una strategia sostenuta da tre elementi: solidi dati macroeconomici, rendimenti obbligazionari più alti a seguito di una politica monetaria sempre meno accomodante e prezzi delle materie prime stabili o in aumento. Se quest’ultimo aspetto avvantaggia i settori energia e materiali, è il settore finanziario quello favorito dagli analisti NN IP. Le ragioni? La sua bassa valutazione, le buone prospettive a livello di utili e la correlazione positiva con i rendimenti obbligazionari.
Dopo anni di solidi rendimenti nei mercati globali obbligazionari e del credito, oggi il contesto per gli investitori in titoli a reddito fisso è diventato piuttosto sfidante. La politica monetaria è in via di normalizzazione e stiamo passando da un periodo di ricerca dei rendimenti a un contesto di reflazione.
NN Investment Partners prevede un aumento graduale dei rendimenti dei titoli di stato, accompagnato però a una certa volatilità nella normalizzazione dei rendimenti, dato che il mercato resterà concentrato sulla normalizzazione della politica monetaria.
Prevedendo che la Federal Reserve porterà avanti l’aumento dei tassi, mentre la BCE rimarrà attendista, NN IP si aspetta un ulteriore appiattimento della curva dei rendimenti USA e un certo (modesto) irripidimento della curva tedesca.
In conclusione, poiché il ritmo dell’aggiustamento della politica monetaria dipenderà in larga misura dall’evoluzione dei dati sulla crescita e sull’inflazione, è prudente mantenere una certa flessibilità in portafoglio. Solo così si potrà rispondere al variare delle condizioni macroeconomiche e di mercato.
Data la view di crescita globale, moderata inflazione e graduale normalizzazione della politica monetaria, sono i titoli di credito high yield, il debito dei mercati emergenti (EMD) e le categorie più specializzate come i senior loans bancari e le obbligazioni convertibili quelli che dovrebbero far registrare le performance migliori in termini di rendimento totale. Più a breve termine, NN Investment Partners preferisce, per ragioni tattiche, i titoli investment grade rispetto ai titoli high yield e l’EMD su base risk-adjusted.
Vuoi approfondire?
]]>Avvalendosi di un’approfondita analisi dei fondamentali complementata da un approccio ESG, NN Investment Partners punta sulle azioni dei brand più affermati e prestigiosi, che rappresentano un’occasione per gli investitori in cerca di rendimenti interessanti.
Secondo lo studio “Global Powers of Luxury Goods” di Deloitte, il 70% dei consumatori dei Mercati Emergenti ha dichiarato di aver incrementato la propria spesa in beni di lusso negli ultimi 5 anni. Un dato rilevante, specie se paragonato a quello dei paesi sviluppati, dove il valore si attesta “solo” al 53%. Il divario dà la misura del ruolo chiave svolto dai nuovi ricchi nel trainare l’espansione di un settore a sua volta fondamentale per l’economia mondiale.
Millennial e “luxury consumer” dei Paesi emergenti sono soliti acquistare durante i propri viaggi in Occidente, approfittando dei prezzi inferiori e delle oscillazioni valutarie, oltre che della più ampia varietà di scelta. Ma se da un lato rappresentano la nuova frontiera per lo sviluppo dei brand di settore, dall’altro pongono sfide importanti che cambieranno il volto del Luxury. La loro domanda presenta infatti caratteristiche inedite rispetto al passato, essendo fortemente orientata al digital: un aspetto che richiede alle imprese di trasformare le proprie strategie commerciali, investendo nello sviluppo della tecnologia e nell’analisi dei Big Data. Ad affermarsi saranno quindi i brand in grado di consolidare una presenza multi-canale, con un’integrazione tra e-commerce e retail tradizionale.
È quindi alle opportunità di crescita offerte dal settore che guarda NN Investment Partners, focalizzandosi sulle aziende che mostrano una significativa attitudine all’innovazione. Tra queste, in particolare, i grandi player europei, sostenuti parimenti da una grande attenzione alla qualità, con una posizione consolidata e valutazioni interessanti.
Il team si avvale di una rigorosa analisi quantitativa, in grado di intercettare le opportunità nascoste a livello globale. L’approccio di investimento integra inoltre i criteri ESG nell’analisi fondamentale, individuando le aziende con performance ottimali in fatto di sensibile riduzione dei danni ambientali, corporate governance e rispetto dei diritti umani.
Vai al sito di NN Investment Partners
Per il lusso, è la Cina il mercato che presenta le maggiori opportunità. Lo conferma una recente analisi della Fondazione Altagamma, secondo cui entro il 2020 la spesa dei cinesi rappresenterà il 34% dei consumi totali del settore. La classe media in crescita guiderà un aumento della domanda tra l’8 e il 9%.
I player del settore dovranno quindi adeguarsi ai trend dettati dai consumatori cinesi: ad esempio, l’aumento della spesa interna incoraggiato dalle riforme governative, come l’allineamento dei prezzi dei beni di lusso a quelli europei e la stretta nei controlli alle frontiere che limita le importazioni. Ma anche l’importanza sempre maggiore del digital e in particolare dei social network e dei video nel processo d’acquisto: la ragione per cui molti brand stanno cercando di conquistare clienti con esperienze di shopping immersive attraverso WeChat.
Un altro paese che le aziende del lusso tengono sotto osservazione è l’India, uno dei Mercati Emergenti con maggiore potenziale. La ragione è l’aumento del numero di individui con un patrimonio maggiore di 1 mln. $, assieme ad alcuni provvedimenti governativi, tra cui misure anti-corruzione e a favore delle importazioni.
E poi c’è il Messico, ormai da alcuni anni uno dei Paesi più interessanti per il Luxury in tutta l’America Latina, grazie a una classe media in crescita e una percentuale doppia di beni di lusso acquistati online.
Per conquistare fette di mercato nei Paesi emergenti, le aziende stanno adottando una varietà di strategie. Il settore degli acquisti di lusso è multisfaccettato, anche se potremmo riassumerne i trend secondo alcune direttrici: accanto agli acquisti dei viaggiatori facoltosi in Occidente, un aspetto centrale è l’aumento delle vendite online e quindi la crescente importanza della presenza digitale, tra e-commerce e social network (globali o locali, come il WeChat cinese).
Alcune aziende stanno quindi cercando di creare esperienze di acquisto memorabili, altre puntano a costruire un’identità di brand nella quale i consumatori locali possano rispecchiarsi. A vincere saranno comunque quelle che riusciranno a stabilire, accanto a una relazione di fiducia, un’accattivante presenza multicanale.
Occhi puntati sui Paesi emergenti, dunque.
Vuoi sapere di più?
Da nativi digitali, i Millennial non entrano in un ristorante e non acquistano prodotti alimentari senza prima informarsi online. Sempre più persone, poi, acquistano direttamente su Internet. Secondo una ricerca condotta da Nielsen sul futuro del business alimentare, i consumatori di oggi, Millennial in testa, cercano sempre più frequentemente alimenti freschi, naturali e con un livello minimo di sofisticazione. E attribuiscono un’importanza centrale alla possibilità di usufruire di un bene o un servizio nell’attimo stesso in cui lo desiderano e goderne all’interno di vere e proprie esperienze sociali, come viaggi, concerti o eventi sportivi.
Questi trend sono all’origine della trasformazione digitale dell’industria alimentare, punteggiata da un crescente numero di negozi specializzati in prodotti biologici che, attraverso il web, possono garantire un servizio di consegna espressa, in casa come in ufficio. Ma non basta avere un e-commerce per interagire con questi nuovi pubblici. Occorre puntare a una strategia digitale più articolata, che garantisca una presenza dell’azienda in ogni fase del “customer journey”: dalla ricerca online del negozio giusto all’identificazione del prodotto, dalla condivisione di recensioni all’acquisto. In sostanza, riuscire a ingaggiare emozionalmente le persone attraverso esperienze sempre più digitali. Un modus operandi che ormai guida molte aziende del settore dei beni di consumo di base verso un uso sempre più intensivo di infrastrutture tecnologiche.
L’impatto delle nuove generazioni di nativi digitali sul consumo di prodotti alimentari, la sempre maggiore ricerca di sostenibilità e l’affermazione di stili alimentari “green” sono tendenze di cui tenere conto in un investimento nel settore dei consumi di base, in particolare quello alimentare. Innanzitutto il cibo è un vero e proprio elemento portante dell’economia di tutti i paesi: i consumatori non possono fare a meno di acquistarlo, a prescindere dall’andamento dei mercati finanziari. Ecco perché i beni di consumo di base rappresentano un settore non ciclico che sta sovraperformando dal 1962 e ha battuto l’indice S&P 500 negli ultimi tre periodi di recessione. L’inserimento di titoli del settore in un portafoglio di investimento diversificato può quindi essere utile per aumentarne la stabilità.
La bassa volatilità, le interessanti prospettive di crescita legate al rapido sviluppo della domanda nei Mercati Emergenti e l’ulteriore potenzialità di rendimento legata ai dividendi generati dai titoli del settore, rappresentano fattori che, sommati, rendono interessante l’investimento in questo settore.
Vuoi saperne di più?
]]>La fine di questo lungo periodo di “doping” monetario avrà indubbiamente degli strascichi. Come contrastare le pressioni sui portafogli a reddito fisso e conseguire rendimenti interessanti? Secondo Willem Verhagen e Pieter Jansen, rispettivamente Senior Economist Multi-Asset e Senior Strategist Insurance di NN Investment Partners, la soluzione è in un approccio specialistico e selettivo.
Per il futuro si prospettano due possibili scenari economici, entrambi caratterizzati da un contesto di crescita globale.
Nel primo, si raggiungerebbero valori superiori al 3,5%, più alti quindi di quelli registrati negli ultimi sei anni. Una prospettiva particolarmente rosea determinata dall’aumento della fiducia dei consumatori, delle imprese e della spesa, che porterebbe a un rilevante aumento della produttività. I rendimenti dei titoli governativi core crescerebbero gradualmente e costantemente, fino a superare quelli attuali. Inizialmente, comunque, la stretta monetaria sarebbe improbabile se l’inflazione restasse inferiore all’obiettivo. Col passare del tempo, questa situazione porterebbe a un maggior numero di rialzi dei tassi di interesse, che avrebbero però un impatto positivo in quanto abbinati a un contesto di crescita più rapida.
Nel secondo scenario, la crescita economica resterebbe confinata in un intervallo di tempo ristretto. Secondo gli esperti di NN Investment Partners è questo il più probabile tra i due, per svariate ragioni, tra cui il fatto che si verificherebbe stanti i medesimi fattori strutturali degli ultimi sei anni: ad esempio una propensione all’assunzione del rischio più bassa rispetto al periodo pre-crisi.
La realtà del post Quantitative Easing è tutt’altro che scoraggiante per coloro che hanno le idee chiare. In un contesto caratterizzato da sviluppo economico e tassi d’interesse in aumento, rendimenti interessanti sono disponibili in diverse asset class, tra cui il debito dei Mercati Emergenti.
È infatti probabile che il debito emergente registri performance positive, sostenuto proprio dalla crescita globale. Soprattutto nel secondo scenario economico, trainato dalla ricerca di rendimento e dalle valutazioni interessanti.
L’universo del debito emergente non è comunque uniforme. Il debito dei mercati di frontiera denominato in valuta forte offre rendimenti più elevati e duration più brevi rispetto al debito emergente tradizionale in valuta forte, e potrebbe sovraperformare altre asset class. Per gli investitori nel reddito fisso che preferiscono evitare il rischio valutario, il debito dei mercati di frontiera in dollari americani rappresenta quindi una interessante opportunità d’investimento.
Accanto a questo, va menzionato anche il debito emergente in valuta locale a rendimento più elevato, che potrebbe trarre vantaggio da un contesto di ricerca di rendimento.
Vuoi saperne di più?
]]>