cifra limitata<\/a>, 1,7 miliardi. Probabilmente non \u00e8 in grado di coprire in maniera adeguata il problema della povert\u00e0, aumentato moltissimo con la crisi.<\/p>\nDal 2007 al 2016 in Italia ci sono stati 2,3 milioni di poveri in pi\u00f9<\/strong>. Questo ammontare di finanziamento va chiaramente aumentato. Le stime di Prometeia sono di 10 miliardi<\/strong>, per coprire tutti gli italiani poveri.<\/p>\nReddito di Inclusione e povert\u00e0 – Stefano Toso (Universit\u00e0 di Bologna)<\/h1>\n
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Lo stanziamento approvato non \u00e8 sufficiente<\/strong>, ma \u00e8 un buon inizio.<\/p>\nLa povert\u00e0 pu\u00f2 essere declinata in modi molto diversi, tra cui assoluta<\/strong> e relativa<\/strong>. Il reddito di inclusione \u00e8 un tentativo ancora embrionale<\/strong> di affrontare la povert\u00e0 assoluta. Quindi, un problema molto pi\u00f9 aspro e pi\u00f9 forte della povert\u00e0 relativa. Inizialmente riguarder\u00e0 famiglie molto bisognose<\/strong>, con minori<\/strong> a carico.<\/p>\nLa povert\u00e0, negli ultimi 15-20 anni, non solo in Italia, ha cambiato et\u00e0. Da noi \u00e8 un problema soprattutto minorile<\/strong>, non tra gli anziani.<\/p>\nIl reddito di inclusione, cos\u00ec concepito, vorrebbe intervenire su questo problema. In prospettiva, tutti si aspettano che venga esteso. In termini non categoriali, s’intende, ma a tutti i soggetti poveri. Per definizione, dovrebbe rappresentare uno strumento di universalismo selettivo<\/strong>. Quindi uno strumento subordinato alla verifica della condizione economica, ma da dare a tutti i poveri, indipendentemente da tutto.<\/p>\nReddito di Inclusione e povert\u00e0 – Elena Granaglia (Universit\u00e0 Roma Tre)<\/h1>\n