Idrogeno: il suo ruolo nella transizione energetica | Pictet

Quando si parla di transizione energetica uno dei temi più discussi è l’idrogeno. Si tratta dell’elemento più antico, leggero e abbondante nell’universo ma gli sforzi per trasformarlo in una fonte di energia pulita sono sempre stati ostacolati da costi di produzione proibitivi. Recenti sviluppi suggeriscono però che qualcosa sta cambiando: dall’Europa all’Asia, governi e aziende stanno infatti incrementando il loro impegno per sviluppare nuove tecnologie basate su questo elemento.

Esistono diversi tipi di idrogeno: marrone, grigio, blu e verde, così definiti in base ai processi di produzione utilizzati.

A oggi i primi tre costituiscono la quasi totalità della produzione annua, ma presentano forti carenze in termini di impatto ambientale, in quanto sono prodotti a partire da combustibili fossili.

 Al contrario l’idrogeno verde ricavato scindendo l’ossigeno e l’idrogeno dell’acqua utilizzando fonti rinnovabili offre una soluzione decisamente più sostenibile, sebbene tuttora poco economica.

 Infatti l’idrogeno verde è ancora una delle fonti di energia più care, con un costo che spazia tra i 3 ed i 65 dollari al chilo.

 Per fare un confronto, l’idrogeno grigio ottenuto dai combustibili fossili costa circa 1,8 dollari al chilo, ma grazie al progresso tecnologico ed alle economie di scala anche l’idrogeno verde potrebbe raggiungere presto un livello di costo adeguato.

 Gli utilizzi dell’idrogeno più promettenti sono legati in primo luogo allo stoccaggio dell’energia, essendo molto semplice da conservare. Esso rappresenta infatti una soluzione per far fronte ai picchi e ai cali stagionali nella produzione di energia solare ed eolica.

 L’idrogeno può essere utilizzato anche nei trasporti pesanti e di lungo raggio, per i quali dovrebbe diventare più conveniente del diesel gia nei prossimi 10 anni, e per tale tipologia di trasporti l’idrogeno risulta preferibile anche alle batterie elettriche, che presentano diverse criticità legate sia alla loro bassa intensità energetica che ai lunghi tempi di ricarica.

 Non è un caso, quindi, che l’Unione Europea abbia previsto fino a 470 miliardi di euro di investimenti nell’idrogeno entro il 2050, mentre Bank of America prevede un giro d’affari a livello globale di ben 11 mila miliardi di dollari entro tale data.

In sintesi, nella sua veste sostenibile, quella verde, l’idrogeno potrebbe presto assumere un ruolo determinante nella lotta al cambiamento climatico, aprendo una strada che ha interessanti opportunità di investimento lungo l’intera catena del valore dalla produzione allo stoccaggio sino alla distribuzione.

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