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francia – DaDaMoney https://www.dadamoney.com Un aggregatore di contenuti finanziari in formato video rivolto a risparmiatori, banker, promotori, consulenti finanziari e curiosi di finanza. Thu, 02 Jan 2020 12:07:19 +0000 it-IT hourly 1 https://www.dadamoney.com/wp-content/uploads/cropped-dadamoney_logo-32x32.png francia – DaDaMoney https://www.dadamoney.com 32 32 Economia. Regno Unito vs. Francia. Qual è la migliore? | Financial Times https://www.dadamoney.com/?p=24403 Wed, 30 Aug 2017 22:00:00 +0000 https://www.dadamoney.com/economia-regno-unito-vs-francia/ Emmanuel Macron e Theresa May possono essere preparati a portare i loro paesi verso sentieri molto diversi, ma su un unico argomento suonano notevolmente simili. Entrambi pretendono di avere la quinta economia più grande del mondo. Il Financial Times approfondisce con puntualità la questione.

Quindi, chi ha ragione, la May o Macron?

Economia in senso stretto

Per 40 anni, la Francia e la Gran Bretagna sono state molto vicine se si misura il PIL seguendo gli attuali tassi di cambio.

Sulla base delle ultime previsioni del FMI per il 2017, il Regno Unito è marginalmente davanti. Una ulteriore caduta della sterlina dell’1,5%, però, cambierebbe le posizioni.

Se si comparano le due nazioni per PPP (Purchasing Power Parity), cioè a parità di potere d’acquisto, il Regno unito è sempre avanti, di un 2,5%.

Economia. Standard di vita

Gli standard di vita delle persone sono misurati dal PIL pro capite, anch’esso molto simile. Secondo il FMI, esso era 42.314$ a testa nel 2016 in Francia, mentre era di 42.481$ in Gran Bretagna.

L’OCSE ha compilato una misura più precisa che si concentra su quanto le persone abbiano da spendere. La Francia aveva un reddito per famiglia, nel 2013, di 29.759$, mentre la Gran Bretagna è sotto, a 26.687$.

Economia. Mercato del lavoro

In ogni caso, c’è poco dubbio che un mercato del lavoro più flessibile in UK abbia prodotto un maggiore impiego di lavoratori. Sempre secondo l’OCSE, il tasso di occupazione britannico alla fien del 2016 era del 73,7%, mentre quello della Francia era solo al 64,1%.

Anche la disoccupazione è nettamente a favore dei britannici. Eurostat dice che il tasso di disoccupazione in UK è del 4,4%, mentre in Francia siamo a più del doppio, ossia 9,5%.

Economia. Produttività

L’output di un lavoratore francese è molto maggiore di uno inglese. Un lavoratore francese lavora da lunedì a giovedì per fare quello che un lavoratore britannico fa da lunedì a venerdì.

Investimenti diretti dall’estero

Secondo l’OCSE, il Regno Unito era la location preferita al mondo dove investire dall’estero nel quarto trimestre del 2016. Questa posizione privilegiata è influenzata dall’acquisto di compagnie britanniche sin da subito dopo il voto sulla Brexit.

Finanza e settore pubblico

Il settore finanziario è più importante per l’economia britannica, col suo 7% di output. In Francia, esso è solo il 4%. Come contrasto, il settore pubblico è più grande in Francia: 23% contro il 18% del Regno Unito.

Conclusioni

Nell’ultima decade, la Francia ha avuto una recessione più profonda ed un recupero più lento del Regno Unito. Dal 2008, l’economia britannica è cresciuta del 3,8, nel complesso, più di quella francese. I salari reali, però, sono saliti di più in Francia. Quest’ultima, con una disoccupazione maggiore, ha migliori margini di recupero.

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Francia. Dopo le elezioni presidenziali, come stanno reagendo i mercati | UBI Pramerica https://www.dadamoney.com/?p=24139 Tue, 30 May 2017 22:00:00 +0000 https://www.dadamoney.com/dopo-elezioni-presidenziali-francia/ Emilio Franco – Responsabile Investimenti, CFA e Vice Direttore Generale UBI Pramerica, parla di Francia, esiti elettorali, reazione dei mercati e susseguenti prospettive.

Maggio 2017. I timori legati a una possibile crisi dell’euro e dell’Europa sono rientrati, per il momento. In Francia si avvicinano le elezioni del Parlamento e i mercati sono cauti, ma positivi sulle politiche dell’Eurozona. Lo sono in particolare per le annunciate politiche riformiste e gli interventi sul mercato del lavoro.

Il mercato in Francia dopo le elezioni

I sondaggi avevano ragione. Il nuovo presidente è Macron. Giovane, aitante ed outsider rispetto al processo politico francese. I timori legati ad un successo della Le Pen si sono dissipati in maniera molto rapida. Cosa succederà adesso?

Intanto, a giugno, avremo le elezioni per il Parlamento. I sondaggi stanno nuovamente prevedendo una affermazione del neo eletto presidente. Il suo nuovo partito, En Marche, sembra addirittura non lontano dalla maggioranza assoluta.

I mercati pare addirittura che abbiano incominciato a sognare. Uno dei primi atti di Macron, dopo la nomina del nuovo governo, è stata la visita a Berlino dalla cancelliera Merkel. I mercati stanno incominciando a pensare che finalmente la politica dell’Eurozona possa dare delle sorprese positive, al rialzo. Quali possono essere queste sorprese?

Nel programma di Macron, la Francia dovrebbe intraprendere un percorso riformistico; in particolar modo di riduzione e gestione della spesa pubblica. Insieme a questa, sono previste la riforma del sistema pensionistico e del mercato del lavoro.

Se ciò dovesse succedere la Germania, post elezioni autunnali e post riconferma della Merkel, potrebbe essere disposta a rivedere il patto di Maastricht e di Lisbona. Questi due trattati sono quelli sui quali si basa l’attuale struttura dell’Eurozona, da più parti contestata. Questo è quello che sogna il mercato, sperando che non resti solo tale. Ovviamente, la speranza è che la Germania consenta di allentare un pochino i cordoni della borsa fiscale.

L’obiettivo comune è chiaramente quello di rilanciare il progetto europeo, e di riportare gli elettori sulla barca di un euro-ottimismo.

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Europa: crescita economica, ripresa degli utili e meno rischi politici | Webinar di Aletti Gestielle https://www.dadamoney.com/?p=24073 Tue, 09 May 2017 22:00:00 +0000 https://www.dadamoney.com/crescita-economica-in-europa-aletti-gestielle/ Crescita economica, ripresa degli utili aziendali e battuta d’arresto – per ora! – dei rischi politici. Si tratta di un nuovo inizio per l’Europa? È questo l’argomento del nuovo webinar di Aletti Gestielle. In studio, Valentino Bidone, Responsabile Comparto Cross Asset & Quant, e Frabrizio Gastaldi, Portfolio Manager Comparto Flessibili Total Return Mercati Sviluppati. A moderare, Pinuccia Parini.

L’Europa tra Brexit e Macron

Indubbiamente le elezioni francesi hanno rappresentato una scadenza molto importante per la politica e l’economia del vecchio continente. La vittoria di Emmanuel Macron è la parallela sconfitta dei partiti tradizionali sono un cambio di passo importante. Soprattutto in un contesto di rilevanza sull’opinione pubblica dei movimenti populisti.

È prematuro dire se un europeista che si è messo alla guida di un movimento molto giovane, En Marche, sia una risposta. Ma senz’altro, comemnta Parini, la sua vittoria apre un nuovo capitolo. Le ragioni? Le modalità con cui si è affermato, la centralità del vecchio continente all’indomani della Brexit, il piano di rilancio dell’economia francese. Resta l’incognita delle elezioni per l’Assemblea legislativa, che si terranno a giugno. Le stime, sottolinea la Head of Equity di Aletti Gestielle, sono quelle di un parlamento frammentato. Uno scenario che non va demonizzato, perché al movimento di Macron resta la possibilità di attingere consensi nelle forze d’opposizione e trovare così sostegno alla realizzazione del proprio programma.

La Francia di Emmanuel Macron

Uno dei primi punti nel programma del 25° Presidente della Repubblica francese è l’intervento sul mercato del lavoro. Segue la riforma fiscale e infine la ridistribuzione della spesa pubblica, con tagli e investimenti. Tutte tematiche importanti per i mercati.

Per Fabrizio Castaldi, la riduzione del carico d’imposte sulle imprese è un aspetto molto positivo, che dovrebbe innescare un ciclo virtuoso. Nel programma di Macron, il cosiddetto cuneo fiscale dovrebbe passare dal 33,3% al 25%. Un taglio rilevante, che dovrebbe permettere alle aziende di procedere a investimenti e assunzioni. “C’è anche l’idea di defiscalizzare i contributi per le assunzioni nei primi due anni”, sottolinea Castaldi. “Mentre la riduzione dell’imposizione fiscale sulle persone private scenderà di poco, circa un punto percentuale”.

E in tema di conti pubblici? Per Valentino Bidone non ci sarà un grande stravolgimento. Macron procederà su un binario già seguito dal predecessore François Hollande. Circa 50 miliardi di euro verranno investiti nella trasformazione del settore ecologico e nella formazione della forza lavoro, in particolare dei giovani. Una somma distribuita nell’arco dei 5 anni di mandato, cui è abbinata una riduzione del tasso di crescita della spesa sanitaria e un taglio del pubblico impiego stimato in circa 120mila unità.

L’aspetto più importante della filosofia macroniana è comunque legato all’Europa. Il leader di En Marche ha più volte sottolineato l’auspicio di arrivare a un ministro delle finanze unico. Per non parlare dell’ulteriore passo in avanti in tema di Eurobond.

Il Regno Unito di Theresa May

Con un annuncio a sorpresa, la premier Theresa May ha fatto sapere che la Gran Bretagna andrà ad elezioni anticipate il prossimo 8 giugno. Le reazioni dei mercati non si sono fatte attendere: quello azionario ha stornato, complice anche un rafforzamento della sterlina, mentre su quello obbligazionario non ci sono stati particolari stravolgimenti. La decisione di May non va vista necessariamente come un tentativo di usare il pugno duro in relazione alla Brexit, sottolinea Valentino Bidone: “Anzi, più che uno scontro con le autorità europee potrà esserci un negoziato meno frettoloso, che contemperi meglio le esigenze di entrambe le parti”.

Fabrizio Gastaldi invita alla prudenza. Se nel Regno Unito emerge la maggioranza granitica dei Tories, sul fronte europeo le forze politiche continuano ad essere frazionate. “Sicuramente la vittoria di Macron rinsaldrà l’asse franco-tedesco. Ma non bisogna sottovalutare il rischio volatilità”. Ecco perché, sulla sterlina, Aletti Gestielle resta sottopeso.

Conclusioni: la crescita economica in Europa

Il mondo continua a crescere, anche se a tassi più contenuti rispetto ai livelli pre-crisi. I dati macro tuttavia non riflettono sempre la forza degli indicatori “anticipatori”. Questi indici sono molto importanti per il mercato, perché anticipano il comportamento dell’economia reale. Sono costruiti  intervistando i direttori degli acquisti, principalmente delle imprese, su come vedono il futuro. Cosa vuol dire lo scollamento coi dati reali? Che siamo alla fine di un ciclo, perché gli anticipatori sono saliti molto e quindi battono in testa? Oppure gli anticipatori non riflettono più i dati dell’economia? Valentino Bidone evidenzia il fatto che i dati si sono assestati sui valori di picco un po’ ovunque, con grande continuità, da diversi mesi a questa parte. “Due indicazioni ci fanno presumere che non si tratti di un falso allarme e quindi col tempo i dati di economia reale recepiranno la buona performance e manifesteranno tassi di crescita ed espansione.”

 

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Francia. Anch’essa dice no al populismo. Ecco i prossimi appuntamenti | IG Italia https://www.dadamoney.com/?p=24059 Sat, 06 May 2017 22:00:00 +0000 https://www.dadamoney.com/francia-dice-no-populismo/ La Francia ha scelto Macron. Il 39enne del partito centrista ha vinto il ballottaggio contro il leader del Front National, Marine Le Pen. Dopo l’Olanda, anche la Francia dice di no al populismo, e sceglie l’Europa.

I mercati si lasciano alle spalle quello che era definito come uno dei maggiori rischi in questo 2017. Mentre gli operatori metabolizzano i risultati delle urne francesi, l’attenzione si sposta ai prossimi appuntamenti chiave.

Gran Bretagna e… ancora Francia?

L’8 giugno i cittadini britannici andranno a votare, per la terza volta in 3 anni. Lo faranno, infatti, dopo le elezioni politiche del 2015 ed il referendum sulla Brexit del 2016. Il voto anticipato indotto dal premier May dovrebbe rafforzare la sua posizione in Parlamento. La mossa serve a garantirle un maggior potere contrattuale nei confronti della UE nei negoziati per la Brexit. E’ comunque un passaggio delicato. Una vittoria netta della May potrebbe rendere più verosimile l’ipotesi di una “very hard Brexit”.

Ma la pratica francese non è del tutto archiviata. L’attenzione si sposta ora alle elezioni legislative, che si terranno l’11 e il 18 giugno. In quell’occasione i francesi saranno chiamati a rinnovare l’Assemblea nazionale.

Il tema non è secondario. La mancanza di una maggioranza in Parlamento potrebbe creare non poche difficoltà al neo presidente Macron ed alla sua agenda politica. Alcuni sondaggi accreditano al neo partito di Macron tra i 250-285 seggi sui 577 a disposizione; un valore poco sotto la soglia necessaria per la maggioranza (289 seggi).

Pertanto l’incertezza potrebbe presto tornare. Potrebbe essere necessaria, quindi, una coalizione con i socialisti o con i repubblicani, elemento questo che potrebbe indebolire un po’ i piani di riforma di Macron. Per ora la Francia sembra aver detto Sì all’Europa, ma la sfide all’orizzonte non mancano.

Elezioni tedesche

Nelle elezioni presidenziali ha trionfato il socaldemocratico Frank-Walter Steinmeier che andrà a sostituire Joachim Gauck. Molto più importanti saranno le elezioni federali previste in autunno, quando gli elettori eleggeranno i membri del Bundestag (ovvero il parlamento inferiore).

Ci si aspetta che il cancelliere attuale, Angela Merkel, venga confermato con il quarto mandato a capo dell’Unione conservatrice Cristiano-democratica (Cdu), insieme al loro alleato bavarese dell’Unione cristiano sociale (CSU), in grado di rivendicare una quota di seggi. Una vittoria della Merkel potrebbe rivelarsi fondamentale per il futuro dell’Unione europea: il cancelliere pro-UE è vista come ultimo pilastro di stabilità per la democrazia liberale in Europa.

Anche il sistema politico tedesco sta mostrando dei cambiamenti. La politica adottata dalla Merkel della ‘porta aperta’ nei confronti dei rifugiati ha alienato molti; la sua esposizione è a livelli di critica senza precedenti. L’alternativa anti-immigrazione cioè il partito AFD, ha accusato la Merkel per l’attacco terroristico al mercato di Berlino di Natale e il supporto per il partito populista è attualmente in crescita. Siamo comunque lontani dai partiti usualmente di riferimento nella politica tedesca, per cui dovrebbe rimanere una questione a due.

La quota di voti per la Merkel è molto probabile che non sia alta come nel 2013, il che lascia la Germania con un parlamento potenzialmente frammentato. La logica conseguenza è, come adesso, una Grossa Coalizione.

La questione italiana

Come spesso accade, la questione che impensierisce di più gli investitori è la nostra nazione. Un ritorno alle urne entro la fine dell’anno rimane poco probabile, ma non è del tutto escluso. Questo soprattutto dopo le primarie del PD. Il tema italiano sarà il tormento degli operatori a partire dall’autunno prossimo sino alla primavera del 2018.

Nel breve, salvo qualche temporanea presa di profitto, la visione sui mercati azionari, soprattutto europei, è ancora rialzista. Contribuiscono a ciò anche le buone aspettative di crescita.

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Elezioni Francia, impatto sui mercati con vittoria Le Pen | Columbia Threadneedle Investments https://www.dadamoney.com/?p=23846 Mon, 13 Mar 2017 23:00:00 +0000 https://www.dadamoney.com/elezioni-francia-mercati-le-pen/ Elezioni Francia, quali sarebbero le conseguenze di una presidenza Le Pen per gli investitori, le imprese e i mercati finanziari globali? Il punto di Mark Burgess, Chief Investment Officer per Europa, Medio Oriente e Africa e Responsabile azionario globale di Columbia Threadneedle Investments.

Elezioni Francia: un’euroscettica al potere?

La Francia si prepara alle presidenziali del 23 aprile. Oltre alla leader del Front National, Marine Le Pen, i candidati sono il repubblicano François Fillon, il socialista Benoit Hamon e l’ex socialista Emmanuel Macron, che si presenta alla testa della formazione europeista En Marche!. Se nessuno di loro ottenesse la maggioranza, i primi due andrebbero al ballottaggio il 7 maggio.

Ma quali sarebbero gli effetti di una vittoria dell’euroscettica Marine Le Pen? Secondo Mark Burgess, la reazione immediata dei mercati sarebbe un picco di volatilità per gli asset francesi. Questo perché il programma politico del Front National è incentrato su proposte nazionalistiche e protezionistiche. Compresa una possibile uscita della Francia dall’Unione Europea. Le Pen chiede pieni poteri sul controllo dell’immigrazione e sulla politica economica, due temi che hanno convogliato consensi verso il partito.

Tuttavia quello del referendum non è un passaggio semplice, considerando che per indirlo bisogna avere l’approvazione del primo ministro o di tre quinti del parlamento. Restando su un dato politico, le elezioni parlamentari si terranno un mese dopo quelle presidenziali. Nello scenario più verosimile, si formerà un governo di coalizione. Un contesto in cui Marine Le Pen dovrebbe fare i conti con una serie di limiti ai suoi poteri.

Sondaggi: Elezioni Francia in bilico

Elezioni Francia: stando ai recenti sondaggi, sottolinea Mark Burgess, i francesi sono sempre più propensi a una Frexit. Le impopolari misure di austerità imposte dalla BCE in seguito alla crisi finanziaria globale hanno aumentato la sfiducia nei confronti dell’eurozona. Parallelamente, però, molti temono il ritorno del franco. Cosa che potrebbe incidere negativamente su risparmi e mutui individuali. A questo proposito Marine Le Pen ha auspicato un nuovo serpente valutario per minimizzare le fluttuazioni. Un’ipotesi che, secondo Mark Burgess, è forse un po’ troppo ottimistica. Senza contare l’impatto negativo di una moneta svalutata sulla possibilità di affrontare i problemi strutturali del mercato del lavoro. Un elemento non irrilevante in un paese in cui la disoccupazione giovanile è ai massimi storici (26,2%).

Mercato obbligazionario

Una vittoria di Marine Le Pen accrescerebbe la probabilità di un abbandono dell’euro da parte della Francia. Per cui è probabile un netto ampliamento dello spread tra le obbligazioni francesi OAT e i Bund tedeschi a 10 anni. Un dato che, in diminuzione da febbraio 2014, è tornato a salire considerevolmente sin dalla vittoria di Trump negli Stati Uniti. Anticipando il rischio di un simile esito per i partiti “anti-establishment” in Francia. Per Burgess è probabile che si ritorni ai livelli raggiunti al culmine della crisi dell’eurozona, nel biennio 2011/2012, con un valore di 150 punti base. Parallelamente, l’aumento del rischio di disgregazione farebbe crescere anche i differenziali di rendimento di altre obbligazioni periferiche e semi-core.

Mercato azionario

Sul fronte azionario, il mercato europeo potrebbe cedere nell’immediato fino al 10%. Le banche europee potrebbero lasciare sul terreno il 20-30%. Nell’eventualità di un ritorno alle valute nazionali, si avrebbe un notevole squilibrio tra attività e passività bancarie ancora denominate in euro. Il sistema bancario interconnesso dell’Unione sarebbe quello a maggior rischio di collasso, con conseguenze sul settore finanziario globale.

Un eventuale crollo dell’euro farebbe sentire immediatamente i suoi effetti ai paesi fortemente indebitati, come l’Italia. Ma non sarebbero esenti le economie sane, come la Germania.

Un secondo scenario

Il rapporto tra debito pubblico e PIL pari al 96% suggerisce che la Francia ha bisogno dell’UE. Ma anche l’Europa ha bisogno della Francia. I transalpini sono  il maggior produttore di energia nucleare dell’UE e un membro primario dell’unione monetaria. Gli ostacoli a una Frexit rimarrebbero elevati. Secondo Burgess, anche con Marine Le Pen all’Eliseo, potrebbe esserci una reazione più cauta.

In questo scenario probabilmente rimarrebbero un premio e una certa ripidità della curva dei rendimenti a causa del mix di politiche più inflazionistiche e più liberali dal punto di vita fiscale. Con performance più brillanti per le obbligazioni francesi indicizzate all’inflazione.

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Fed a carte scoperte, Draghi gioca in difesa | IG Italia https://www.dadamoney.com/?p=23820 Sat, 04 Mar 2017 23:00:00 +0000 https://www.dadamoney.com/fed-carte-scoperte-draghi-difesa/ Fed a carte scoperte, Draghi gioca in difesa. L’update di IG Italia sui mercati a cura di Vincenzo Longo.

Banche centrali

Apertura di settimana in calo sulle borse europee, appesantite da un clima di generale cautela dopo le ultime minacce missilistiche della Corea del Nord. I nordcoreani hanno infatti lanciato quattro missili, di cui tre sono finiti nelle acque territoriali giapponesi. Gioca a sfavore anche l’aumento di capitale da 8 miliardi di Deutsche Bank, il terzo dal 2013.
Se, da un lato, gli operatori continuano a metabolizzare il rialzo dei tassi d’interesse da parte della Fed a marzo, dall’altro rimangono in attesa di maggiori chiarimenti da parte della Bce nella riunione di giovedì.
Il numero uno dell’Istituto di Francoforte, Mario Draghi, dovrà fronteggiare le crescenti pressioni sulla politica monetaria accomodante dopo i dati sull’inflazione di febbraio.
Nonostante tutto, crediamo che Draghi abbia ancora qualche carta da giocarsi; l’inflazione core è ancora ferma ancora sotto all’1%; la presenza di downside risk sull’Europa in vista delle tornate elettorali dei prossimi mesi è un altro fattore.

Elezioni europee

Proprio il tema elettorale sta entrando sempre più nel vivo, quando manca ormai una settimana alle elezioni olandesi. Stando agli ultimi sondaggi, il gap tra il candidato del Partito della Libertà, Geert Wilders, e quello liberale, Mark Rutte, si sarebbe ridotto a qualche punto percentuale.
Più importanti sono gli sviluppi in Francia, dove, nonostante le pressioni, Francois Fillon ha confermato la sua candidatura per la corsa alle presidenziali.
Ogni notizia che arriva soprattutto dalla Francia sembra avere un effetto immediato sui mercati; le fasi di risk on si intesificano se tali notizie indeboliscono le probabilità di vittoria della Le Pen.

Valute

Sui mercati, euro piuttosto volatile stamane. Il cambio euro/dollaro oscilla sulla soglia di 1,06, dopo aver aggiornato i massimi da 2 settimane. Rimane debole la sterlina in vista di una Brexit sempre più imminente. Stabile l’oro, al ridosso di 1.230 dollari l’oncia.

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Politica protagonista in Europa nel 2017 secondo UBI Money https://www.dadamoney.com/?p=23658 Sat, 14 Jan 2017 23:00:00 +0000 https://www.dadamoney.com/2017-politica-protagonista-europa/ Politica protagonista in Europa nel 2017 secondo UBI Money

Cosa ci attende nel 2017. Politica protagonista. Occhi puntati su elezioni in Francia, Germania e Italia. L’Europa si prepara ad assorbire i colpi della politica: dalle elezioni in Germania a quelle francesi, più incerte. I mercati guardano con attenzione a questi eventi, soprattutto per l’ascesa dei partiti anti-euro, che non dovrebbero però avere il sopravvento, almeno in questa tornata elettorale.

Marco Passafiume Alfieri intervista Emilio Franco, vide direttore generale e responsabile investimenti di UBI Pramerica SGR.

Nel 2017 ci sono solo questioni economiche, o ci attende altro, magari nella prima parte dell’anno?

Non è cosa solo del 2017. La politica è diventata uno dei protagonisti, anche sulla scena dei mercati. Il 2017, specie nell’eurozona, sarà molto ricco di argomenti delicati. Queste situazioni hanno esiti incerti, e magari qualcuno sarà anche positivo. Dopo Brexit, dopo l’inattesa vittoria di Trump, gli operatori temeranno che possa succedere qualcosa di spiacevole. Quali eventi vedremo?

l più importante sono le lezioni francesi. Sistema elettorale a doppio turno. La Le Pen potrebbe raggiungere il secondo turno, ma è molto improbabile che vinca. Essendo la Le Pen anti euro, è un grosso fattore di rischio nella prima parte dell’anno.

Dopo l’estate, ci saranno le elezioni tedesche. Qui sembra molto consolidata la possibilità di una riconferma della cancelliera Merkel, e della sua grande coalizione, AfD crescerà, ma non tanto da insidiare la sua leadership.

In che senso queste elezioni possono avere effetti positivi sui mercati, e quindi sui nostri investimenti?

E’ chiaro che tutti hanno ben presente che cosa potrebbe succedere se vincessero partiti anti euro. Ci sono, però, anche possibilità più virtuose. Il caso base potrebbe essere il mantenimento dello status quo. Sappiamo che, comunque, anche la Merkel ha bisogno di costruire consenso, come anche Trump. In Francia ci sarà sicuramente un avvicendamento (Hollande non si ricandida). Ciò che accadrà in Francia e Germania potrebbe prefigurare un nuovo accordo, anche fiscale,  tra Francia e Germania. L’obiettivo sarebbe chiaramente rilanciare l’euro. Questo sarebbe lo scenario migliore, che ci auguriamo tutti.

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Inflazione delude in Giappone, yen scende, attesa per PIL USA. Il punto di IG Italia https://www.dadamoney.com/?p=23444 Wed, 26 Oct 2016 22:00:00 +0000 https://www.dadamoney.com/inflazione-delude-giappone-yen-scende-attesa-per-pil-usa-il-punto-di-ig-italia/ Inflazione delude in Giappone, yen scende, attesa per PIL USA. Il punto di IG Italia.

Video analisi di Filippo Diodovich.

Mercati azionari negativi nell’ultima seduta di ottava. In Italia in rialzo Mediobanca, forti vendite, invece, su Eni dopo la pubblicazione dei conti societari.

Tante cifre macroeconomiche in agenda oggi. In mattinata in Giappone i dati su inflazione hanno deluso notevolmente mettendo altri dubbi sull’efficacia delle politiche economiche del governo Abe e del governatore della Bank of Japan Haruhiko Kuroda. Il cambio dollaro/yen è salito sopra 105 con un massimo intraday a 105,42, livelli che non si vedevano da fine luglio.

In Europa, sotto le attese, il PIL del terzo trimestre in Francia, bene invece gli indici di fiducia sull’economia dell’Eurozona. L’eurodollaro si mantiene poco al di sopra di 1,09 in attesa delle importanti cifre macro statunitensi che saranno pubblicate nel primo pomeriggio (stima flash del PIL del terzo trimestre e indice di fiducia dei consumatori calcolato dall’università del michigan).

Il PIL del terzo trimestre è atteso evidenziare un aumento del 2,5% una accelerazione significativa rispetto a quello del secondo trimestre attestatosi a +1,4%. Se le cifre macro confermassero le aspettative sarebbe sempre più probabile uno scenario di rialzo dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve nel mese di dicembre, dopo l’esito delle elezioni presidenziali.

Livelli tecnici interessanti su eurodollaro. Resistenza di breve a 1,0950, supporto di breve 1,0850, attenzione al successivo sostegno di 1,0822 strategico anche in ottica di lungo termine.

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Perché proprio la Francia è il miglior bersaglio dei terroristi? https://www.dadamoney.com/?p=23048 Sat, 16 Jul 2016 22:00:00 +0000 https://www.dadamoney.com/perche-proprio-la-francia-e-il-miglior-bersaglio-dei-terroristi/ I cugini transalpini sono ripiombati nel terrore, tra l’altro nel giorno della festa nazionale del 14 luglio (la Presa della Bastiglia), a otto mesi dalla strage del Bataclan e una anno e mezzo dopo la strage di Charlie Hebdo.

Un nuovo attacco, a Nizza, ad un passo dal confine italiano. Con un bilancio pesantissimo: 84 morti, tra cui 10 bambini e 202 feriti tra cui 52 in gravi condizioni. Ma perché proprio la Francia? Le motivazioni vanno ricercate fuori o forse dentro la politica francese? Questo video di Seeker Network prova a rispondere.

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