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{"id":25393,"date":"2018-07-19T00:00:00","date_gmt":"2018-07-18T22:00:00","guid":{"rendered":"https:\/\/www.dadamoney.com\/eni-guarda-futuro-economia-circolare\/"},"modified":"2020-01-02T13:09:35","modified_gmt":"2020-01-02T12:09:35","slug":"eni-guarda-futuro-economia-circolare","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.dadamoney.com\/?p=25393","title":{"rendered":"Eni guarda al futuro con l\u2019 economia circolare | Adnkronos"},"content":{"rendered":"

I cambiamenti climatici<\/strong> e la protezione dell’ambiente<\/strong> impongono un cambiamento di paradigma. L’economia lineare<\/strong> basata sullo schema estrazione-produzione-consumo-smaltimento non \u00e8 pi\u00f9 in grado di rispondere alle sfide del futuro. Ora si guarda all’economia circolare<\/strong>, incentrata sull’ottimizzazione della produzione, sul riutilizzo dei prodotti e sul recupero dei rifiuti. Ed \u00e8 proprio in quella direzione che gi\u00e0 da anni l’Eni<\/strong><\/a> si sta muovendo.<\/p>\n

Introduzione<\/h3>\n

Clima<\/strong> ed energia<\/strong> sono i grandi fattori su cui ci si gioca il futuro. Siamo nel pieno di una transizione energetica diversa da quelle che l\u2019hanno preceduta dall\u2019inizio dell\u2019era industriale. In passato, a decidere la direzione di marcia erano le dinamiche<\/strong> dei mercati, le infrastrutture<\/strong> e gli avanzamenti tecnologici<\/strong> alimentati dall\u2019utilizzo prima del carbone, poi degli idrocarburi. Stavolta a guidare i processi deve essere la protezione dell\u2019ambiente, per una transizione che riduca l\u2019impatto delle attivit\u00e0 dell\u2019uomo.<\/p>\n

La sfida<\/h3>\n

La sfida \u00e8 enorme, ma altrettanto lo \u00e8 l\u2019opportunit\u00e0<\/strong> che ci si presenta di fronte. Salvare il pianeta creando al contempo un\u2019economia nuova, pi\u00f9 inclusiva, costruendo un\u2019intera gamma di imprese<\/strong> e posti di lavoro<\/strong> che ancora non esistono. Servono generosit\u00e0<\/strong>, l\u2019impegno<\/strong> di tutti e un deciso cambio di mentalit\u00e0<\/strong> nei Paesi pi\u00f9 avanzati. Chi vive nelle societ\u00e0 pi\u00f9 ricche consuma pi\u00f9 di quello di cui ha bisogno, il triplo<\/strong> della media mondiale. Sprecando cos\u00ec risorse<\/strong> – dall\u2019acqua alle ricchezze del suolo – e lasciandosi alle spalle e nei mari una crescente scia di rifiuti<\/strong>. Dobbiamo dirlo con chiarezza: non possiamo pi\u00f9 permetterci il consumismo che si \u00e8 sviluppato dal secondo dopoguerra in poi. I nove miliardi di persone che abiteranno la Terra nel 2040 non potranno consumare con lo stesso modello adottato dal miliardo di privilegiati dei paesi sviluppati. Serve un sistema diverso<\/strong>, che assicuri benessere a tutti, ma preservi il pianeta.<\/p>\n

Purtroppo non possiamo illuderci di essere gi\u00e0 sulla strada giusta. Siamo lontani dal contenere l\u2019aumento delle temperature ben al di sotto del limite dei 2\u00b0C fissato dalla COP21 di Parigi. Dovremmo scendere eEnintro il 2030 dagli attuali 32 a 24 miliardi di tonnellate di CO2 che emettiamo ogni anno nell\u2019atmosfera, ma al ritmo attuale rischiamo invece di salire a 34 miliardi. Secondo l\u2019International Energy Agency (IEA), di questo passo la temperatura salir\u00e0 di 2.7\u00b0C ed entro il 2040 avremo esaurito il limite massimo di emissioni che assicura il contenimento entro i due gradi.<\/p>\n

Le soluzioni<\/h3>\n

Non c\u2019\u00e8 dubbio che il settore dell\u2019energia, che per decenni ha permesso al mondo di crescere e alle economie di prosperare, ha anche contribuito all\u2019aumento delle emissioni e ha quindi un compito di primo piano nel ridurle. In Eni hanno gi\u00e0 abbattuto drasticamente la componente carbonica delle attivit\u00e0. La ricerca scientifica e la digitalizzazione ora stanno aiutando a fare ancora di pi\u00f9: soluzioni digitali smart<\/strong> da applicare in tutti gli ambiti possono, da sole, contribuire a ridurre entro il 2030 del 20% le emissioni di CO2. Nel medio termine un mix energetico diverso<\/strong>, che integri le potenzialit\u00e0 del gas naturale con la crescita delle rinnovabili, sar\u00e0 di grande aiuto. Sar\u00e0 necessario costruire un modello di consumo finale dell\u2019energia<\/strong> (\u00e8 qui che avvengono 9\/10 delle emissioni del settore) pi\u00f9 attento all\u2019efficienza<\/strong>; a minimizzare gli sprechi<\/strong>; a favorire il ricorso alle fonti pi\u00f9 pulite anche con l\u2019applicazione delle tecnologie pi\u00f9 avanzate.<\/p>\n

Ma bisogna intervenire oltre il sistema energetico, che copre il 60% delle emissioni. Nei Paesi ricchi si consuma troppo di tutto<\/strong>: abbigliamento, cibo, plastiche, elettrodomestici, veicoli. Serve entrare in un nuovo modello di conservazione dell\u2019energia<\/strong> che abbia al centro l\u2019economia circolare e dia vita non solo a una riduzione degli sprechi, ma anche a una minore necessit\u00e0 di materie prime.<\/p>\n

Cosa fa ENI<\/h3>\n

Eni, avendo investito in tecnologie che ci permettono il recupero dei rifiuti e degli scarti urbani e industriali, sta trasformando la raffinazione e la chimica puntando su produzione bio<\/strong> e circolarit\u00e0<\/strong>. Tutto questo servir\u00e0 a stimolare una spesa crescente anche in Italia (nel loro piano sono previsti 4 miliardi di euro entro il 2021), e a creare un nuovo indotto con relativi posti di lavoro e professionalit\u00e0 innovative.<\/p>\n

Se vogliamo affrontare seriamente i temi dell\u2019energia, non possiamo per\u00f2 ragionare solo in termini di scelte che riguardano il mondo pi\u00f9 avanzato. I 35 paesi dell\u2019Ocse messi insieme raccolgono il 17% della popolazione mondiale, ma contribuiscono al 63% del Pil globale. La disparit\u00e0 \u00e8 evidente in Africa, dove vive il 17% della popolazione del pianeta con solo il 3% del Pil globale, nonostante il continente abbia pi\u00f9 riserve di petrolio e gas degli Usa e un potenziale enorme<\/strong> in termini di produzione solare<\/strong> ed eolica<\/strong>. Non c\u2019\u00e8 soluzione al dilemma energetico senza investire in queste zone, che avranno il maggior boom demografico. Bisogna portare l\u2019energia dove serve, distribuirla meglio, offrire occasioni di sviluppo.<\/p>\n

Lo ha detto con chiarezza Papa Francesco lo scorso fine settimana, incontrando in Vaticano una delegazione di esponenti del mondo dell\u2019energia e dei maggiori fondi d\u2019investimento mondiali. Oltre un miliardo di persone, ha ricordato il Papa, vivono senza elettricit\u00e0: \u201cDa qui nasce la sfida di riuscire a garantire l\u2019enorme quantit\u00e0 di energia necessaria per tutti, con modalit\u00e0 di sfruttamento delle risorse che evitino di produrre squilibri ambientali tali da causare un processo di degrado e inquinamento, da cui l\u2019intera umanit\u00e0 di oggi e di domani resterebbe gravemente ferita<\/strong>\u201d.<\/p>\n

Conclusioni<\/h3>\n

Bisogna agire ora, insieme, governi, societ\u00e0 e anche i grandi fondi. Va fatto creando nuove opportunit\u00e0<\/strong> per tutti, legate all\u2019economia circolare<\/strong>. Ma qualcosa pu\u00f2 farlo anche ciascuno di noi. Cominciando, per esempio, dallo sprecare meno<\/strong> ed essere pi\u00f9 efficienti<\/strong> nell\u2019uso dell\u2019energia.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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