Grande confusione nel day after delle elezioni spagnole. Dopo sei mesi dall’ultima tornata che aveva spaccato il paese in tre grandi blocchi e dopo inutili consultazioni che non sono stati in grado di creare un governo, i cittadini spagnoli sono stati richiamati a votare ieri 26 giugno.
L’affluenza ha toccato il punto minimo nella storia repubblicana della Spagna mentre il risultato resta incerto: primo il Partito Popular del premier uscente Mariano Rajoy, che si rafforza rispetto a dicembre: cresce di 13 deputati, a quota 137 su 350, con il 33% dei voti. Il partito conservatore è stato scelto in quanto rodato e sicuro e ha cannibalizzato il partito moderato emergente Ciudadanos, sceso da 40 a 32 seggi e al 12,9%. Il PSOE, il partito socialista di Sanchez, in leggera flessione a 85 deputati contro i 90 del Congresso uscente – con il 22,8% – si è salvato dal disastro annunciato dai sondaggi, che unanimi prevedevano il sorpasso di Podemos di Iglesias, il partito emergente di sinistra che, con il 21%, raggiunge 71 seggi.
Ci sarà anche in Spagna una grande coalizione? Molto probabile visto che il paese iberico è da 6 mesi che ha un governo che può occuparsi solo delle gestione corrente.
You can see how this popup was set up in our step-by-step guide: https://wppopupmaker.com/guides/auto-opening-announcement-popups/
You can see how this popup was set up in our step-by-step guide: https://wppopupmaker.com/guides/auto-opening-announcement-popups/