L’accordo sulla fase 1, la tregua commerciale tra Stati Uniti e Cina, ha avuto nelle settimane e nei mesi passati molti detrattori, che hanno sottolineato come si trattasse essenzialmente di un acquisto cinese di soia americana e poco altro. A mio avviso questa visione è assolutamente riduttiva, e l’accordo è importante per tre fattori.
Il primo è la soia stessa, e non solo per il valore intrinseco commerciale, ma per il fatto che ha un valore politico nella misura in cui la soia americana è prodotta in certi stati, che possono risultare decisivi nell’appoggiare o meno una rielezione di Trump, e per i mercati è importante sapere se il prossimo presidente sarà Trump o un candidato eventualmente radicale di sinistra.
Il secondo aspetto è che è vero che i dazi esistenti di fatto verranno ridotti di poco, ma non verranno introdotti nuovi dazi e, soprattutto, non aleggerà più sui mercati l’idea che la guerra dei dazi possa continuare all’infinito. Quindi, questo darà un po più di fiducia su tutta la linea a chi deve investire in Cina, ma anche a chi deve investire in tutto il resto del mondo.
Il terzo fattore, poco sottolineato ma importantissimo, è la stabilizzazione, e direi addirittura il rafforzamento, della valuta cinese, il renminbi, che alcuni vedevano in indebolimento ormai cronico, e che invece è tornato forte, certamente per una volontà politica cinese di mostrare questa forza a Trump in cambio di un accordo tutto sommato non troppo sfavorevole per la Cina.
La stabilità del cambio cinese e, anzi, la sua tendenziale forza, fa sì che dal punto di vista dell’investitore europeo l’investimento in Cina, e in generale in tutta l’Asia, diventi molto meno rischioso di quello che poteva apparire fino a qualche settimana fa, con perfino una opportunità di guadagno sulla valuta. L’Asia in questo momento offre ottime possibilità per chi investe dall’Europa. Le sue borse sono depresse, si sono riprese di recente, ma sono ancora su livelli di valutazione relativamente bassi. l’Asia viene da un anno molto negativo, e con questa tregua ci sono le possibilità di una ripresa, non drammatica, ma comunque solida e, soprattutto i bond, in particolare cinesi, offrono un rendimento molto interessante, sopra il 3 per cento sulle scadenze a dieci anni, che in particolare per chi ha dollari sono una interessante alternativa rispetto ai treasury americani.
Anche l’Europa riceverà grandi benefici dalla tregua. L’Europa commercia molto con con la Cina, produce in Cina auto che vengono poi riesportate negli Stati Uniti, insomma una serie di benefici molto interessanti. Dal punto di vista degli investimenti, però, bisogna tenere presente che l’Europa dipende dalle esportazioni molto più dell’Asia e, quindi, un eventuale indebolimento del dollaro, che interesserebbe sia l’Europa sia l’Asia, che vedrebbero rafforzate le loro valute, sarebbe più di peso per l’Europa che non per l’Asia. Noi siamo abituati a considerare la Cina un grande esportatore, ma la Cina è anche un grande importatore, per cui la sua bilancia verso l’estero è in sostanziale pareggio. L’Europa, invece, è in forte attivo, e quindi una rivalutazione peserebbe di più sull’Europa che non sull’Asia. Per questo, in termini relativi, l’Europa andrà probabilmente bene in questo 2020, e verrà favorita dalla tregua commerciale, ma l’Asia andrà ancora meglio.